L’Its sotto la lente della Buona Scuola

L’Its sotto la lente della Buona Scuola
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BIELLA - La “Buona Scuola” mette mano anche nell’ambito, sinora poco citato dai media in termini di riforma, degli Its, vale a dire gli Istituti Tecnici Superiori disseminati da un capo all’altro dell’Italia. E le nuove disposizioni del Ministero non potrebbero non interessare anche l’Its biellese, incentrato sul Tessile, Abbigliamento e Moda. Le novità previste si accompagnano al dato generale sull’esito dell’attività degli Istituti Tecnici Superiori, che il Miur riassume così: «A un anno di distanza dal conseguimento del titolo di studio, il 79,8 per cento dei primi diplomati negli Its ha ottenuto un contratto di lavoro». 

A partire da questa media nazionale, la “Buona Scuola” interviene, adesso, a delineare e rendere comuni modalità di valutazione che sinora erano regolate in primis dalle Regioni. In particolare, ha annunciato il sottosegretario Gabriele Toccafondi, si è stabilito che il 30 per cento delle risorse destinate agli Its, d’ora in poi, sarà assegnato su parametri qualitativi, basati per il 40 per cento sull’occupabilità dei ragazzi. E che gli Its che riceveranno una valutazione inferiore a 50/100 non riceveranno finanziamenti e, dopo tre anni di valutazioni negative, non potranno più rilasciare titoli di studio.  

All’Its Tam di Biella, che ha sede a Città Studi e cui fa capo l’Iis “Q. Sella”, si guarda alle nuove disposizioni con positività, dall’alto di una media di occupabilità degli allievi del 90 per cento, che nel caso dell’ultimo biennio ha toccato il 100 per cento, e riguarda per la maggior parte contratti approdati al tempo indeterminato.  «Come Its, siamo stati sottoposti a valutazione sin dalla nostra costituzione - spiega la coordinatrice, Silvia Moglia - I criteri tenuti in considerazione sono, ad esempio, oltre all’occupabilità, anche il numero di iscritti o il numero di abbandoni. Sino a poco tempo fa, l’Its di Biella era fanalino di coda in Piemonte rispetto alla quantità di studenti, dato che come standard si indicavano 20 iscritti e da noi se ne contavano al massimo 13». 

Quindi, se da un lato l’Its Tam godeva di altissima occupabilità, dall’altro aveva poca utenza. Le cose, però, sono cambiate: «Grazie ad operazioni di orientamento mirate, al supporto indispensabile dell’Unione Industriale Biellese, per il legame sempre più stretto con le aziende locali come vuole la natura dell’Its, e alla pubblicità diffusa, ci siamo fatti conoscere e, per il nuovo biennio 2015-2017, contiamo su 24 studenti, a fronte di circa 50 candidature e 40 presenze al momento delle prove di selezione».

Il bacino di utenza piccolo del Biellese, insomma, sembra allargarsi al territorio nazionale. Non solo: tra gli allievi alcuni sono anche stranieri. Silvia Moglia: «L’Its è nato, tre anni fa, nel periodo più nero per il tessile biellese, periodo dal quale oggi stiamo fortunatamente uscendo. Quanto alla “Buona Scuola”, è importante che gli Its siano stati menzionati e si mostri verso di loro interesse. Il nostro obiettivo, oltre a garantire un percorso di alta qualità, è quello di far sì che i ragazzi non guardiano più agli Istituti Tecnici Superiori come a un “piano b”, ma alla stregua di un percorso post-diploma di valore pari a quello universitario».

Giovanna Boglietti

BIELLA - La “Buona Scuola” mette mano anche nell’ambito, sinora poco citato dai media in termini di riforma, degli Its, vale a dire gli Istituti Tecnici Superiori disseminati da un capo all’altro dell’Italia. E le nuove disposizioni del Ministero non potrebbero non interessare anche l’Its biellese, incentrato sul Tessile, Abbigliamento e Moda. Le novità previste si accompagnano al dato generale sull’esito dell’attività degli Istituti Tecnici Superiori, che il Miur riassume così: «A un anno di distanza dal conseguimento del titolo di studio, il 79,8 per cento dei primi diplomati negli Its ha ottenuto un contratto di lavoro». 

A partire da questa media nazionale, la “Buona Scuola” interviene, adesso, a delineare e rendere comuni modalità di valutazione che sinora erano regolate in primis dalle Regioni. In particolare, ha annunciato il sottosegretario Gabriele Toccafondi, si è stabilito che il 30 per cento delle risorse destinate agli Its, d’ora in poi, sarà assegnato su parametri qualitativi, basati per il 40 per cento sull’occupabilità dei ragazzi. E che gli Its che riceveranno una valutazione inferiore a 50/100 non riceveranno finanziamenti e, dopo tre anni di valutazioni negative, non potranno più rilasciare titoli di studio.  

All’Its Tam di Biella, che ha sede a Città Studi e cui fa capo l’Iis “Q. Sella”, si guarda alle nuove disposizioni con positività, dall’alto di una media di occupabilità degli allievi del 90 per cento, che nel caso dell’ultimo biennio ha toccato il 100 per cento, e riguarda per la maggior parte contratti approdati al tempo indeterminato.  «Come Its, siamo stati sottoposti a valutazione sin dalla nostra costituzione - spiega la coordinatrice, Silvia Moglia - I criteri tenuti in considerazione sono, ad esempio, oltre all’occupabilità, anche il numero di iscritti o il numero di abbandoni. Sino a poco tempo fa, l’Its di Biella era fanalino di coda in Piemonte rispetto alla quantità di studenti, dato che come standard si indicavano 20 iscritti e da noi se ne contavano al massimo 13». 

Quindi, se da un lato l’Its Tam godeva di altissima occupabilità, dall’altro aveva poca utenza. Le cose, però, sono cambiate: «Grazie ad operazioni di orientamento mirate, al supporto indispensabile dell’Unione Industriale Biellese, per il legame sempre più stretto con le aziende locali come vuole la natura dell’Its, e alla pubblicità diffusa, ci siamo fatti conoscere e, per il nuovo biennio 2015-2017, contiamo su 24 studenti, a fronte di circa 50 candidature e 40 presenze al momento delle prove di selezione».

Il bacino di utenza piccolo del Biellese, insomma, sembra allargarsi al territorio nazionale. Non solo: tra gli allievi alcuni sono anche stranieri. Silvia Moglia: «L’Its è nato, tre anni fa, nel periodo più nero per il tessile biellese, periodo dal quale oggi stiamo fortunatamente uscendo. Quanto alla “Buona Scuola”, è importante che gli Its siano stati menzionati e si mostri verso di loro interesse. Il nostro obiettivo, oltre a garantire un percorso di alta qualità, è quello di far sì che i ragazzi non guardiano più agli Istituti Tecnici Superiori come a un “piano b”, ma alla stregua di un percorso post-diploma di valore pari a quello universitario».

Giovanna Boglietti

 

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