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Indagine al carcere: non esiste alcuna emergenza Tensione in viale dei Tigli tra amministrazione e sindacato |
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«La sicurezza del carcere di Biella non è mai stata minimamente compromessa». E’ questo l’esito dell’accertamento amministrativo effettuato da personale del Ministero di Giustizia, a seguito di una clamorosa protesta portata avanti da un sindacato della polizia penitenziaria nello scorso mese di settembre. |
Indagine al carcere: non esiste alcuna emergenza |
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«La sicurezza del carcere di Biella non è mai stata minimamente compromessa». E’ questo l’esito dell’accertamento amministrativo effettuato da personale del Ministero di Giustizia, a seguito di una clamorosa protesta portata avanti da un sindacato della polizia penitenziaria nello scorso mese di settembre. «Non sono emersi elementi che possono aver in minima parte compromesso la sicurezza dell’istituto né risultano fughe di notizie attinenti a nominativi del personale, piani di sicurezza dell’istituto o di qualsivoglia segreto del carcere». Queste le poche righe ufficiali arrivate dalla struttura di viale dei Tigli, a conferma dell’esito dell’indagine. Secondo la denuncia d’un sindacato di polizia, un detenuto era entrato in possesso di materiale segreto. La denuncia dimostrava, in realtà, i rapporti molto tesi tra l’amministrazione penitenziaria e l’Organizzazione Sindacale Autonoma della Polizia Penitenziaria. Il “caso” era nato quando sembrava che un detenuto fosse stato trovato da un ispettore ministeriale in possesso di materiale di segreteria dell’amministrazione. «Uno “spesino”, così sono chiamati i reclusi addetti alla consegna dei generi acquistati nel carcere da altri condannati, aveva avuto - sosteneva Beneduci, segretario nazionale - un documento ufficiale. Un registro, chiamato “Modello 43”, utilizzato dalla direzione del carcere e necessario a raccogliere tutte le informazioni sull’armamento individuale del personale incaricato della vigilanza, i nomi di tutti i poliziotti penitenziari per ogni turno di servizio, e qualunque elemento facile all’individuazione dell’intera mappa dei sistemi di sicurezza del carcere». La direttrice Antonella Giordano, però, smentì seccamente. Secondo una ricostruzione interna alla struttura di viale dei Tigli, il detenuto (considerato affidabile e per questo adibito a mansioni operative negli uffici), stava facendo solo alcune fotocopie nella zona amministrativa del penitenziario, quando è avvenuta l’ispezione. Si sarebbe trattato quindi di documenti privi di riferimenti ad armi oppure ai turni del personale di polizia, ma contenente solo codici e numeri riguardanti l’approvvigionamento di cibo e di materiale vario. A distanza di alcuni mesi, non aggiunge molto la direttrice Giordano: «Soddisfatta? Sono solo contenta che sia stata appurata l’esatta dinamica dei fatti». A dare enfasi alla vicenda contribuì il fatto che i giornali ripresero ed amplificarono la denuncia del sindacato, proprio in coincidenza con l’annuale festa del corpo e relativa cerimonia... p.l.b. 20 novembre 2008 |
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