«La Sindone è vera? La certezza mai»: l’esperta Emanuela Marinelli a Biella per una conferenza

«La Sindone è vera? La certezza mai»: l’esperta Emanuela Marinelli a Biella per una conferenza
Pubblicato:
Aggiornato:

«Percorrere un viaggio affascinante tra storia e scienza in un dipanarsi di indagini strettamente collegate, fino a formare un intreccio di ipotesi e di verifiche. Perché studiare la Sindone non è un’impresa da poco: è l’analisi di un mistero». (La sindone, Analisi di un mistero, edito da Sugarco). Sarà questa la linea guida dell’incontro con Emanuela Marinelli, fra i massimi studiosi della Sindone in Italia e non solo, che si terrà sabato, alle ore 21 presso l’oratorio di Santo Stefano, in via don Minzoni  1, a Biella.

Una vita spesa studiando la Sindone, alla sfida di togliere quell'alone di mistero che da secoli avvolge quel "telo bianco". Cosa l'ha spinta ad intraprendere questo viaggio?

«Studio la Sindone da 38 anni, da quando vidi in tv un servizio che parlava delle ricerche di Max Frei, il direttore del laboratorio scientifico della polizia di Zurigo. Questo botanico aveva scoperto sulla Sindone granuli di polline provenienti da piante desertiche che fioriscono in epoche diverse in Palestina, altri di piante della Turchia dell’Est, altri dei dintorni di Costantinopoli, altri ancora di specie esistenti in Francia e in Italia, e questo confermò le verosimili tappe storiche del Telo. Dalla ricerca di Frei è partito il mio interesse per la Sindone».

In studi di questo genere scienza e religione sono strettamente collegati. Non vi è forse il rischio che da entrambi i lati (scienziati a favore e contro la veridicità della Sindone) la voglia di accreditare la propria tesi prevalga sulla voglia di verità?

«Indubbiamente ci sono persone che esagerano da entrambi i lati, ma gli scienziati veri sono oggettivi e basano le proprie convinzioni sui risultati di ricerche serie e documentate. Alla luce degli studi pubblicati su riviste scientifiche autorevoli, oggi non si può più sostenere che la Sindone sia una contraffazione realizzata da un artista. Il lenzuolo ha invece avvolto il cadavere di un uomo flagellato, coronato di spine, crocifisso e trafitto da una lancia, proprio come è descritto nei Vangeli. Sulla stoffa è presente sangue umano coagulatosi sulla pelle ferita e ridiscioltosi a contatto con il lenzuolo impregnato di profumi. La datazione radiocarbonica, che aveva collocato l’origine della Sindone nel Medio Evo, è stata successivamente smentita da ulteriori indagini scientifiche, che hanno dimostrato come il campione esaminato non fosse rappresentativo dell’intero lenzuolo perché inquinato e rammendato. Resta il mistero della formazione dell’immagine umana, che si può spiegare solo ammettendo una radiazione luminosa sprigionata dal corpo. E questa è davvero una sfida per la scienza».

Oltre alla conferenza tenuta da Emanuela Marinelli è in programma anche un’altra iniziativa in occasione dell’ostensione della Sindone a Torino alla cattedrale di San Giovanni dal 19 aprile al 24 giugno (la visita alla Sindone è gratuita ma è necessaria la prenotazione tramite il sito www.sindone.org o chiamando il call center 011.5252550). Venerdì 24 aprile si inaugurerà nello “Spazio Cultura” della Fondazione Crb in via Garibaldi la mostra “Le Sindoni ritrovate” allestita nell’ambito del “Progetto Sindone” avviato dal DocBi nel 1998. «Tale progetto - spiegano al Docbi -  ha come finalità la documentazione fotografica, la schedatura e lo studio del patrimonio iconografico sindonico biellese - tra i più rilevanti in Piemonte - costituito dalle oltre trenta raffigurazioni del sacro lino rinvenute ad oggi».

Dopo aver preso atto delle condizioni di grave degrado di questo patrimonio, che senza un sollecito intervento rischiava di andare perduto, operando in sinergia con la Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici è stata avviata un’azione finalizzata al recupero delle opere più danneggiate. Nel corso di alcuni anni di impegno, sono state recuperate cinque tele raffiguranti la  Sindone collocate rispettivamente nell’oratorio della frazione Sella di Mosso, nel santuario di Oropa, nelle chiese parrocchiali di Portula e di Coggiola, e nell’oratorio di Roreto a Quittengo. Altri interventi hanno consentito il recupero di una tavola lignea presso il santuario di Graglia e di due affreschi, il primo a Biella Piazzo (piazza Cisterna) e il secondo a Passobreve, nell’oratorio di San Defendente. Nella mostra, oltre alle opere restaurate per iniziativa del DocBi si affiancano le due opere il cui recupero è stato voluto e finanziato dal Comune di Biella: un affresco realizzato nella facciata della Casa della Sindone nel Vernato e una tela già collocata nella chiesa di San Sebastiano (ora al Museo del Territorio). Prima dell’inaugurazione della mostra, alle ore 17.30 nella sala conferenze di via Garibaldi, è prevista una breve presentazione del “Progetto Sindone” con gli interventi di Vittorio Natale e Giovanni Vachino. La mostra sarà visitabile fino al 9 maggio da lunedì a venerdì 9-13 e 14,30-17,30, sabato e domenica 16-19.

