Marijuana light: tabaccai e farmacisti equiparati a spacciatori
A molti non è stato notificato il provvedimento di convalida del sequestro. La sostanza acquistata con fattura e venduta con scontrino.
Marijuana light: tabaccai e farmacisti equiparati a spacciatori.
Proteste
Solamente una minima parte degli undici sequestri di “marijuana light” effettuati a inizio aprile dalla Guardia di finanza, è stato convalidato dalla Procura. In pochi, per ora, hanno ricevuto la notifica del provvedimento di convalida e potranno pertanto decidere se fare ricordo o meno contro il provvedimento che ha dato il “la” a un caos giuridico. Nell'operazione denominata “Green Spring”, i finanzieri di Biella hanno sequestrato tutti i prodotti legati alla marijuana light, ovvero 1.568 confezioni, contenenti infiorescenze, oli o resine per un totale di circa 3,2 chilogrammi, cui si aggiungono 65 strumenti per fumatori (compresi accendini che riportano il disegno della foglia di cannabis) e diciotto confezioni di semi: il tutto per un valore complessivo che supera i 15 mila euro.
Denunciati
In più, nove negozianti sono stati denunciati per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Si tratta, a parte il titolare dell’unico negozio di Biella che si occupa in toto di questi prodotti, il “Cannabis Store Amsterdam” di via Italia, di tabaccherie e di farmacie che hanno acquistato i prodotti attraverso canali legali e che ora vengono equiparati a dei veri spacciatori. Si tratta in realtà di merce acquistata regolarmente da commercianti in possesso di tutte le autorizzazioni, con regolare fattura e bolla di trasporto e che, in ultima analisi, viene venduta con il rilascio di regolare scontrino fiscale ed è accompagnata da schede tecniche che ne spiegano l’utilizzo e il contenuto. Nulla a che vedere, dunque, con la droga venduta al mercato nero dove di sicuro non vengono rilasciati scontrini.
Codacons infuriato
Duro il comunicato del Codacons: «Codacons - riporta - è in prima linea a tutela dei tabaccai, che rischiano non solo la revoca della licenza ma anche di essere perseguiti penalmente per reati connessi allo spaccio di droga a causa di un grottesco “caos giuridico” in relazione alla vendita dei prodotti derivati dalla cosiddetta “cannabis light”. Nonostante la coltivazione di quest’ultima sia legale dal 2016 vi è un contrasto interpretativo sulla vendita: il Ministero, infatti, non considera la canapa light un surrogato del tabacco e molti uffici giudiziari in varie parti d’Italia hanno avviato indagini sulla base del testo unico in materia di stupefacenti. Codacons considera illegittimi e gravemente repressivi gli atti di ispezione e sequestro disposti in questi giorni dalla magistratura inquirente nei confronti di chi “spaccerebbe” ma con tanto di scontrino! Tuteleremo le attività ingiustamente colpite e che rischiano paradossalmente la chiusura per la vendita di quella che è a tutti nota come “canapa legale”».
V.Ca.
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