L’enigma della Passione in un libro

L’enigma della Passione in un libro
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SORDEVOLO  - La prima citazione è quella di Lewis Carroll e il suo “Alice nel Paese delle Meraviglie”: «A che serve un libro senza dialoghi né figure?». La seconda è un commento sullo spettacolo, che Italo Alighiero Chiusano ha scritto per “Il Dramma” nel 1980: «Il lungo appuntamento con la prossima volta diventa un impegno a verificare con una riprova questa strana cosa che ci è stata messa dentro».

Si articola, pagina dopo pagina, attorno a questi due capisaldi il volume “La Passione di Sordevolo, immagini e parole”, presentato sabato dai membri della Commissione Museo e dell’Associazione Teatro Popolare (in foto), in occasione dell’inaugurazione della “Mostra della Sindone”, unica esposizione ufficiale della copia certificata del sacro lino, che fino al 27 settembre sarà aperta al pubblico all’interno della Chiesa di Santa Marta. Due capisaldi che conducono a un «enigma” difficile da sciogliere, ma che regalano ad appassionati e curiosi il “testamento” della Passione, «rappresentazione prima che sacra», e di un intero paese, conscio del particolare “collante” che da 200 anni unisce i suoi abitanti. «Il libro è stato un progetto arduo», ha raccontato Elisabetta Chiappo, responsabile della Commissione Museo della Passione. «Ci ha spinti l’immenso amore e il desiderio di far comprendere proprio quella cosa che ci è stata messa dentro». 

Da 34 interviste, 17 delle quali firmate dall’allora laureanda Luisa Colombo e altrettante fatte negli ultimi quattro anni, si sono estrapolati 300 frammenti, vive parole di attori, tecnici, adulti e bambini cresciuti sotto il Calvario ricostruito a Sordevolo, «dove tutto può accadere», ha riassunto Andrea Sormano, professore di sociologia all’Università di Torino, che con sette autori ha curato il volume. E che ha aggiunto: «La Passione è accoglienza di chi vuol partecipare a porgere un dono». Un’enigma che non ha, e forse non bada a cercare risposta. 

Giovanna Boglietti  

SORDEVOLO  - La prima citazione è quella di Lewis Carroll e il suo “Alice nel Paese delle Meraviglie”: «A che serve un libro senza dialoghi né figure?». La seconda è un commento sullo spettacolo, che Italo Alighiero Chiusano ha scritto per “Il Dramma” nel 1980: «Il lungo appuntamento con la prossima volta diventa un impegno a verificare con una riprova questa strana cosa che ci è stata messa dentro».

Si articola, pagina dopo pagina, attorno a questi due capisaldi il volume “La Passione di Sordevolo, immagini e parole”, presentato sabato dai membri della Commissione Museo e dell’Associazione Teatro Popolare (in foto), in occasione dell’inaugurazione della “Mostra della Sindone”, unica esposizione ufficiale della copia certificata del sacro lino, che fino al 27 settembre sarà aperta al pubblico all’interno della Chiesa di Santa Marta. Due capisaldi che conducono a un «enigma” difficile da sciogliere, ma che regalano ad appassionati e curiosi il “testamento” della Passione, «rappresentazione prima che sacra», e di un intero paese, conscio del particolare “collante” che da 200 anni unisce i suoi abitanti. «Il libro è stato un progetto arduo», ha raccontato Elisabetta Chiappo, responsabile della Commissione Museo della Passione. «Ci ha spinti l’immenso amore e il desiderio di far comprendere proprio quella cosa che ci è stata messa dentro». 

Da 34 interviste, 17 delle quali firmate dall’allora laureanda Luisa Colombo e altrettante fatte negli ultimi quattro anni, si sono estrapolati 300 frammenti, vive parole di attori, tecnici, adulti e bambini cresciuti sotto il Calvario ricostruito a Sordevolo, «dove tutto può accadere», ha riassunto Andrea Sormano, professore di sociologia all’Università di Torino, che con sette autori ha curato il volume. E che ha aggiunto: «La Passione è accoglienza di chi vuol partecipare a porgere un dono». Un’enigma che non ha, e forse non bada a cercare risposta. 

Giovanna Boglietti  

 

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