Migone e il "perdente" di successo
Paolo Migone (nella foto) torna a Biella questa sera, sabato 25, per portare in scena al Teatro Sociale il suo nuovo spettacolo di cabaret, "Dei 2 sono il numero 1". Un ritorno in città dopo quella volta in cui, come ricorda il comico, «venni fermato dai carabinieri a 300 metri dalla mia destinazione finale (dovevo tenere una conferenza rivolta ai giovani)».
Paolo Migone (nella foto) torna a Biella questa sera, sabato 25, per portare in scena al Teatro Sociale il suo nuovo spettacolo di cabaret, "Dei 2 sono il numero 1". Un ritorno in città dopo quella volta in cui, come ricorda il comico, «venni fermato dai carabinieri a 300 metri dalla mia destinazione finale (dovevo tenere una conferenza rivolta ai giovani)».
In quell’occasione i militari le chiesero l’autografo?
«No. Mi levarono 5 punti dalla patente. La firma la misi solo sul verbale».
Come nasce il suo... “uomo panda” di Zelig?
«Il mio personaggio è uno strampalato studioso dei comportamenti umani, che indossa un camice-spolverino (lo comprai nel 1982 a Roma, in piazza San Giovanni) che tutti, però, scambiano per un camice da dottore... Gli ho fatto l’occhio nero perché volevo rappresentare il suo modo di essere “perdente”: un uomo che ha preso un pugno, che ha perso molte partite nella vita. Un uomo che sbraita, giudica, urla, ma che, in realtà, non cambia le cose».
Certo è che il suo personaggio ha una visione piuttosto cinica del rapporto uomo-donna.
«Per i miei monologhi raccolgo notizie e informazioni osservando mia moglie e le mogli dei miei amici, poi ci butto dentro un po’ di surreale... e il gioco è fatto. Come dice giustamente il libro di John Gray, Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere, uomini e donne sono di due pianeti diversi, anche se il destino ci costringe a vivere insieme».
Sarà contenta sua moglie, a sentire queste cose.
«Il tenore di vita gliel’ho alzato di parecchio! Prima, in effetti, brontolava un po’, ora - visto che ha il cavallo, va a sciare, se la spassa e se la gode - accetta le critiche. Che, in fin dei conti, sono sempre bonarie: basta ascoltare i miei monologhi per capire che l’uomo fa sempre la figura del “cretinone”...».
In definitiva, il rapporto uomo-donna sarebbe davvero meraviglioso se...
«Sarebbe idilliaco se ognuno avesse la sua casa. Penso a due piccole case o, al limite, a una casa grande... con la cerniera e le ruote!».
Lara Bertolazzi
bertolazzi@primabiella.it
Su Eco di Biella l'intervista completa.