Ladro scoperto cinque anni dopo

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Ladro scoperto
cinque anni dopo

Identificato grazie a un'impronta

(9 lug) Ci sono voluti cinque anni. Ma nei giorni scorsi il confronto al microscopio fra  tratti anatomici inconfondibili che stabiliscono l’unicità di ogni essere umano e cioé le impronte digitali, hanno consentito ai carabinieri di identificare un ladro che aveva commesso un furto il 2 novembre 2004 ai danni di una tabaccheria di Sordevolo.

Ladro scoperto
cinque anni dopo

Identificato grazie a un'impronta

Ci sono voluti cinque anni. Ma nei giorni scorsi il confronto al microscopio fra  tratti anatomici inconfondibili che stabiliscono l’unicità di ogni essere umano e cioé le impronte digitali, hanno consentito ai carabinieri di identificare un ladro che aveva commesso un furto il 2 novembre 2004 ai danni di una tabaccheria di Sordevolo. Il risultato è stato reso possibile grazie alla collaborazione e al continuo e proficuo scambio di materiale tra il Nucleo investigativo provinciale dei carabinieri di Biella e gli specialisti in camice bianco del Ris di Parma. L’accusa di furto è stata mossa nei confronti di uno slavo di 41 anni, Adzija B., pregiudicato, con numerosi alias utilizzati ogni volta che, nel corso degli anni, è incappato in un controllo di polizia. Abita a Milano, ma per ora risulta irreperibile.
L’identificazione attraverso l’utilizzo delle impronte digitali è basata su due basilari premesse: di persistenza, secondo cui le caratteristiche delle impronte non cambiano attraverso il tempo; di individualità, partendo dal presupposto che l’impronta è unica da individuo a individuo.
Il furto era avvenuto in piena notte. I ladri avevano forzato la porta sul retro e sfondato un pannello. Avevano rubato stecche di sigarette, valori bollati e qualche moneta dalla cassa per un ammontare complessivo di circa quindicimila euro. Il raid era poi stato scoperto al mattino dal proprietario.
Sapere anche a distanza di anni che quel furto potrebbe essere stato commesso da uno slavo e dai suoi complici, avalla le ipotesi investigative fatte a suo tempo dai carabinieri secondo i quali, in quel periodo di fine 2004, ad agire nel Biellese erano sostanzialmente bande organizzate riconducibili alla malavita straniera provenienti per lo più dall’hinterland di Milano. Nell’arco di poche settimane, oltre a furti in abitazioni e fabbriche commessi da personaggi senza scrupoli capaci di entrare nelle case con i proprietari che dormivano oppure seduti davanti alla tivù, le bande avevano svaligiato anche numerose tabaccherie come quella di Sagliano Micca oppure di Graglia. E sempre con la stessa identica tecnica. Ogni scena di furto, era sempre stata passata ai raggi X dagli specialisti del Nucleo investigativo dei carabinieri di Biella alla ricerca di qualunque indizio utile. In quella circostanza, oltre ad altro materiale biologico, i militari erano riusciti a isolare un’impronta digitale. Tutto il materiale era poi stato inviato come da prassi al Ris di Parma. Così, nei giorni scorsi, il raffronto tra impronte, ha portato all’individuazione dello slavo.

9 luglio 2009

 

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