Imu, rischio default per i piccoli Comuni

Imu, rischio default per i piccoli Comuni
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«I nuovi dati sui tagli ai trasferimenti agli enti locali pubblicati sul sito del Ministero dell’Interno segnano la completa rottura fra il mondo delle autonomie locali e il governo centrale». Parola dell’Anpci, l’Associazione nazionale dei piccoli comuni che, a nome di tutti i sindaci d’Italia, chiede un incontro urgente con il governo «in quanto la situazione in cui versano i piccoli comuni non è più oltremodo sostenibile». «Tantissimi sindaci in queste ore - riferisce la presidente dell’Anpc, Franca Biglio - hanno contattato la nostra associazione per lanciare il disperato “sos” dopo che sono venuti a conoscenza dei tagli operati ai loro bilanci dalle proiezioni sul gettito Imu calcolati dal Ministero, ma che sono lontanissimi dai reali introiti Imu incassati dalle amministrazioni comunali. Se tali tagli fossero confermati, a soli tre mesi dalla chiusura dell’esercizio finanziario, moltissimi piccoli comuni andranno in default». Nel Biellese, escludendo i 5 comuni più grandi (Biella, Candelo, Vigliano, Cossato e Trivero), che sono tenuti a rispettare il patto di stabilità, gli altri si trovano a fare i conti di cassa e a calcolare gli “ammanchi”.

Valle Mosso. «In queste settimane - spiega il sindaco di Valle Mosso, Giuseppe Tallia - stiamo facendo i calcoli di quello che è stato l’introito della prima rata dell’Imu, ed entro fine mese saremo in grado di dire se sono state rispettate le previsioni». In caso contrario, l’amministrazione comunale dovrà correre ai ripari, attraverso un aumento dell’addizionale Irpef (ferma da circa due-tre anni) o della stessa Imu, che ora viaggia sul 5 per mille per la prima casa e sul 7,6 per la seconda (solo il 35% degli introiti riguarda le prime case, tutto il resto arriva dalle seconde case). «Gli aumenti - tiene a precisare il sindaco - serviranno a far “quadrare i conti” ma, soprattutto, a mettere il Comune nelle condizioni di avere i soldi per garantire i servizi essenziali e ad investire sul futuro: riteniamo infatti che, nonostante i tempi di crisi, una buona amministrazione non debba mai smettere di fare investimenti».
Andorno Micca. «Se il governo ci tagliasse i trasferimenti sull’Imu sarebbe un grosso guaio», esordisce il sindaco di Andorno Micca, Stefano Aldrisi. Che aggiunge: «Se così fosse, saremmo costretti a tagliare la spesa sociale, vale a dire quei contributi che vanno a sostegno delle associazioni del paese. In passato anche la Regione Piemonte concorreva a queste spese; ora solo il Comune ha mantenuto la sua quota, pari a 125mila euro annui, pur con mille difficoltà. Ma è chiaro che, se dovessero ridursi ulteriormente i fondi a nostra disposizione, saremo costretti anche noi a rivedere queste politiche».
Piedicavallo. Preoccupato anche il sindaco di Piedicavallo, Francesco Giolito: «In base alle proiezioni fatte, non dovremmo essere riusciti a incassare per intero l’importo previsto per la prima rata. Se poi si profilassero ulteriori tagli ai trasferimenti... a questo punto ritengo che il governo centrale farebbe meglio a prendersi le chiavi del Comune e gestirselo!». Giolito è amareggiato: «La situazione è, come minimo, demotivante. Per fortuna - conclude - non mancano la passione di amministrare e l’amore per il nostro paesello di 205 abitanti...».
Occhieppo Inferiore. Conti alla mano, Osvaldo Ansermino, sindaco di Occhieppo Inferiore, spiega che «con la prima rata dell’Imu abbiamo incassato 30-35mila euro in meno rispetto a quanto previsto. Certo, noi avevamo fatto una proiezione supponendo che l’imposta si pagasse in sole due rate), mentre c’è chi ha scelto il sistema di pagamento che prevede anche la terza rata ma sono comunque convinto che, alla fine, i soldi effettivamente incassati saranno inferiori alle proiezioni.«Se a tutto questo - conclude il sindaco di Occhieppo Inferiore, dove le aliquote sono quelle “minime”, 4 per mille sulla prima casa e 7,6 sulle seconde - si aggiunge il taglio di circa 80mila euro sui trasferimenti dello Stato nell’anno in corso, ecco che la situazione si fa ancora più difficile».
Quaregna. A Quaregna è già stato convocato un consiglio comunale per il 27 settembre, durante il quale il revisore dei conti sarà chiamato a fare il punto della situazione. «Gli scorsi anni con l’Ici incassavamo complessivamente 425mila euro - spiega il sindaco, Katia Giordani - attualmente siamo sotto i 350mila, con un disallineamento di 79mila euro. E poiché per coprire questa falla non si può utilizzare l’avanzo di amministrazione, non escludo che in futuro si possa aumentare l’Imu sulla prima casa, attualmente al 4 per mille (l’8 per mille delle seconde case resterebbe invariato). In base ai nostri calcoli, per arrivare al pareggio bisognerebbe stabilire un aumento dell’1,5 per mille, portando l’aliquota al 5,5 per mille. Detto questo - conclude - l’attuale situazione di bilancio ci costringerà a tagliare gli investimenti: l’impegno della nostra amministrazione sarà, d’ora in avanti, quello di mantenere i servizi e di mantenere in buona efficienza ciò che già c’è, a cominciare dagli impianti».

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