"Il cimitero ci vincola troppo"

"Il cimitero ci vincola troppo"
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Il cimitero di Candelo sta condizionando lo sviluppo urbanistico del paese, a causa della sua posizione, in centro, ma anche per colpa di una legge sulle fasce di rispetto cimiteriali, che prevedono 200 metri di raggio attorno al sito,  che vincolano il recupero delle aree dismesse, nel caso di Candelo, i capannoni della Pettinatura Barberis e della Filatura Albertini.

Cambiata la legge. Un tempo la geografia del paese era diversa. «Ricordo che quando ero bambina le due fabbriche e il cimitero erano praticamente in campagna - afferma il sindaco Mariella Biollino - ma poi il paese è cresciuto. Avevamo richiesto e ottenuto la riduzione della  fascia di rispetto del cimitero, quando c’era stato  l’insediamento del supermercato Conad,  portandola a 50 metri, poi la modifica della legge, avvenuta un anno un anno fa, ha riportato a 200 metri la fascia di rispetto cimiteriale. Di fatto il vincolo permette il recupero e la ricostruzione dell’esistente, ma non permette operazioni di tipo residenziale e commerciale,  impedendo gli ampliamenti, questa norma capestro con  i suoi  duecento metri di raggio, arriva sino alle scuole elementari. Ora è vero che noi siamo in una situazione anomala, con un cimitero del 1800, incastonato oggi nel nucleo residenziale , ma credo che il problema esista anche in altri Comuni».

L’unione fa la forza. «Occorre portare avanti una grande battaglia con tutti i Comuni biellesi su questo argomento - dice il sindaco -: già il mio predecessore,  Giovanni Chilà, aveva interessato del problema i parlamentari biellesi Nicoletta Favero, Gian Luca Susta e Roberto Simonetti. Scriverò una lettera a tutti i sindaci e coinvolgerò i  parlamentari,  è un problema generale, che potrebbe essere risolto con una norma inserita in un decreto come il “milleproroghe”». Intanto l’amministrazione comunale ha individuato, nel nuovo piano regolatore recentemente adottato dal Consiglio comunale, una nuova area cimiteriale fuori dal centro abitato. La costruzione del cimitero avvenne verso la fine del 1823,  su un progetto dell’architetto Gaspare Maggia e la realizzazione affidata al capomastro Guglielmo Levis con un costo preventivato di lire 8.560. L’area di costruzione era a metà strada tra le frazioni Villa e San Lorenzo,  «su un terreno dell’avvocato Benedetto Moglia, in regione denominata Rablesco. I materiali in cotto e le tegole furono forniti  da Marcellino Amesis di Pollone, le pietre da taglio da Carlo Guglielminotti del Favaro».

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