Il grazie di L’Aquila agli alpini
Settecentoquaranta penne nere biellesi a sfilare, altri trecento amici degli alpini scesi sino in Abruzzo per l’88ª Adunata nazionale. Numeri importanti per il Biellese, quelli fatti registrare ieri a L’Aquila, la città colpita dal terremoto del 2009 che ancora oggi porta segni tangibili di quella tragedia. Mostrando comunque tutta la dignità di una popolazione che ha saputo rimboccarsi le maniche e mettersi in moto per ricostruire. Serbando grande accoglienza a chi si è da subito impegnato in prima linea per portare aiuti concreti.
«Ad ogni angolo, per tutti i giorni dell’adunata - sottolinea il presidente della sezione di Biella, Marco Fulcheri - la gente ci ringraziava e ci dava il benvenuto. E’ stato molto commovente e mi ha colpito molto. Un clima che non avevo mai respirato in nessun’altra città italiana teatro dell’Adunata».
Gli alpini biellesi si sono presentati in Abruzzo in massa, con 740 penne nere a sfilare tra cui anche l’alpino più anziano, Silvio Biasetti, 102 anni. Tre gli striscioni predisposti per l’occasione. Il primo, portato dal gruppo di Verrone, è stato l’immancabile “Tucc Un”. Il secondo, sorretto dal gruppo di Occhieppo Inferiore, recitava: “Non dobbiamo non possiamo non vogliamo dimenticare”. Infine il terzo, portato dal gruppo di Vergnasco-Magnonevolo, con su scritto: “Non esistono scorciatoie: senza sacrifici non c’è futuro”. Ad accompagnare la sfilata delle penne nere biellesi ci hanno pensato le note delle fanfare di Pralungo e della Valle Elvo. Il cartello Biella è stato invece affidato a Corrado Barbera, del gruppo Biella Piazzo, il vessillo a Pierpaolo Pieretti di Magnano.
Enzo Panelli
Altri servizi sull’Eco di Biella di lunedì 18 maggio 2015
Settecentoquaranta penne nere biellesi a sfilare, altri trecento amici degli alpini scesi sino in Abruzzo per l’88ª Adunata nazionale. Numeri importanti per il Biellese, quelli fatti registrare ieri a L’Aquila, la città colpita dal terremoto del 2009 che ancora oggi porta segni tangibili di quella tragedia. Mostrando comunque tutta la dignità di una popolazione che ha saputo rimboccarsi le maniche e mettersi in moto per ricostruire. Serbando grande accoglienza a chi si è da subito impegnato in prima linea per portare aiuti concreti.
«Ad ogni angolo, per tutti i giorni dell’adunata - sottolinea il presidente della sezione di Biella, Marco Fulcheri - la gente ci ringraziava e ci dava il benvenuto. E’ stato molto commovente e mi ha colpito molto. Un clima che non avevo mai respirato in nessun’altra città italiana teatro dell’Adunata».
Gli alpini biellesi si sono presentati in Abruzzo in massa, con 740 penne nere a sfilare tra cui anche l’alpino più anziano, Silvio Biasetti, 102 anni. Tre gli striscioni predisposti per l’occasione. Il primo, portato dal gruppo di Verrone, è stato l’immancabile “Tucc Un”. Il secondo, sorretto dal gruppo di Occhieppo Inferiore, recitava: “Non dobbiamo non possiamo non vogliamo dimenticare”. Infine il terzo, portato dal gruppo di Vergnasco-Magnonevolo, con su scritto: “Non esistono scorciatoie: senza sacrifici non c’è futuro”. Ad accompagnare la sfilata delle penne nere biellesi ci hanno pensato le note delle fanfare di Pralungo e della Valle Elvo. Il cartello Biella è stato invece affidato a Corrado Barbera, del gruppo Biella Piazzo, il vessillo a Pierpaolo Pieretti di Magnano.
Enzo Panelli
Altri servizi sull’Eco di Biella di lunedì 18 maggio 2015