I soldi per il commercio non fanno gola

I soldi per il commercio non fanno gola
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Tutto d’un tratto la riqualificazione del centro storico e gli aiuti al commercio sono tornati di grande attualità. E questa volta l’interesse non è dovuto al clima pre natalizio che si inizia a respirare in città grazie soprattutto alle luminarie volute anche quest’anno da Ascom.

Questa volta ad accendere la miccia ci hanno pensato  i consiglieri comunali. Prima quelli leghisti che hanno inserito il rilancio del centro storico nel loro documento di programma da far sottoscrivere al sindaco per blindare l’alleanza, poi il fondatore di Uniti per Biella, Luigi Apicella che ha sferzato la maggioranza con parole di fuoco accusandola di non aver fatto nulla per il commercio. Nella sua replica l’assessore al bilancio Gabriele Mello Rella ha rispedito al mittente le polemiche. «Abbiamo stanziato 1,1 milioni per questo settore - ha tuonato Mello -, che cosa potevamo fare di più...».

I finanziamenti.  Fondamentalmente i soldi che il Comune ha riversato su Biella sono di provenienza della Regione. Prima 400mila euro del Piano di riqualificazione urbana, poi 700mila euro per il Piano integrato di sviluppo urbano. «Peccato che - ha spiegato Mello - per il primo progetto non sono state raggiunte le adesioni necessarie e abbiamo perso il finanziamento, mentre nel secondo, con il bando ancora aperto, abbiamo ricevuto solo quattro domande per circa 100mila euro di finanziamento. Dunque ne rimangono ancora 600mila a disposizione».

Dall’Ascom.  Non ha nessuna intenzione di entrare in polemica con l’amministrazione o con i consiglieri comunali il presidente di Ascom, Mario Novaretti. Che, sulla partita dei finanziamenti spiega: «Per il primo bando, quello per la qualificazione urbana, non riamo riusciti a raggiungere il numero minimo per attingere i finanziamenti nonostante il grosso sforzo fatto. Una delle regole che hanno bloccato diversi commercianti era l’obbligo di rimanere aperti per almeno cinque anni dopo aver preso e utilizzato il finanziamento a fondo perduto per l’ammodernamento del proprio negozio. Pena la restituzione della somma ricevuta. In un momento di crisi così forte questa prospettiva ha bloccato molte persone che, in altri periodi avrebbero probabilmente partecipato al bando».

Sul Pisu.  Novaretti analizza poi l’altro bando, quello ancora aperto: «Ci sono solo quattro partecipanti sino ad ora? Ma lei aprirebbe mai un negozio in via Quintino Sella? O un ristorante al Piazzo oggi?». Domande secche quelle del presidente di Ascom che fanno capire quanto poco appetibile possa risultare per il commercio il Piano di sviluppo urbano che mette sul piatto 700mila euro.
La ricetta.  Cosa può fare allora un’amministrazione comunale per rilanciare il commercio in città? «Fare da cabina di regia - sottolinea Novaretti - soprattutto sul settore delle manifestazioni. Noi abbiamo predisposto un programma per Natale, per richiamare la gente in centro grazie all’Oadi. Abbiamo illuminato di nuovo la città, nonostante la crisi, coinvolgendo 202 esercizi commerciali. Ce la mettiamo tutta per uscire da questo momento in cui la crisi morde».

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