«L’Unione dei Comuni del Basso Biellese? Non dà i frutti sperati»
CANDELO - L’Unione dei Comuni del Basso Biellese doveva permettere l'esercizio congiunto di funzioni o servizi di competenza comunale, ad esempio la riorganizzazione dei servizi, l’organizzazione della protezione civile, un coordinamento delle polizie locali per garantire maggior controllo del territorio e sicurezza.
Succede? Funziona? Quali vantaggi ha portato? A sentire cosa ne pensano i vari amministratori comunali candelesi, sia di maggioranza che di minoranza sembra proprio di no, tanto che emerge forte l’orientamento guardare verso il confinante paese, Vigliano, che conta, come Candelo, circa ottomila abitanti.
Durante il consiglio comunale il sindaco Mariella Biollino, ha evidenziato la grave situazione di sotto organico della polizia locale, che dovrebbe prestare servizio anche nei Comuni limitrofi dell’Unione: «Non possiamo sostenere anche il peso degli altri perchè siamo messi male già noi, il problema è che tutto viene calcolato in base al numero di abitanti quindi noi siamo quelli che sosteniamo gli oneri maggiori - ha ammesso - I nostri vigili sono tre e fanno miracoli e non possono più andare a fare servizio fuori negli altri paesi. Adesso toglieremo loro le pratiche legate al commercio che passerà all’ufficio tecnico e vogliamo accorpare gli sportelli delle pratiche edilizie e attività produttive, ma qui dobbiamo capire come fare con Vigliano».
Candelo non solo fa parte dell’Unione dei Comuni del Basso Biellese con Cavaglià, Verrone, Gaglianico, Benna, Dorzano, Massazza, Roppolo, Salussola, Villanova, ma condivide servizi anche con Vigliano come la centrale unica di committenza lo sportello delle attività produttive, il servizio di segreteria comunale.
Ma anche con Vigliano qualche aggiustamento va fatto, come ha spiegato la Biollino «perchè noi abbiamo un terzo delle pratiche edilizie di Vigliano ma paghiamo il costo del personale metà a testa. Vigliano dice che ha poco personale ma noi ancora meno. Questa settimana avrò un incontro con il sindaco Vazzoler e metterò sul piatto della bilancia questo argomento».
Davide Dellarole ha tracciato un quadro negativo dell’Unione di Comuni, invitando a guardare decisamente a Vigliano. «A che serve l’Unione? Non ci sono soldi, non eroghiamo servizi, il personale scarseggia, non facciamo nulla di quella che era la strategia. Quel discorso che si era fatto, di avvicinarsi a Vigliano e tanti saluti all’Unione dei Comuni, che tanto non serve a niente e nessuno la vuole, non possiamo prenderlo in considerazione?».
Renzo Belossi ha individuato nella perdita di potere dei Comuni l’ostacolo da superare per il funzionamento delle Unioni auspicando la fusione per legge dei Comuni. «Difficoltà delle norme, personale che non si può assumere: non si può andare avanti così. Quando non ci diranno voi non esistete più, e si dovrà formare un nuovo Comune composto da 20, 30 mila abitanti, allora cambierà tutto, non ci saranno più tante cariche di sindaco, assessori e consiglieri. Oggi non si arriva a niente perchè c’è sempre la carica da difendere, per il prestigio, il potere. Tutto questo blocca il processo. Mi auguro veramente che quanto ha detto il vice presidente dell’Anci, il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, che ad ottobre la legge obbligherà alle fusioni ed unioni dei Comuni, perchè in queste condizioni è difficile sopravvivere».
Sante Tregnago
CANDELO - L’Unione dei Comuni del Basso Biellese doveva permettere l'esercizio congiunto di funzioni o servizi di competenza comunale, ad esempio la riorganizzazione dei servizi, l’organizzazione della protezione civile, un coordinamento delle polizie locali per garantire maggior controllo del territorio e sicurezza.
Succede? Funziona? Quali vantaggi ha portato? A sentire cosa ne pensano i vari amministratori comunali candelesi, sia di maggioranza che di minoranza sembra proprio di no, tanto che emerge forte l’orientamento guardare verso il confinante paese, Vigliano, che conta, come Candelo, circa ottomila abitanti.
Durante il consiglio comunale il sindaco Mariella Biollino, ha evidenziato la grave situazione di sotto organico della polizia locale, che dovrebbe prestare servizio anche nei Comuni limitrofi dell’Unione: «Non possiamo sostenere anche il peso degli altri perchè siamo messi male già noi, il problema è che tutto viene calcolato in base al numero di abitanti quindi noi siamo quelli che sosteniamo gli oneri maggiori - ha ammesso - I nostri vigili sono tre e fanno miracoli e non possono più andare a fare servizio fuori negli altri paesi. Adesso toglieremo loro le pratiche legate al commercio che passerà all’ufficio tecnico e vogliamo accorpare gli sportelli delle pratiche edilizie e attività produttive, ma qui dobbiamo capire come fare con Vigliano».
Candelo non solo fa parte dell’Unione dei Comuni del Basso Biellese con Cavaglià, Verrone, Gaglianico, Benna, Dorzano, Massazza, Roppolo, Salussola, Villanova, ma condivide servizi anche con Vigliano come la centrale unica di committenza lo sportello delle attività produttive, il servizio di segreteria comunale.
Ma anche con Vigliano qualche aggiustamento va fatto, come ha spiegato la Biollino «perchè noi abbiamo un terzo delle pratiche edilizie di Vigliano ma paghiamo il costo del personale metà a testa. Vigliano dice che ha poco personale ma noi ancora meno. Questa settimana avrò un incontro con il sindaco Vazzoler e metterò sul piatto della bilancia questo argomento».
Davide Dellarole ha tracciato un quadro negativo dell’Unione di Comuni, invitando a guardare decisamente a Vigliano. «A che serve l’Unione? Non ci sono soldi, non eroghiamo servizi, il personale scarseggia, non facciamo nulla di quella che era la strategia. Quel discorso che si era fatto, di avvicinarsi a Vigliano e tanti saluti all’Unione dei Comuni, che tanto non serve a niente e nessuno la vuole, non possiamo prenderlo in considerazione?».
Renzo Belossi ha individuato nella perdita di potere dei Comuni l’ostacolo da superare per il funzionamento delle Unioni auspicando la fusione per legge dei Comuni. «Difficoltà delle norme, personale che non si può assumere: non si può andare avanti così. Quando non ci diranno voi non esistete più, e si dovrà formare un nuovo Comune composto da 20, 30 mila abitanti, allora cambierà tutto, non ci saranno più tante cariche di sindaco, assessori e consiglieri. Oggi non si arriva a niente perchè c’è sempre la carica da difendere, per il prestigio, il potere. Tutto questo blocca il processo. Mi auguro veramente che quanto ha detto il vice presidente dell’Anci, il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, che ad ottobre la legge obbligherà alle fusioni ed unioni dei Comuni, perchè in queste condizioni è difficile sopravvivere».
Sante Tregnago