Mezzo ko: Trivero resta senza scuolabus

Mezzo ko: Trivero resta senza scuolabus
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TRIVERO - Se le paradossali regole italiane non gli avessero tolto, a suo tempo, ogni possibilità di azione, probabilmente oggi il Comune di Trivero non si troverebbe nella situazione in cui è. Quella di un paese geograficamente esteso che, a causa della rottura di uno dei suoi due scuolabus, per qualche settimana non potrà più effettuare il servizio di trasporto dei bambini e dei ragazzi su una larga porzione di territorio. La vicenda è solo l’effetto ultimo di uno dei numerosi casi di aberrante rapporto tra Stato centrale e amministrazioni periferiche: quello stesso legame che, da anni, i sindaci dei piccoli paesi denunciano come soffocante, perché paralizzante in termini di investimenti e spese.

Durante la scorsa legislatura, il Comune di Trivero aveva ottenuto dalla Regione Piemonte un contributo finalizzato all’acquisto di un nuovo scuolabus. Un mezzo del quale il paese aveva già allora bisogno, essendo dotato di due mezzi ormai datati e prossimi ad un inevitabile abbandono. «Ma è stato impossibile - ricorda oggi il sindaco Mario Carli, allora vice di Massimo Biasetti -. Le regole del patto di stabilità ce lo hanno impedito, costringendoci così a rinunciare anche al sostegno ottenuto». Il Comune ha così dovuto proseguire con quel che aveva: i due scuolabus ormai anziani, facendo leva sulla costante manutenzione «sempre finalizzata - chiarisce il sindaco - a garantire il massimo della sicurezza per tutti i nostri alunni»

Questo fino a qualche giorno fa. Quando, quasi per coincidenza, i due scuolabus si sono guastati in contemporanea. E gli scolari triveresi si sono ritrovati a piedi. «Ma siamo intervenuti immediatamente - racconta ancora Mario Carli -, riuscendo a ripristinare in poco tempo almeno uno dei due mezzi». Il giro-scuole della parte alta del paese, dunque, è già stato ripristinato. Ma il problema non è risolto. «Avendo a disposizione un solo mezzo, quello che appunto serve la zona superiore del Comune, abbiamo necessariamente dovuto interrompere

il trasporto degli studenti nella parte bassa, tra Pratrivero e Ponzone – chiarisce ancora Mario Carli -. Al momento non so dire quanto tempo ci vorrà per risolvere la questione, ma siamo già al lavoro per trovare al più presto un rimedio». La soluzione trovata dall’amministrazione, non potendo rimettere in strada il vecchio mezzo, è quella di acquistare uno scuolabus da un altro Comune: «Il pulmino di Sostegno dovrebbe presto essere messo al bando - spiega il sindaco -. E visto che vorremmo completare l’acquisto nel più breve tempo possibile, abbiamo già messo a bilancio la somma, circa 5.500 euro, che ci consentirà di effettuare il passaggio di proprietà ». L’operazione potrebbe richiedere qualche settimana, e forse essere conclusa già per fine mese, ma nel frattempo qualche disagio si protrarrà: «Non abbiamo modo di ripristinare il servizio nella parte bassa, finché non disporremo di un nuovo scuolabus - conclude Carli -. Certamente, in ogni caso, a conclusione del periodo di mancato servizio effettueremo

i dovuti calcoli, e rimborseremo le famiglie delle somme già versate». Quanto al futuro, poi, il Comune potrebbe pensare a qualche soluzione alternativa. E la parola che già aleggia nell’aria è esternalizzazione.

 

Veronica Balocco


TRIVERO - Se le paradossali regole italiane non gli avessero tolto, a suo tempo, ogni possibilità di azione, probabilmente oggi il Comune di Trivero non si troverebbe nella situazione in cui è. Quella di un paese geograficamente esteso che, a causa della rottura di uno dei suoi due scuolabus, per qualche settimana non potrà più effettuare il servizio di trasporto dei bambini e dei ragazzi su una larga porzione di territorio. La vicenda è solo l’effetto ultimo di uno dei numerosi casi di aberrante rapporto tra Stato centrale e amministrazioni periferiche: quello stesso legame che, da anni, i sindaci dei piccoli paesi denunciano come soffocante, perché paralizzante in termini di investimenti e spese.

Durante la scorsa legislatura, il Comune di Trivero aveva ottenuto dalla Regione Piemonte un contributo finalizzato all’acquisto di un nuovo scuolabus. Un mezzo del quale il paese aveva già allora bisogno, essendo dotato di due mezzi ormai datati e prossimi ad un inevitabile abbandono. «Ma è stato impossibile - ricorda oggi il sindaco Mario Carli, allora vice di Massimo Biasetti -. Le regole del patto di stabilità ce lo hanno impedito, costringendoci così a rinunciare anche al sostegno ottenuto». Il Comune ha così dovuto proseguire con quel che aveva: i due scuolabus ormai anziani, facendo leva sulla costante manutenzione «sempre finalizzata - chiarisce il sindaco - a garantire il massimo della sicurezza per tutti i nostri alunni»

Questo fino a qualche giorno fa. Quando, quasi per coincidenza, i due scuolabus si sono guastati in contemporanea. E gli scolari triveresi si sono ritrovati a piedi. «Ma siamo intervenuti immediatamente - racconta ancora Mario Carli -, riuscendo a ripristinare in poco tempo almeno uno dei due mezzi». Il giro-scuole della parte alta del paese, dunque, è già stato ripristinato. Ma il problema non è risolto. «Avendo a disposizione un solo mezzo, quello che appunto serve la zona superiore del Comune, abbiamo necessariamente dovuto interrompere

il trasporto degli studenti nella parte bassa, tra Pratrivero e Ponzone – chiarisce ancora Mario Carli -. Al momento non so dire quanto tempo ci vorrà per risolvere la questione, ma siamo già al lavoro per trovare al più presto un rimedio». La soluzione trovata dall’amministrazione, non potendo rimettere in strada il vecchio mezzo, è quella di acquistare uno scuolabus da un altro Comune: «Il pulmino di Sostegno dovrebbe presto essere messo al bando - spiega il sindaco -. E visto che vorremmo completare l’acquisto nel più breve tempo possibile, abbiamo già messo a bilancio la somma, circa 5.500 euro, che ci consentirà di effettuare il passaggio di proprietà ». L’operazione potrebbe richiedere qualche settimana, e forse essere conclusa già per fine mese, ma nel frattempo qualche disagio si protrarrà: «Non abbiamo modo di ripristinare il servizio nella parte bassa, finché non disporremo di un nuovo scuolabus - conclude Carli -. Certamente, in ogni caso, a conclusione del periodo di mancato servizio effettueremo

i dovuti calcoli, e rimborseremo le famiglie delle somme già versate». Quanto al futuro, poi, il Comune potrebbe pensare a qualche soluzione alternativa. E la parola che già aleggia nell’aria è esternalizzazione.

 

Veronica Balocco


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