Invasi dalle cimici asiatiche

Invasi dalle cimici asiatiche
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BASSO BIELLESE - Non esattamente una piaga d’Egitto come fu con le locuste, ma certamente una bella... scocciatura. L’invasione di cimici asiatiche che da qualche settimana sta devastando varie zone d’Italia, tra cui il Basso Biellese, sarà ricordata a lungo. Mentre, infatti, l’abitudine alla convivenza con le normali cimici verdi, originarie dell’Etiopia,  è ormai cosa consolidata, sostenuta anche da accorgimenti di provata validità, l’arrivo della specie proveniente dall’Asia (Halyomorpha halys), che si distingue dalle precedenti per il colore (marrone) ha infati scombussolato gli equilibri, rendendo difficile la vita non solo dei vegetali, ma anche degli umani.

Prive in Italia di antagonisti naturali, le cimici asiatiche si sono trasferite in massa negli ultimi tempi dai campi ai centri abitati, alla ricerca di calore. Una migrazione di grandi proporzioni, che in alcuni centri (ad esempio nella zona di Viverone e in buona parte del Basso Biellese) si è concretizzata nella presenza di un altissimo numero di esemplari. La cosa non solo ha obbligato i cittadini a chiudere porte e finestre, ma ha soprattutto messo in difficoltà gli agricoltori. Se, infatti, le cimici asiatiche non costituiscono un problema per la salute umana,  sono invece devastanti per le coltivazioni di cui si nutrono, tra cui pere, mele, kiwi, uva, soia e mais. Una piaga aggravata dalla capacità riproduttiva dell’insetto, capace di depositare circa 30 uova almeno due volte all’anno, dando vita a 300-400 esemplari alla volta. 

Che fare dunque per arginare il problema? Gli esperti fanno presente che non esistono insetticidi chimici in grado di contrastare l’invasione, ma c’è comunque un rimedio molto naturale per tenere lontani i fastidiosi ospiti: spruzzare acqua e sapone di Marsiglia.

Veronica Balocco

BASSO BIELLESE - Non esattamente una piaga d’Egitto come fu con le locuste, ma certamente una bella... scocciatura. L’invasione di cimici asiatiche che da qualche settimana sta devastando varie zone d’Italia, tra cui il Basso Biellese, sarà ricordata a lungo. Mentre, infatti, l’abitudine alla convivenza con le normali cimici verdi, originarie dell’Etiopia,  è ormai cosa consolidata, sostenuta anche da accorgimenti di provata validità, l’arrivo della specie proveniente dall’Asia (Halyomorpha halys), che si distingue dalle precedenti per il colore (marrone) ha infati scombussolato gli equilibri, rendendo difficile la vita non solo dei vegetali, ma anche degli umani.

Prive in Italia di antagonisti naturali, le cimici asiatiche si sono trasferite in massa negli ultimi tempi dai campi ai centri abitati, alla ricerca di calore. Una migrazione di grandi proporzioni, che in alcuni centri (ad esempio nella zona di Viverone e in buona parte del Basso Biellese) si è concretizzata nella presenza di un altissimo numero di esemplari. La cosa non solo ha obbligato i cittadini a chiudere porte e finestre, ma ha soprattutto messo in difficoltà gli agricoltori. Se, infatti, le cimici asiatiche non costituiscono un problema per la salute umana,  sono invece devastanti per le coltivazioni di cui si nutrono, tra cui pere, mele, kiwi, uva, soia e mais. Una piaga aggravata dalla capacità riproduttiva dell’insetto, capace di depositare circa 30 uova almeno due volte all’anno, dando vita a 300-400 esemplari alla volta. 

Che fare dunque per arginare il problema? Gli esperti fanno presente che non esistono insetticidi chimici in grado di contrastare l’invasione, ma c’è comunque un rimedio molto naturale per tenere lontani i fastidiosi ospiti: spruzzare acqua e sapone di Marsiglia.

Veronica Balocco

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