Il 25 Aprile degli studenti
Più la Storia - quella con la “s” maiuscola - si allontana, più bisogna fare così: indossarla come fosse una giacca, infilarla nelle tasche, calzarla come un paio di scarpe. E vestire con i suoi eventi chi, per motivi cronologici, si trova a crescere “alleggerito” di quegli abiti che non gli sono propri.
Ha pensato di ricorrere a questo metodo il sindaco di Biella, Marco Cavicchioli, che ieri mattina ha accolto nella piazzetta del Battistero numerosi studenti delle medie e superiori della provincia, riuniti dai loro insegnanti in centro per commemorare la festa di oggi, 25 aprile, nel 70esimo anniversario della Liberazione (in foto).
Storia importante, che corre il rischio di sembrare lontana. O estranea. E che, invece, le nuove generazioni possono comprendere, indossando i panni di loro stessi: i coetanei di quegli anni difficili per l’Italia, e per il Biellese. «Sono cresciuto con quei racconti, ricordare la Liberazione è ricordare la storia della mia famiglia», ha esordito il sindaco. Con lui, il presidente provinciale dell’Anpi Adriano Leone, il vice prefetto Patrizia Bianchetto e l’assessore Teresa Barresi. E un’insegnate di lingua dei segni a tradurre, per gli studenti del Liceo di Cossato. «E provo la stessa emozione in piazza Martiri, davanti ai nomi dei caduti, ragazzi forse più uomini di oggi ma certo giovani come voi. Tanta sofferenza, alla fine, ha dato vita alla Repubblica».
Preparatisi a scuola, gli studenti hanno risposto con interesse alla “vestizione”: «Hanno letto il giornale “Biella Libera” inviatoci a scuola e visitato i luoghi della memoria in città», spiega la professoressa Elena Ottino, a capo della delegazione dell’Iis “Vaglio Rubens”. «Cosa li ha emozionati? I canti partigiani, intonati al Museo del Territorio, dove è stata allestita la mostra a tema». Parole che vestono sì, e mettono a nudo. Ma non volendo.