«Lì dentro solo buio, ma è bellissimo»
Jork, che in una grotta glaciale non ci era mai entrato, ma che di tunnel carsici ha lunga esperienza, dice che infilarcisi dentro è qualcosa di «bellissimo». «Sei lì, completamente al buio, un buio totale, quasi soffocante. L’unica cosa che riesci a sentire è lo scorrere continuo dell’acqua, che rimbomba costantemente come fosse a pochi centimetri da te». Sei in un mondo parallelo. «Non hai freddo, ma hai sessanta metri di ghiaccio sulla testa. E vai avanti, avanti, sempre seguendo l’acqua». Eppure, la sensazione più strana viene da altrove. «Sai che sei immerso in un mondo che presto non esisterà più», racconta. Settimane, forse mesi. Poi di quella grotta “effimera” sai che non rimarrà che il ricordo. Ecco perché quello Jork - lo speleologo biellese Jork Cavallari - ha visto insieme con il collega Ettore Ghielmetti resterà non solo nella memoria, ma anche nelle cronache del Cai biellese. Sono loro, infatti, gli unici membri del gruppo GsBi Cai, la sezione speleologica del Club alpino cittadino, ad aver potuto ammirare in prima persona la maestosità e la bellezza della grotta glaciale (denominata, appunto, Effimera) scoperta nei mesi scorsi sotto il Ghiacciaio del Belvedere di Macugnaga e già ribattezzata dalle stampe nazionali, per le sue caratteristiche, “la grotta glaciale più estesa delle Alpi”.
Esplorazione. Jork ed Ettore hanno avuto la possibilità di entrare nella Grotta Effimera, la cui scoperta risale allo scorso settembre da parte di Valerio Botta, del Gruppo Grotte Cai Novara, circa tre settimane fa, in occasione di una delle esplorazioni del canale. «Siamo entrati per terminare il rilevamento che era stato iniziato dai colleghi del gruppo di Novara - spiega Jork - e siamo stati dentro la grotta poco più di tre ore». Giusto il tempo di “assaggiare” l’unicità del posto: «Una cosa incredibile - racconta lo speleologo del gruppo biellese, che con questa esperienza suggella anche i cinquant’anni di fondazione -: siamo andati avanti per circa 500 metri e, forse, saremmo potuti procedere ancora».
Ambiente. Ma l’ambiente, oltre che severo, è anche pericoloso: «Si tratta di una grotta in continuo movimento - prosegue -, tanto che siamo entrati strisciando in un pertugio che solo due settimane prima era una grossa apertura. E poi, c’è continuo pericolo di crolli». L’Effimera, d’altro canto, è qualcosa di davvero maestoso: si inoltra nel ghiacciaio per oltre 500 metri di sviluppo e 78 di profondità, snodandosi si snoda sia a monte sia a valle del pozzo verticale di ingresso, a una profondità compresa tra i 40 e i 60 metri dalla superficie esterna, diramandosi in varie direzioni. Quanto basta, insomma, per alzare la soglia di attenzione. E convincere gli speleologi, soprattutto dopo il brutto tempo di questi giorni, a non tentare più ingressi. «In ogni caso resterà un’esperienza unica - conclude Cavallari -, che non potremo più ripetere ma che forse rivivremo in altra maniera: lì, infatti, sappiamo che la grotta glaciale si riforma ogni anno». Tutto sta a vedere come l’Effimera trasformerà se stessa in futuro.
Veronica Balocco