Il Comune di Mosso mette all’asta nove tombe
MOSSO - E’ forse l’asta più curiosa, per certi versi la più macabra, che il Comune di Mosso si sia trovato a dover indire. Ma alternativa non c’era. Se una sistemazione definitiva si vuole dare al cimitero di Santa Liberata, oggetto un paio di anni fa di un corposo piano di riqualificazione, con tanto di censimento delle tombe più datate e di realizzazione dell’area di dispersione delle ceneri, questa è d’altro canto l’unica via percorribile. I sepolcri famigliari “dimenticati” da parenti lontani, quelli ormai trascurati da anni e dei quali è costretto il Comune a prendersi cura per una questione di rispetto, saranno messi all’incanto. E potranno diventare così, una volta sistemati, tomba di famiglia di altri nuclei del paese.
Di questo problema, che non è altro se non l’ultimo tassello della massiccia operazione di sistemazione del camposanto comunale, si parla in realtà dal lontano 2011. Ma una soluzione non si è mai trovata. «Si tratta di tombe che, a seguito del censimento, abbiamo verificato essere totalmente abbandonate - afferma il sindaco Carlo Grosso -. Essendo oggetto a suo tempo di concessione alle varie famiglie, ne abbiamo curato il passaggio di proprietà al Comune e poi abbiamo deciso di rimetterle a disposizione dei cittadini». Ma l’operazione non è risultata così semplice. L’ufficio tecnico comunale, a suo tempo, si è occupato di effettuare una perizia per stimarne il valore, e quel che ne è emerso non è esattamente un prezzo alla portata di tutti: «Si va dai 4 ai 18mila euro - spiega il primo cittadino -. Costi che possono sembrare molto alti, ma che rispettano pienamente i parametri previsti dalle quotazioni». Risultato, in ogni caso, è che della dozzina di tombe messe in vendita, solo pochissime hanno raccolto l’interesse dei mossesi: «Ne abbiamo vendute due o tre - chiarisce il sindaco -. E ora è necessario pensare alle altre».
Veronica Balocco
MOSSO - E’ forse l’asta più curiosa, per certi versi la più macabra, che il Comune di Mosso si sia trovato a dover indire. Ma alternativa non c’era. Se una sistemazione definitiva si vuole dare al cimitero di Santa Liberata, oggetto un paio di anni fa di un corposo piano di riqualificazione, con tanto di censimento delle tombe più datate e di realizzazione dell’area di dispersione delle ceneri, questa è d’altro canto l’unica via percorribile. I sepolcri famigliari “dimenticati” da parenti lontani, quelli ormai trascurati da anni e dei quali è costretto il Comune a prendersi cura per una questione di rispetto, saranno messi all’incanto. E potranno diventare così, una volta sistemati, tomba di famiglia di altri nuclei del paese.
Di questo problema, che non è altro se non l’ultimo tassello della massiccia operazione di sistemazione del camposanto comunale, si parla in realtà dal lontano 2011. Ma una soluzione non si è mai trovata. «Si tratta di tombe che, a seguito del censimento, abbiamo verificato essere totalmente abbandonate - afferma il sindaco Carlo Grosso -. Essendo oggetto a suo tempo di concessione alle varie famiglie, ne abbiamo curato il passaggio di proprietà al Comune e poi abbiamo deciso di rimetterle a disposizione dei cittadini». Ma l’operazione non è risultata così semplice. L’ufficio tecnico comunale, a suo tempo, si è occupato di effettuare una perizia per stimarne il valore, e quel che ne è emerso non è esattamente un prezzo alla portata di tutti: «Si va dai 4 ai 18mila euro - spiega il primo cittadino -. Costi che possono sembrare molto alti, ma che rispettano pienamente i parametri previsti dalle quotazioni». Risultato, in ogni caso, è che della dozzina di tombe messe in vendita, solo pochissime hanno raccolto l’interesse dei mossesi: «Ne abbiamo vendute due o tre - chiarisce il sindaco -. E ora è necessario pensare alle altre».
Veronica Balocco