L'impotenza del Comune
Come vasi di coccio in mezzo a vasi di ferro. E forse anche di più (o di meno). Gli amministratori comunali del paese, lunedì, si sono sentiti così di fronte ai dirigenti locali e della delegazione milanese della Coca coca, che presto chiuderà lo stabilimento presente sul territorio. Dirigenti e manager erano stati invitati al consiglio comunale aperto, preferendo però incontrare sindaco e giunta in privato, nel pomeriggio, motivo per cui la presenza la sera dei lavoratori è poi stata molto esigua.
Amaro il commento dell’assessore alle politiche sociali, Simone Coletta: «La decisione di chiudere è stata confermata. Così come l’impossibilità del Comune di fare qualcosa affinché la multinazionale cambi idea. Idea che mi pare nasca in ben altri contesti. In questi casi ci si accorge della propria pochezza. E dell’impotenza di fronte a soggetti economici che agiscono su scala mondiale e per i quali noi, l’azienda e cento operai siamo poco o niente... E’ stata una sensazione molto triste. Speriamo che la Regione o il Governo attraverso gli interventi dei nostri parlamentari faccia qualcosa per salvare il salvabile».
Opposizione. «Forse bisognava preparare meglio il consiglio, puntando su un maggiore coinvolgimento dei lavoratori e delle famiglie - sostiene Marco Zanolini, consigliere e capogruppo di una delle due liste di minoranza -. L’obiettivo di puntare sull’intervento delle istituzioni superiori al nostro Comune, quindi Regione, è legittimo e doveroso. Ma contro una multinazionale la strategia dovrebbe essere un’altra: pubblicità negativa! Solo questo capiscono e solo su questo terreno andrebbero sfidati. Dobbiamo far sapere ai grandi media e al pubblico nazionale quanto sta avvenendo da noi. E cioè che un’azienda che fa utili, chiude per ragioni che non vengono neanche spiegate ai dipendenti e al territorio dopo i vantaggi concessi sul piano pubblico».
Democratici. «Visto che le strategie di Coca cola sono decise su larga scala, ho chiesto all’assessore regionale al lavoro, Claudia Porchietto, di convocare i rappresentanti in Italia di Coca cola, i sindacati ed il sindaco ad un tavolo, con l’obiettivo di impedire la chiusura dello stabilimento ed il licenziamento di 90 lavoratori e di verificare quali iniziative assumere per garantire, in ogni caso, l’occupazione e la salvaguardia del sistema» ha detto il consigliere regionale Wilmer Ronzani dopo l’assemblea.
Trattativa. L’azienda in un incontro con le parti sociali, nei giorni scorsi, ha dichiarato la propria disponibilità a vendere lo stabilimento, anche se con il vincolo che l’offerta non deve arrivare da azienda in qualche modo concorrenti. Dal faccia a faccia sarebbe emersa la possibilità per una decina di operai di essere ricollocati in un altro stabilimento in Italia dell’azienda. Si sarebbe parlato di Nogare, a Verona.