Il Sessera è marrone

Il Sessera è marrone
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Il torrente è marrone. Se ne sono accorti diversi residenti della zona, che da qualche giorno hanno visto il Sessera fangoso e irriconoscibile, temendo il peggio. Da qui una serie di segnalazioni, che hanno fatto partire verifiche e sopralluoghi da parte della Provincia di Biella e dell’Arpa. L’ultima ieri pomeriggio.
 
L’assessore. «La situazione è seria, più di quanto avevamo ipotizzato in un primo momento - spiega l’assessore competente della Provincia di Biella, Fausto Governato Greggio, da giorni in contatto anche con il referente della società che produce energia dallo sfruttamento dell’invaso -. Temo che delle conseguenze per le trote presenti ci saranno. O almeno per una parte di esse. Il timore fondato è che il fango possa andare a depositarsi nei vari anfratti rocciosi presenti lungo il corso d’acqua, rifugi naturali per i pesci».

Il punto. Ma che è successo? Cosa ha colorato di marrone le acque del torrente? Ovviamente c’entra la diga del Piancone. E quindi: a monte dell’invaso la società “Edison” doveva sistemare una paratia, bloccata. La realizzazione del lavoro, in completa sicurezza per gli operai, richiedeva l’abbassamento del livello dell’acqua della diga, avvenuto per una decina di metri circa. Però s’è esagerato e così nel torrente è stata scaricata una quantità enorme di acqua, melmosa e fangosa, arrivando dal fondale dell’impianto. Un errore commesso in buona fede, di cui la società s’è dichiarata pronta con Governato Greggio a rispondere in termini di ripopolamento ittico e di spese generali. L’assessore provinciale ha subito voluto vederci chiaro, così come il consigliere provinciale e regionale di minoranza Wilmer Ronzani.
 
La polemica. «L’amministrazione ha investito quantità importanti di risorse per il patrimonio ittico del torrente - dice infatti l’esponente del Partito democratico -. C’è quindi un pericolo ambientale per via della situazione che si è venuta a creare? E di quale entità? La popolazione della valle ha il diritto di sapere cosa succede e perché».

E ora? Riconosciuto l’errore e il danno, le cui conseguenze andranno verificate nei prossimi giorni, l’azienda è intervenuta immettendo acqua nell’invaso che secondo i loro calcoli prestissimo dovrebbe tornare ai livelli di capienza ordinari. In questo modo il “deflusso minimo vitale” dell’impianto dovrebbe tornare a regime  e il torrente ritornare presto pulito. Nel frattempo sono in corso i lavori, questa volta eseguiti da operai specializzati che interverranno sotto il pelo dell’acqua, con tute da sub. «Presto tutto dovrebbe tornare a posto - assicura Governato -. La situazione è sempre monitorata». Un caso analogo avvenne nel 2008.

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