Internet, i pericoli della rete
Nel mondo di internet si nascondono spesso gli stessi rischi del mondo reale, a volte resi più grandi per il fatto che il web è una cassa di risonanza mondiale. Come difendersi? Come difendere, soprattutto, i bambini e i ragazzi?
Giovedì alle 21 al Museo del Territorio il dottor Mauro Ozenda terrà una conferenza proprio su questi temi. L’autore del libro Sicuri in rete, edito da Hoepli, spiegherà a genitori e figli i rischi che corrono con un utilizzo sbagliato dei social network. Banalmente: avevate mai pensato che postare in tempo reale su Facebook la foto delle proprie vacanze al mare significa fornire a potenziali ladri l’occasione per svaligiarvi casa?
Come educare? «I genitori possono avere un ruolo decisivo quando i bambini cominciano ad approcciarsi ai social network - spiega Ozenda -. Ormai l’età di ingresso è attorno agli otto anni. I genitori dovrebbero conoscere l’abc dei social e affiancare il bambino. Una delle cose più importanti è insegnare dei criteri per dare le amicizie: per i primi tempi, ogni volta che si riceve una richieste dovrebbe essere condivisa con i genitori perché non tutti hanno buone intenzioni».
Questo con i bambini, ma con gli adolescenti il discorso diventa più complicato: «Se ormai hanno imparato da soli, i genitori hanno poco potere. Servono di più gli incontri con gli esperti a scuola, che possono così insegnare ad impostare privacy e sicurezza e mettere in guardia sui pericoli».
I pericoli. Sono molti e di vari tipi, ma basta conoscerli e stare attenti per evitarli: «I ragazzi tendono a dare l’amicizia a tutti, soprattutto ad altri ragazzi. Il pericolo in questo caso è quando degli adulti si fingono adolescenti per adescare. Il metodo più diffuso è questo: il malintenzionato cerca di entrare in confidenza, si fa inviare sue immagini private e poi lo ricatta minacciando di farle avere ai genitori se il ragazzo non gli dà il suo numero di telefono e non si presenta ad un appuntamento».
Un altro pericolo, spesso salito tragicamente all’onore delle cronache, è quello del cyberbullismo: «Che non è altro che il consueto bullismo trasferito in rete - prosegue il dottor Ozenda -, dove è sotto gli occhi di molte più persone. Un ragazzo debole di carattere nella realtà lo è anche sulla rete. E se gli altri continuano a dirti che fai schifo e non meriti di vivere, può succedere come alla ragazza di 14 anni di Cittadella che due mesi fa si è suicidata». Era iscritta al social network Ask.fm: «È il sito più pericoloso perché ha 80 milioni di iscritti al mondo di cui il 90% adolescenti, quindi manca il controllo degli adulti. Per questo dico sempre di togliere i propri figli da Ask.fm».
Poi c’è il problema della leggerezza con la quale si scrivono i post o si pubblicano foto: «Il rischio è di perdere la propria reputazione online, che può essere più grave che perdere quella reale perché sul web tutti ti possono vedere. Un domani un datore di lavoro potrebbe non assumerti perché con una banale ricerca su Google ha scovato vecchi post o foto di anni prima».