Laura Zegna: «Cerco giovani con idee»
«Sono disponibile a discutere qualsiasi progetto che riguardi il futuro dell’Oasi. Cerco persone volenterose e desiderose di mettersi in gioco, anche con idee nuove. Io non posso arrivare ovunque, per cui a loro dico: proponete, e parliamone. Se i vostri progetti si rivelano seri, e se siete disposti a mettervi in campo, sarò al vostro fianco». A pochi giorni dalla presentazione dell’ultimo progetto nato alle pendici di Bielmonte (il percorso “bioenergetico” dal Bocchetto Sessera all’Artignaga), Laura Zegna traccia un bilancio delle attività dell’Oasi Zegna e guarda al futuro. «Il nostro intento, come famiglia, non è mai stato quello di arricchirci con l’Oasi - spiega -, ma semplicemente di valorizzare il territorio che amiamo. Oggi, però il momento è difficile per cui sappiamo che, per mantenere questa realtà, bisogna andare oltre e tentare sempre strade nuove».
Sono passati più di vent’anni dall’inizio dell’avventura Oasi. Guardando indietro, intraprenderebbe di nuovo questo percorso?
«Senza dubbio. Era il ’90 quando Anna mise per la prima volta a fuoco l’idea di valorizzare questo territorio. Da allora, a muoverci è stato sempre e solo l’amore per questa terra. Un sentimento che ci è stato tramandato da nostro nonno, e che non ci ha mai portati a cercare un facile guadagno. Quello che abbiamo sempre voluto era far vivere la zona: da allora abbiamo fatto grandi passi, cercando di realizzare cose sempre nuove».
Oggi cos’è l’Oasi Zegna?
«Una realtà che funziona soprattutto grazie alla gente che ci lavora e ci vive. Io ho un contatto costante con i gestori, in particolare quelli aderenti al Consorzio, e devo dire che a loro devo molto. Certo, c’è ancora tanto da fare: non siamo al livello di un Trentino, che ha una vocazione turistica innata, ma qui abbiamo a disposizione giovani con le loro attività, alpigiani, maestri di sci, di mountain bike, appassionati di sport in montagna, di aquiloni, esercenti vari che, tutti insieme, sono il nostro patrimonio. Il segreto è semplicemente riuscire a lavorare tutti assieme, come tante volte stiamo facendo».
Eppure Bielmonte continua ad essere un po’ snobbato dai biellesi. La critica è che, in fondo, non ci sia niente da fare lì.
«E’ vero, i biellesi non frequentano Bielmonte quanto, ad esempio, Oropa. Il vero problema è che Bielmonte non ha un paese, e questo ci ha sempre penalizzati. Paradossalmente, e ce lo dimostrano i dati di affluenza dell’estate, ci sono molte più persone che arrivano da fuori provincia. Da Varese, Torino, Milano famiglie che apprezzano questo territorio e le attività che proponiamo».
L’inverno, comunque, non è più una garanzia per una piccola stazione sciistica. Pensate a diversificare? Le biciclette stanno dando grandi soddisfazioni a stazioni come Pila, Mera, Prali o Sestrière.
«Lo so ed è un tema su cui credo si debba assolutamente lavorare. Però non posso sempre pensare a organizzare tutto, né ho le competenze per farlo. Se dovessero esserci persone interessate a propormi un progetto serio, su questo o su altri ambiti, sono dispostissima a discutere e a dare il mio appoggio. Sono alla ricerca di giovani propositivi, con idee per il futuro e con la voglia di far vivere le strutture dell’Oasi. Ne abbiamo bisogno».
L’Oasi intende investire sul futuro?
«Il momento è difficile. Sappiamo che c’è crisi, ma se le cose dovessero riprendersi si può tentare di pensare a cose nuove per il futuro. Al momento il mio intento è quello di far vivere al meglio quello che c’è, anche con idee innovative».
Propositi per l’inverno?
«Punteremo ancora sulle attività per i bambini, e non modificheremo le tariffe. Lo scorso inverno è stato un disastro per via della mancanza di neve: speriamo che quest’anno il tempo ci aiuti».