L’intimo Bresson, Gianadda il biellese

L’intimo Bresson, Gianadda il biellese
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BIELLA - Jean-Henry Papilloud e Sophia Cantinotti, i curatori della  mostra dedicata a Henri Cartier-Bresson con gli scatti del maestro della fotografia definiti e raccolti nella collezione Sam, Lilette e Sébastien Szafran divenuta nel tempo proprietà della Fondazione Pierre Gianadda di Martigny, stanno per arrivare a Biella per seguire l’allestimento della rassegna che sarà l’evento dell’anno per la Fondazione Crb che ha sostenuto l’iniziativa con diversi altri attori cittadini e provinciali. La mostra sarà inaugurata  sabato 19 marzo e proseguirà per otto settimane fino a domenica 15 maggio  nei suggestivi spazi di Palazzo Gromo Losa al Piazzo, dove già nella primavera scorsa l’attuale leader della Fondazione svizzera, Leonard Gianadda, fu protagonista di  due eventi  con suoi scatti giovanili.  Proprio in quell’occasione  Gianadda firmò con l’ex presidente Crb Luigi Squillario un patto di collaborazione nel quale si prevedeva questa esposizione di livello internazionale a Biella.
La rassegna presenta un corpus di opere del grande fotografo francese, fra i fondatori dell’agenzia Magnum nel 1947. Si tratta di 226 stampe ai sali d’argento donate nel corso degli anni da Cartier-Bresson all’artista suo amico Sam Szafran. Entrambi erano a loro volta amici di Léonard Gianadda, alla cui Fondazione Szafran e la moglie decisero di donare la collezione dopo la scomparsa del fotografo. La mostra porta in Italia circa 150 di quelle stampe originali di questa incredibile raccolta di immagini in bianco e nero accompagnate spesso da dediche, riflessioni,  calembours o versi improvvisati personali. «La collezione - dicono gli estimatori - è un riflesso fedele dell’intera opera di Henri Cartier-Bresson tra viaggi, scatti di gioventù, momenti storici e, incontri con  artisti amici come Alberto Giacometti, Henri Matisse, Pierre Bonnard, ma anche Edith Piaf, Pablo Picasso e Jeanne Moreau». 
Il ‘Sistema Biella’ ha operato altri due eventi contestuali. Il primo riguarda la biellesità dei Gianadda - titolo “Un cammino verso il mondo: i Gianadda da Curino a Martigny” frutto di una ricerca curata dagli studenti del Bona e dal DocBi col sostegno del Rotary di Valle Mosso -  che si terrà allo Spazio Cultura della Crb (verrà inaugurata venerdì 18 marzo intorno alle 18,30 dopo una lectio magistralis agli studenti del Bona dello stesso Leonard Gianadda alle 17,30. Il secondo è una rassegna a cura del Comune dal titolo “Biella pioniera della fotografia: un affascinante viaggio a partire da Giuseppe Venanzio Sella” al Museo del Territorio. Infine, ma non ultimo, è stato aperto un profilo Instagram “#BeLikeHenry” (essere come Henry) che dà visibilità a chi  fotograferà il territorio in bianco e nero con lo sguardo sempre in movimento e “intimo” che contraddistingue  Cartier-Bresson. Ultima novità, l’introduzione  di un biglietto d’ingresso di 5 euro con varianti diverse di riduzioni.
Roberto Azzoni 
 

BIELLA - Jean-Henry Papilloud e Sophia Cantinotti, i curatori della  mostra dedicata a Henri Cartier-Bresson con gli scatti del maestro della fotografia definiti e raccolti nella collezione Sam, Lilette e Sébastien Szafran divenuta nel tempo proprietà della Fondazione Pierre Gianadda di Martigny, stanno per arrivare a Biella per seguire l’allestimento della rassegna che sarà l’evento dell’anno per la Fondazione Crb che ha sostenuto l’iniziativa con diversi altri attori cittadini e provinciali. La mostra sarà inaugurata  sabato 19 marzo e proseguirà per otto settimane fino a domenica 15 maggio  nei suggestivi spazi di Palazzo Gromo Losa al Piazzo, dove già nella primavera scorsa l’attuale leader della Fondazione svizzera, Leonard Gianadda, fu protagonista di  due eventi  con suoi scatti giovanili.  Proprio in quell’occasione  Gianadda firmò con l’ex presidente Crb Luigi Squillario un patto di collaborazione nel quale si prevedeva questa esposizione di livello internazionale a Biella.
La rassegna presenta un corpus di opere del grande fotografo francese, fra i fondatori dell’agenzia Magnum nel 1947. Si tratta di 226 stampe ai sali d’argento donate nel corso degli anni da Cartier-Bresson all’artista suo amico Sam Szafran. Entrambi erano a loro volta amici di Léonard Gianadda, alla cui Fondazione Szafran e la moglie decisero di donare la collezione dopo la scomparsa del fotografo. La mostra porta in Italia circa 150 di quelle stampe originali di questa incredibile raccolta di immagini in bianco e nero accompagnate spesso da dediche, riflessioni,  calembours o versi improvvisati personali. «La collezione - dicono gli estimatori - è un riflesso fedele dell’intera opera di Henri Cartier-Bresson tra viaggi, scatti di gioventù, momenti storici e, incontri con  artisti amici come Alberto Giacometti, Henri Matisse, Pierre Bonnard, ma anche Edith Piaf, Pablo Picasso e Jeanne Moreau». 
Il ‘Sistema Biella’ ha operato altri due eventi contestuali. Il primo riguarda la biellesità dei Gianadda - titolo “Un cammino verso il mondo: i Gianadda da Curino a Martigny” frutto di una ricerca curata dagli studenti del Bona e dal DocBi col sostegno del Rotary di Valle Mosso -  che si terrà allo Spazio Cultura della Crb (verrà inaugurata venerdì 18 marzo intorno alle 18,30 dopo una lectio magistralis agli studenti del Bona dello stesso Leonard Gianadda alle 17,30. Il secondo è una rassegna a cura del Comune dal titolo “Biella pioniera della fotografia: un affascinante viaggio a partire da Giuseppe Venanzio Sella” al Museo del Territorio. Infine, ma non ultimo, è stato aperto un profilo Instagram “#BeLikeHenry” (essere come Henry) che dà visibilità a chi  fotograferà il territorio in bianco e nero con lo sguardo sempre in movimento e “intimo” che contraddistingue  Cartier-Bresson. Ultima novità, l’introduzione  di un biglietto d’ingresso di 5 euro con varianti diverse di riduzioni.
Roberto Azzoni 
 

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