Lingua dei segni a rischio stop: è mobilitazione
E’ sempre in dubbio il futuro della Lingua italiana dei segni (Lis), sorta ben 20 anni or sono, da sempre in stato precario per il mancato riconoscimento. La scuola, il Comune e i genitori dei ragazzi non udenti si mobilitano, ancora una volta, per garantire un futuro al progetto ‘’Lis’’, chiedendo, al più presto, un incontro con il nuovo assessore regionale all’istruzione, Gianna Pentenero. «A dicembre finiranno i fondi per finanziare i corsi sperimentali che coinvolgono una quindicina tra bambini e ragazzi dalle scuole dell’infanzia fino alle superiori – fa presente l’assessore comunale all’istruzione, Pier Ercole Colombo –. Per cercare di scongiurare questo doloroso stop, a metà ottobre, avevo scritto alla Pettenero, evidenziando la drammaticità della situazione e chiedendo garanzie economiche per il proseguimento dell’anno scolastico in corso. Dopo un mese, non abbiamo ancora ricevuto alcuna risposta».
Pochi giorni fa, c’è stato un incontro tra il sindaco Claudio Corradino, l’assessore Colombo e la dirigente scolastica Gabriella Badà ed una delegazione di genitori dell’associazione ‘’Vedo voci’’ per definire meglio la situazione. Tramite i rappresentanti biellesi in Regione, Vittorio Barazzotto e Gilberto Picchetto, si è deciso di chiedere un incontro a Torino. «Dicembre è dietro l’angolo e vogliamo una chiara risposta nel merito della Lis, vanto cossatese ed italiano, che vogliamo possa proseguire - puntualizza Colombo -. Non si può sacrificare una realtà unica in Italia, che funziona benissimo ed è considerata un modello anche all’estero. Si è andati avanti per 20 anni in regime di sperimentazione. Se ci fermiamo rischiamo di non ripartire...».
La dirigente Badà non nasconde la sua forte preoccupazione: «Il nostro metodo è oggetto di studi e fonte di sperimentazione, come dimostra la recente visita di una delegazione croata, ma non abbiamo garanzie sul futuro. Stiamo parlando di una scuola con metodologia scientifica riconosciuta a livello internazionale, che viene scelta per questa peculiarità, anche da famiglie residenti fuori provincia e fuori regione».