In pochi per l' "Augusto"

In pochi per l' "Augusto"
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Pochi, troppo pochi per essere  il “popolo di Augusto”. Il rischio di un appuntamento come quello di ieri, che celebrava lo sciagurato anniversario dei dieci anni dall’omicidio del “barbone della Standa”, era quello di volersi contare. Chi c’era e chi no. Noi e loro. E quindi i buoni e i cattivi. Non può e non deve essere così. “Augusto” non era di nessuno. Chi c’era poi non deve e non può appropriarsi della memoria di un fatto orribile, quale fu, due lustri fa, il massacro di un uomo inerme, ucciso da un gruppo di persone mai identificato dalle forze dell’ordine e dalla giustizia. Dopodiché il “popolo di Augusto” che ieri s’è trovato sotto i portici di piazza Vittorio Veneto era pieno di assenti: amministratori pubblici, politici e personalità varie, che non si sono fatti vedere. Non c’erano tagli del nastro, però i fotografi erano presenti, strano... Un’occasione persa. Il punto d’equilibrio da trovare è quindi difficile, soprattutto su un fatto che anche a distanza di anni continua a suscitare sentimenti contrastanti. Biella resta una città generosa, solidale e altruista, ma ieri, a salutare “Augusto”, ce n’era solo una sua piccolissima porzione. Peccato.

A sinistra. A promuovere l’appuntamento, un gruppo di giovani e meno giovani, senza etichette politiche. Poi però a ben vedere  le persone che si sono date appuntamento di fronte all’ex centro commerciale, non si poteva non notare una percentuale alta di volti noti di Rifondazione comunista, Sinistra e libertà e Partito democratico: da Roberto Pietrobon a Valter Clemente, passando per Andrea Stroscio ed Enrico Zegna. Ma non solo. Senza bandiere, ovviamente. Poi l’artista Gigi Piana, il giornalista Lele Ghisio.

Appuntamento. Il microfono era aperto dalle 17. Molti però sono arrivati dopo. Coordinava la scaletta che non c’era, Marco Cassisa. Quindi musica, letture, ricordi, aneddoti su un barbone diventato suo malgrado un simbolo. Una cinquantina i presenti, forse più, con qualche curioso fermo alla fermata dall’autobus a strabuzzare gli occhi, come diversi clienti dei bar. Freddo e pioggia. E’ passata una volante della polizia; gli agenti hanno rallentato, buttato un’occhiata e tirato dritto. Il clima era sereno, ma non è  riuscito ad essere caldo, festaiolo, come forse si voleva. Qualcuno faceva girare una bottiglia di vino rosso. Ma tutto è rimasto un po’ grigio. In fondo qui è stato ucciso un uomo! Ce lo ricordiamo?

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