 

Leggi tutta l’intervista e i dettagli sulla mostra e sull’ostensione della sindone sull’Eco di Biella di giovedì 16 aprile 

«Percorrere un viaggio affascinante tra storia e scienza in un dipanarsi di indagini strettamente collegate, fino a formare un intreccio di ipotesi e di verifiche. Perché studiare la Sindone non è un’impresa da poco: è l’analisi di un mistero». (La sindone, Analisi di un mistero, edito da Sugarco). Sarà questa la linea guida dell’incontro con Emanuela Marinelli, fra i massimi studiosi della Sindone in Italia e non solo, che si terrà sabato, alle ore 21 presso l’oratorio di Santo Stefano, in via don Minzoni  1, a Biella.

Una vita spesa studiando la Sindone, alla sfida di togliere quell'alone di mistero che da secoli avvolge quel "telo bianco". Cosa l'ha spinta ad intraprendere questo viaggio?

«Studio la Sindone da 38 anni, da quando vidi in tv un servizio che parlava delle ricerche di Max Frei, il direttore del laboratorio scientifico della polizia di Zurigo. Questo botanico aveva scoperto sulla Sindone granuli di polline provenienti da piante desertiche che fioriscono in epoche diverse in Palestina, altri di piante della Turchia dell’Est, altri dei dintorni di Costantinopoli, altri ancora di specie esistenti in Francia e in Italia, e questo confermò le verosimili tappe storiche del Telo. Dalla ricerca di Frei è partito il mio interesse per la Sindone».

In studi di questo genere scienza e religione sono strettamente collegati. Non vi è forse il rischio che da entrambi i lati (scienziati a favore e contro la veridicità della Sindone) la voglia di accreditare la propria tesi prevalga sulla voglia di verità?

«Indubbiamente ci sono persone che esagerano da entrambi i lati, ma gli scienziati veri sono oggettivi e basano le proprie convinzioni sui risultati di ricerche serie e documentate. Alla luce degli studi pubblicati su riviste scientifiche autorevoli, oggi non si può più sostenere che la Sindone sia una contraffazione realizzata da un artista. Il lenzuolo ha invece avvolto il cadavere di un uomo flagellato, coronato di spine, crocifisso e trafitto da una lancia, proprio come è descritto nei Vangeli. Sulla stoffa è presente sangue umano coagulatosi sulla pelle ferita e ridiscioltosi a contatto con il lenzuolo impregnato di profumi. La datazione radiocarbonica, che aveva collocato l’origine della Sindone nel Medio Evo, è stata successivamente smentita da ulteriori indagini scientifiche, che hanno dimostrato come il campione esaminato non fosse rappresentativo dell’intero lenzuolo perché inquinato e rammendato. Resta il mistero della formazione dell’immagine umana, che si può spiegare solo ammettendo una radiazione luminosa sprigionata dal corpo. E questa è davvero una sfida per la scienza».

Oltre alla conferenza tenuta da Emanuela Marinelli è in programma anche un’altra iniziativa in occasione dell’ostensione della Sindone a Torino alla cattedrale di San Giovanni dal 19 aprile al 24 giugno (la visita alla Sindone è gratuita ma è necessaria la prenotazione tramite il sito www.sindone.org o chiamando il call center 011.5252550). Venerdì 24 aprile si inaugurerà nello “Spazio Cultura” della Fondazione Crb in via Garibaldi la mostra “Le Sindoni ritrovate” allestita nell’ambito del “Progetto Sindone” avviato dal DocBi nel 1998. «Tale progetto - spiegano al Docbi -  ha come finalità la documentazione fotografica, la schedatura e lo studio del patrimonio iconografico sindonico biellese - tra i più rilevanti in Piemonte - costituito dalle oltre trenta raffigurazioni del sacro lino rinvenute ad oggi».

Dopo aver preso atto delle condizioni di grave degrado di questo patrimonio, che senza un sollecito intervento rischiava di andare perduto, operando in sinergia con la Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici è stata avviata un’azione finalizzata al recupero delle opere più danneggiate. Nel corso di alcuni anni di impegno, sono state recuperate cinque tele raffiguranti la  Sindone collocate rispettivamente nell’oratorio della frazione Sella di Mosso, nel santuario di Oropa, nelle chiese parrocchiali di Portula e di Coggiola, e nell’oratorio di Roreto a Quittengo. Altri interventi hanno consentito il recupero di una tavola lignea presso il santuario di Graglia e di due affreschi, il primo a Biella Piazzo (piazza Cisterna) e il secondo a Passobreve, nell’oratorio di San Defendente. Nella mostra, oltre alle opere restaurate per iniziativa del DocBi si affiancano le due opere il cui recupero è stato voluto e finanziato dal Comune di Biella: un affresco realizzato nella facciata della Casa della Sindone nel Vernato e una tela già collocata nella chiesa di San Sebastiano (ora al Museo del Territorio). Prima dell’inaugurazione della mostra, alle ore 17.30 nella sala conferenze di via Garibaldi, è prevista una breve presentazione del “Progetto Sindone” con gli interventi di Vittorio Natale e Giovanni Vachino. La mostra sarà visitabile fino al 9 maggio da lunedì a venerdì 9-13 e 14,30-17,30, sabato e domenica 16-19.

 

Leggi tutta l’intervista e i dettagli sulla mostra e sull’ostensione della sindone sull’Eco di Biella di giovedì 16 aprile 

 

Seguici sui nostri canali