INTERVISTA

La stylist di Mahmood e Elisa domani a Biella: "Quella finale a Sanremo..."

Susanna Ausoni parlerà al festival "ContemporaneA". Qui dice: «L’immagine è forte se c’è personalità». 

La stylist di Mahmood e Elisa domani a Biella: "Quella finale a Sanremo..."
Pubblicato:
Aggiornato:

Susanna Ausoni parlerà al festival "ContemporaneA". Qui dice: «L’immagine è forte se c’è personalità».

Professione stylist

L’aspetto più emozionante del mio lavoro di stylist è che io salgo su quel palco, con gli artisti. E se uno stylist vuole veramente bene a quel progetto, proprio come creazione, si sente responsabile. Sono su quel palco e voglio il successo della performance, voglio il successo di tutti gli artisti che seguo. Per questo, al “Festival di Sanremo”, trovandosi sul palcoscenico sia Mahmood che Elisa, per me è stato uno strazio, perché amavo entrambi terribilmente e avrei tanto voluto un ex equo. Così ho pianto di gioia per Alessandro (il vero nome del cantante, n.d.r.) e mi sono dispiaciuta molto per Elisa. Poi va detto: in realtà, in qualche modo hanno vinto entrambi».
Quel che racconta Susanna Ausoni è la finale di “Sanremo” di quest’anno vista da un altro punto di vista, potremmo dire dal dietro le quinte ma non troppo. Perché lei, da quotata stylist in ambito musicale e televisivo soprattutto, da ormai vent’anni cura l’immagine di alcuni dei più famosi artisti italiani. E lo fa così, «con grande empatia. Perché quando non ami i progetti, poi si chiudono da soli, è successo anche a me. Per ogni progetto, serve magia».

L’incontro

Susanna Ausoni è tra le ospiti del festival al femminile “ContemporaneA” e domani domenica 25 settembre 2022, alle ore 11 a Palazzo Ferrero, parlerà del libro “L’arte dello styling. Come raccontarsi attraverso i vestiti” (Vallardi), che firma con il giornalista e critico di moda Antonio Mancinelli. Con loro sarà in conversazione Mariangela Rossetto, docente e manager con esperienza internazionale nella moda e nel lusso.
“Eco di Biella” propone in anteprima un confronto con Susanna Ausoni, per capire come ha cominciato e quali siano i segreti di questa professione, che oggi attira sempre di più l’attenzione dei media e dei curiosi.

Gli inizi: Carmen Consoli

«Non era nei piani all’inizio. Ho fatto un percorso scolastico distante dalla moda - racconta - Una scuola linguistica sperimentale, poi mi sono iscritta all’Università per studiare Sociologia. Quando ho iniziato a fare questo mestiere, chi lavorava nei costumi studiava a Brera e prendeva il diploma di laurea in Scena e costume, non esistevano le scuole di moda che esistono adesso. Direi che è questo lavoro che ha scelto me». Ma cosa significa essere stylist, per Susanna Ausoni? «Si tratta di un lavoro che si può fare in tanti modi. Se lo si fa in modo estremamente professionale, è un mestiere al servizio di altri, esattamente come tanti della libera professione. Si devono tenere in considerazione le esigenze del cliente, o meglio dell’artista che non è un semplice cliente (ma poi nessuno è mai così, solo un cliente). L’artista è più complesso dal punto di vista umano, perché per predisposizione molto sensibile e attento, esattamente come un creativo. Il mio modo di fare il mio mestiere è stare nell’ascolto, più che uditivo visivo».
Come evitare che l’immagine sovrasti l’artista? Ausoni risponde: «Ci deve essere un bilanciamento tra l’immagine e la personalità, la missione artistica, il contenuto artistico. Io non amo lavorare con artisti ai quali “appiccico” sopra un’immagine. Gli artisti che seguo sono espressione di ciò che loro sono. La mia difficoltà, dunque, è farne una traduzione. Allo stesso modo, io non amo apparire troppo, preferisco che sia il mio lavoro a parlare. Ed è stato sempre così, sin dagli inizi quando mi notò Paola Maugeri e approdai al programma “Segnali di fumo”». E la sua prima star? «Carmen Consoli, ero giovanissima». Da allora sono tanti i nomi del suo carnet: Irene Grandi, Dolcenera e Nek, Vanessa Incontrada e Victoria Cabello, Francesco Gabbani, Noemi, Francesca Michielin.

La personalità è tutto

Susanna Ausoni cerca lo stile proprio di ciascuno, parla di bilanciamento. Come suggerirlo soprattutto ai giovani, in un’epoca in cui l’immagine canonizzata è tutto o quasi? «Il consiglio che do sempre è antitetico al mestiere che faccio, che sembra stia sulla superficie. Io consiglio di coltivare una cosa più forte dell’immagine: la personalità. E la personalità accompagnata da un’immagine che la comunica è la più creativa che si può avere, e sarà un successo. Nel mio percorso personale, non sono mai voluta essere legata ai brand, ho sempre cercato di “mischiare” con un il senso giusto per chi avevo di fronte, con un occhio alla sostenibilità e al riutilizzo. Occorre prendersi molta attenzione circa l’ascoltarsi, il non essere vittime di immagini che non sono vere, riferimenti spesso modificati e fuori dal piano di realtà. Da ragazzina, al liceo, andava di moda Naj Oleari. Mio papà era bibliotecario e mamma faceva lavoretti. Non potevo permettermi una borsa simile, così ne presi un’altra e la disegnai. Il risultato: avevo una cosa di originale. Ciò che inizialmente ai giovani pare un limite si rivela una forza».

Giovanna Boglietti

Seguici sui nostri canali