Le scuole biellesi perdono cattedre

Le scuole biellesi perdono cattedre
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Se non è l’ultima, quella del sostegno è certo una spiaggia sulla quale approdano, oggi più di ieri, i precari della scuola. Ed è una delle prospettive, dalle quali si può leggere come vive il personale scolastico. Anche alla luce dell’ultimo allarme lanciato dalla Flc Cgil, che fa sapere: le scuole, nel Biellese, perdono altri posti di lavoro, per il prossimo anno scolastico 2015-2016. 

«Il dato complessivo, anche se basato su numeri non ancora definitivi, è decisamente negativo», spiega Marco Ramella Trotta, portavoce del Flc Cgil. «Ancora una volta, complice il calo degli alunni e degli studenti, Biella è la provincia più penalizzata del Piemonte». La nostra Regione, fa sapere il sindacato,  perde 52 cattedre, mentre la nostra provincia da sola ne ha ben 21 in meno. Quale la situazione delle scuole? Le scuole dell'infanzia ne perdono 5, 13 le cattedre tagliate sulla primaria, 6 alle medie. Mentre le superiori registrano 2 cattedre in più, un piccolo incremento determinato dall’aumento del numero di iscritti (66 unità in più).

A questo punto, entra in gioco il sostegno. Che - ed è la sola nota positiva - registra un incremento dei cosiddetti “posti in organico di diritto”. Ramella Trotta: «Passiamo dalle 222 cattedre attuali a 250, registrando così un incremento di 28 cattedre. In pratica, l’amministrazione ha finalmente riconosciuto la nostra richiesta di dare stabilità e continuità alle cattedre di sostegno, prima assegnate solo sul fatto. Resta da vedere quante cattedre saranno concesse sull'organico di fatto. Solo allora sapremo se si tratta di un incremento di posti o solo di una mera, per quanto positiva, trasformazione degli stessi».

Quel che è certo è che dietro ai numeri e tra le pieghe del precariato, c’è l’approdo al sostegno da parte dei docenti in esubero. «Pensiamo ai docenti di laboratori e ambito scientifico, ai quali con la riforma Gelmini sono state anche tagliate ore, che non sono così facilmente ricollocabili», fa notare Ramella Trotta.

Questi insegnanti vengono, in alternativa, impegnati per apporto alla didattica o per supplenze brevi. Di questi, una decina al momento si sposta fuori Biella per seguire il corso di riconversione sul sostegno. La scelta di riconversione è su base volontaria e, dicono gli interessati, molto delicata e impegnativa: «Sappiamo anche che toglie spazio ad altri precari senza specializzazione già indirizzati sul sostegno, ma a guadagnarci sono gli studenti, che potranno contare su personale specializzato».

Giovanna Boglietti

Se non è l’ultima, quella del sostegno è certo una spiaggia sulla quale approdano, oggi più di ieri, i precari della scuola. Ed è una delle prospettive, dalle quali si può leggere come vive il personale scolastico. Anche alla luce dell’ultimo allarme lanciato dalla Flc Cgil, che fa sapere: le scuole, nel Biellese, perdono altri posti di lavoro, per il prossimo anno scolastico 2015-2016. 

«Il dato complessivo, anche se basato su numeri non ancora definitivi, è decisamente negativo», spiega Marco Ramella Trotta, portavoce del Flc Cgil. «Ancora una volta, complice il calo degli alunni e degli studenti, Biella è la provincia più penalizzata del Piemonte». La nostra Regione, fa sapere il sindacato,  perde 52 cattedre, mentre la nostra provincia da sola ne ha ben 21 in meno. Quale la situazione delle scuole? Le scuole dell'infanzia ne perdono 5, 13 le cattedre tagliate sulla primaria, 6 alle medie. Mentre le superiori registrano 2 cattedre in più, un piccolo incremento determinato dall’aumento del numero di iscritti (66 unità in più).

A questo punto, entra in gioco il sostegno. Che - ed è la sola nota positiva - registra un incremento dei cosiddetti “posti in organico di diritto”. Ramella Trotta: «Passiamo dalle 222 cattedre attuali a 250, registrando così un incremento di 28 cattedre. In pratica, l’amministrazione ha finalmente riconosciuto la nostra richiesta di dare stabilità e continuità alle cattedre di sostegno, prima assegnate solo sul fatto. Resta da vedere quante cattedre saranno concesse sull'organico di fatto. Solo allora sapremo se si tratta di un incremento di posti o solo di una mera, per quanto positiva, trasformazione degli stessi».

Quel che è certo è che dietro ai numeri e tra le pieghe del precariato, c’è l’approdo al sostegno da parte dei docenti in esubero. «Pensiamo ai docenti di laboratori e ambito scientifico, ai quali con la riforma Gelmini sono state anche tagliate ore, che non sono così facilmente ricollocabili», fa notare Ramella Trotta.

Questi insegnanti vengono, in alternativa, impegnati per apporto alla didattica o per supplenze brevi. Di questi, una decina al momento si sposta fuori Biella per seguire il corso di riconversione sul sostegno. La scelta di riconversione è su base volontaria e, dicono gli interessati, molto delicata e impegnativa: «Sappiamo anche che toglie spazio ad altri precari senza specializzazione già indirizzati sul sostegno, ma a guadagnarci sono gli studenti, che potranno contare su personale specializzato».

Giovanna Boglietti

 

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