"Imu? Soldi per garantire servizi"
L’amarezza dei sindaci. Perché si sentono sul banco degli imputati, dove vedrebbero invece bene parlamentari ed esponenti di governo. Certo. Hanno ritoccato le tariffe dell’Imu, in scadenza il 17 dicembre. Ma che potevano fare? Dicono. Tra i più arrabbiati, il “primo cittadino” di Rosazza, Maria Grazia Rosazza Gianin: «Con 97 residenti, quasi tutti anziani, quanti soldi possiamo prendere con l’addizionale Irpef? Allora... Sono nauseata da questa politica che ci sta togliendo tutto. Io e gli altri della giunta, facciamo volontariato. Un esempio? Per spargere il sale anti-gelo nelle strade usiamo la mia automobile. E poi quante cose abbiamo fatto, in questi anni...: lavori stradali, parcheggio, sistemazione del verde e riqualificazione del parco giochi. Il tutto ha portato ad un afflusso di turisti mai visto in passato. Però tutto questo ha un costo. E un Comune cosa può fare se non agire sull’Imu? Allora basta con il dare la colpa ai sindaci. Noi siamo le vittime di questa presunta politica di risparmi, che in realtà ha solo tagliato ad enti spesso virtuosi. Noi di sicuro». «Nel 2013 prevedo altri problemi - aggiunge -. Siamo obbligati ad avere in convenzione il sevizio di polizia municipale, cui noi supplivamo in vari modi. Ora dovremo quindi spendere soldi che in passano non erano previsti. L’anno prossimo fare il bilancio sarà un’impresa».
Alta valle. Non è da meno Maurizio Piatti (foto), sindaco di San Paolo Cervo: «Dunque: viste le detrazioni possibili, oltre al basso valore catastale degli immobili da noi, sulla prima casa pur avendo un’aliquota alta, ma non altissima, i residenti andranno a pagare praticamente come in passato. Quindi: Imu come Ici. Discorso diverso sulle seconde case di proprietà, dove chiediamo ai proprietari diciamo così “forestieri” qualche soldo in più per mantenere i servizi del paese. Ma senza speculazioni. L’obiettivo è di incamerare con l’Imu quando avevamo con l’Ici. Tutto qui. Il resto sono polemiche e considerazioni di chi è disinformato. Noi non applichiamo neanche l’addizionale Irpef. Mica solo io. Anche le precedenti amministrazioni, rinunciando ad alcune migliaia di euro che di questi tempi potrebbero tornare utili. Molto utili. La morale è che grazie all’imposta sulla casa, seppur a fatica, chiuderemo il bilancio. Viceversa, sarebbe stato impossibile».
Virtuosi, però... «L’Imu rappresenta un campanello d’allarme per tutti noi sindaci - dice il sindaco di Quaregna, Katia Giordani (foto) -. Nel senso che abbiamo dovuto ritoccare le tariffe per avere quanto incassavamo dall’Ici. Senza questi soldi saremmo rimasti bloccati. Noi abbiamo infatti dovuto rinunciare a oltre 80 mila euro di trasferimenti dallo Stato. Restiamo un ente virtuoso, ma i problemi ci sono. E la verità è che oggi, con la situazione esistente, certi apparati comunali sono superati. Non ci sono più le risorse per tenerli in piedi. E’ doloroso, ma è così. I servizi ai cittadini restano prioritari, così come certi risparmi».
Il “caso” Valdengo. «I migliori? Così parrebbe... - scherza il sindaco Sergio Gronda -. La bacchetta magica non l’abbiamo. Semplicemente abbiamo tagliato in tutti i vari capitoli di spesa. E alla fine dell’anno anziché 100 mila euro di avanzo di amministrazione, avremo 10 o 15 mila euro. D’altronde la coperta è corta. Il nostro è un tentativo: stessi servizi, senza aumentare la pressione fiscale ai cittadini».
Paolo La Bua