Il debutto di "Officina 2020"
(28 giu) La Notte Bianca di Biella, con le sue 50 mila presenze, ha tenuto a battesimo "Officina 2020", «un atteggiamento nuovo», come è stato definito dai suoi promotori, che è stato lanciato sabato sera in una gremita piazza Martiri da un’eccezionale installazione di videoart.
Alla numerosa platea che è accorsa rispondendo al richiamo della Notte Bianca è stata regalata una piccola grande sorpresa, qualcosa di mai visto prima. La Notte Bianca di Biella, con le sue 50 mila presenze, ha tenuto a battesimo "Officina 2020", «un atteggiamento nuovo», come è stato definito dai suoi promotori, che è stato lanciato sabato sera in una gremita piazza Martiri da un’eccezionale installazione di videoart.
Alla numerosa platea che è accorsa rispondendo al richiamo della Notte Bianca è stata regalata una piccola grande sorpresa, qualcosa di mai visto prima.
Dopo aver riso con Paolo Labati, cabarettista di “Zelig”, è scattato il blackout: il buio è calato sulla piazza.
Improvvisamente si è illuminata la facciata del Teatro Sociale. Ecco qualche lampo di luce: sembrava quasi che il blackout fosse stato causato da uno stranissimo quanto improvviso temporale. Invece è comparsa una sfera luminosa e poi sono diventate tre le sfere colorate, che si aggiravano per le stanze vuote del Sociale, dentro e fuori le finestre, gli archi dei portici.
Incredibile: la facciata del palazzo ha iniziato a scomporsi e poi a ricomporsi come un enorme “tetris”. Dalla platea si è levato un “oh” di stupore collettivo con tutta l’attenzione dei presenti rapita dalla proiezione sul teatro. Tornato “normale” per un attimo, ecco che l’edificio è cambiato ancora: sembrava che del fumo denso e nero uscisse dalle finestre andando a ricoprire la facciata fuggendo da un lato e dall’altro come avesse vita.
Acqua. Tutta la parete è diventata d’acqua, come un’enorme piscina. E l’azzurro ha virato anche nelle sfumature del verde e del rosso per trasformare la facciata del Sociale in stoffa. Poi in scariche di elettricità che sembrava scorressero lungo la parete.
L’edificio, per un attimo riportato alla normalità, si è come deformato in qualche angolo, come se mattoni e cemento fossero gomma. Un timbro gigante è calato sul Sociale e ha impresso “OFFICINA 2020”.
“Officina 2020” è un progetto condiviso con i principali attori del cambiamento perché possa segnare davvero un percorso che possa essere intrapreso con determinazione e portato a termine in modo concreto. Partecipano al “tavolo di lavoro” (aperto alla collaborazione con altri interlocutori) Camera di Commercio, Provincia e Comune di Biella, Unione Industriale Biellese, Ascom, Cna, Confartigianato, Cia e Legacoop.
L’installazione di videoart è stata realizzata da Galveston lab con la “colonna sonora” di Leonardo Ceralli e la cura degli aspetti tecnici è stata affidata a NumberOne. Il tutto coadiuvato dalla direzione artistica di Marco Faccio.
28 giugno 2010