In Valsessera andati in fumo oltre 40 ettari di pascoli

In Valsessera andati in fumo oltre 40 ettari di pascoli
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ALTA VALSESSERA - Il fuoco è ormai spento. L’odore acre e il denso fumo che sino a qualche giorno fa ammorbavano i paesi adagiati nella conca del Sessera si sono quasi del tutto dissolti. Del più devastante scempio ambientale che l’Alta Valsessera ricordi, certamente il peggiore che mano umana potesse provocare, restano solo i racconti del dopo. Un dopo che, forse, non terminerà mai più. Quando lo sguardo si alza verso le cime da cui, oltre una settimana fa, si sono sprigionati i primi zampilli di fumo e fiamme, prima tra i rododendri, poi tra boschi di pregiati faggi e betulle, resta solo l’immagine grigia del nulla. Della natura dissolta in cenere. Si alza ancora qualche nuvola di fumo, ma non sono segnali di una ripresa dei roghi,  bensì di attività residue che provengono dalla zona più calda, il cuore di quell’enorme spazio che sino a pochi giorni fa era ricoperto dalle fiamme.

Sono gli oltre quaranta, ma le stime sembrano arrivare a toccare i cinquanta (fortunatamente non diceva il vero chi aveva stimato un centinaio), ettari di pascoli e terreni montani, che per giorni e giorni, sono stati la croce degli oltre cento volontari Aib che  - con Forestale e Vigili del fuoco - alla fine, aiutati da una miracolosa brinata, hanno fatto il miracolo proprio quando tutto sembrava senza rimedio. E proprio a loro, i volontari Aib, si rivolge oggi, a fiamme spente, il presidente della Provincia, Emanuele Ramella Pralungo, con una lettera ufficiale: «Desidero rivolgere il mio più sentito apprezzamento e ringraziamento a tutti i volontari del Corpo Antincendi Boschivi - scrive il presidente nella missiva indirizzata, in particolare, all’ispettore provinciale Rodolfo Gilardi - che nelle scorse settimane si sono dedicati alla circoscrizione, allo spegnimento ed ai successivi controlli di stabilità della situazione nelle zone di Bielmonte e della Valsessera». 

Veronica Balocco

Leggi di più sull’Eco di Biella di giovedì 10 dicembre 2015

ALTA VALSESSERA - Il fuoco è ormai spento. L’odore acre e il denso fumo che sino a qualche giorno fa ammorbavano i paesi adagiati nella conca del Sessera si sono quasi del tutto dissolti. Del più devastante scempio ambientale che l’Alta Valsessera ricordi, certamente il peggiore che mano umana potesse provocare, restano solo i racconti del dopo. Un dopo che, forse, non terminerà mai più. Quando lo sguardo si alza verso le cime da cui, oltre una settimana fa, si sono sprigionati i primi zampilli di fumo e fiamme, prima tra i rododendri, poi tra boschi di pregiati faggi e betulle, resta solo l’immagine grigia del nulla. Della natura dissolta in cenere. Si alza ancora qualche nuvola di fumo, ma non sono segnali di una ripresa dei roghi,  bensì di attività residue che provengono dalla zona più calda, il cuore di quell’enorme spazio che sino a pochi giorni fa era ricoperto dalle fiamme.

Sono gli oltre quaranta, ma le stime sembrano arrivare a toccare i cinquanta (fortunatamente non diceva il vero chi aveva stimato un centinaio), ettari di pascoli e terreni montani, che per giorni e giorni, sono stati la croce degli oltre cento volontari Aib che  - con Forestale e Vigili del fuoco - alla fine, aiutati da una miracolosa brinata, hanno fatto il miracolo proprio quando tutto sembrava senza rimedio. E proprio a loro, i volontari Aib, si rivolge oggi, a fiamme spente, il presidente della Provincia, Emanuele Ramella Pralungo, con una lettera ufficiale: «Desidero rivolgere il mio più sentito apprezzamento e ringraziamento a tutti i volontari del Corpo Antincendi Boschivi - scrive il presidente nella missiva indirizzata, in particolare, all’ispettore provinciale Rodolfo Gilardi - che nelle scorse settimane si sono dedicati alla circoscrizione, allo spegnimento ed ai successivi controlli di stabilità della situazione nelle zone di Bielmonte e della Valsessera». 

Veronica Balocco

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