I biellesi del Team Dragon al 5° posto nello "street Fishing" di Adria

I biellesi del Team Dragon al 5° posto nello "street Fishing" di Adria
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Hanno voluto provare nuove emozioni nella pesca che tanto amano, forti della loro esperienza nello spinning. Hanno trovato uno sponsor, si sono armati delle esche e delle attrezzature necessarie e, domenica scorsa, hanno partecipato alla terza edizione - prima per dei biellesi - dello “Street fishing 2018” che si è svolta lungo il Canal Bianco, nel centro cittadino di Adria, in provincia di Rovigo. E sono arrivati addirittura quinti su cinquanta squadre, alcune composte da super campioni provenienti da mezza Europa, tipo il team svedese dell’Abu Garcia che è stato messo in riga dai nostri eroi. Il Team “Dragon” (famoso brand polacco) era composto dai biellesi Roberto Campanati ed Eugenio Boggio Marzet, affiancati dall’amico Daniele Ferabecoli, proveniente da Ostia. A non far loro mancare il sostegno, ci ha pensato Carlo Lucarini, agente per l’Italia della “Dragon fishing equipment”. Prima di entrare nel vivo della competizione, è giusto spiegare ai profani poco avvezzi a divorare riviste di pesca, cos’è lo “street fishing”. E’ una disciplina che si è sviluppata dallo spinning (pesca con esche artificiali che vengono “animate” grazie alle capacità del pescatore), con l’utilizzo di attrezzature ultra-leggere e piccole esche siliconiche. Viene praticata nelle aree urbane, da cui anche il nome “urban fishing”. E’ una pesca che si pratica anche sotto casa, in torrenti cittadini e in tratti acquatici urbani dove è consentito pescare. Lo spirito è quello del catch and release, ossia rimettere in acqua con la massima cura tutte le prede che regalano adrenalina dopo aver aggredito le nostre esche. E’ una tecnica sviluppata per sfuggire qualche ora al logorio fisico dato dalla città. I pescatori di street fishing sono tempestivi e dinamici in quanto, avendo i tempi ridotti - sfruttando la pausa pranzo oppure il tardo pomeriggio dopo il lavoro e prima del calar delle tenebre -, non possono perdere tempo per andare alla ricerca di esche e di hot spot particolari. Da quando questa disciplina è approdata anche nella nostra penisola, è nato il gruppo “Street Fishing Italia” che è l’organizzatore della manifestazione di Adria. Torniamo ai nostri tre moschettieri. Campanati, Boggio Marzet e Ferabecoli, hanno provato ad insidiare persici reali, black bass, lucci, siluri, aspi, e luci perca. La classifica l’hanno scalata proprio con sei catture dell’ultima tra le specie citate, i luci perca o sandre, misurati su appositi sostegni (la misura minima era di 35 centimetri), fotografati e subito rilasciati. Il risultato è stato eccezionale e non potrà che essere migliorato grazie allo spirito positivo e all’esperienza maturata nel frattempo dai tre del Team Dragon.
Valter Caneparo

Hanno voluto provare nuove emozioni nella pesca che tanto amano, forti della loro esperienza nello spinning. Hanno trovato uno sponsor, si sono armati delle esche e delle attrezzature necessarie e, domenica scorsa, hanno partecipato alla terza edizione - prima per dei biellesi - dello “Street fishing 2018” che si è svolta lungo il Canal Bianco, nel centro cittadino di Adria, in provincia di Rovigo. E sono arrivati addirittura quinti su cinquanta squadre, alcune composte da super campioni provenienti da mezza Europa, tipo il team svedese dell’Abu Garcia che è stato messo in riga dai nostri eroi. Il Team “Dragon” (famoso brand polacco) era composto dai biellesi Roberto Campanati ed Eugenio Boggio Marzet, affiancati dall’amico Daniele Ferabecoli, proveniente da Ostia. A non far loro mancare il sostegno, ci ha pensato Carlo Lucarini, agente per l’Italia della “Dragon fishing equipment”. Prima di entrare nel vivo della competizione, è giusto spiegare ai profani poco avvezzi a divorare riviste di pesca, cos’è lo “street fishing”. E’ una disciplina che si è sviluppata dallo spinning (pesca con esche artificiali che vengono “animate” grazie alle capacità del pescatore), con l’utilizzo di attrezzature ultra-leggere e piccole esche siliconiche. Viene praticata nelle aree urbane, da cui anche il nome “urban fishing”. E’ una pesca che si pratica anche sotto casa, in torrenti cittadini e in tratti acquatici urbani dove è consentito pescare. Lo spirito è quello del catch and release, ossia rimettere in acqua con la massima cura tutte le prede che regalano adrenalina dopo aver aggredito le nostre esche. E’ una tecnica sviluppata per sfuggire qualche ora al logorio fisico dato dalla città. I pescatori di street fishing sono tempestivi e dinamici in quanto, avendo i tempi ridotti - sfruttando la pausa pranzo oppure il tardo pomeriggio dopo il lavoro e prima del calar delle tenebre -, non possono perdere tempo per andare alla ricerca di esche e di hot spot particolari. Da quando questa disciplina è approdata anche nella nostra penisola, è nato il gruppo “Street Fishing Italia” che è l’organizzatore della manifestazione di Adria. Torniamo ai nostri tre moschettieri. Campanati, Boggio Marzet e Ferabecoli, hanno provato ad insidiare persici reali, black bass, lucci, siluri, aspi, e luci perca. La classifica l’hanno scalata proprio con sei catture dell’ultima tra le specie citate, i luci perca o sandre, misurati su appositi sostegni (la misura minima era di 35 centimetri), fotografati e subito rilasciati. Il risultato è stato eccezionale e non potrà che essere migliorato grazie allo spirito positivo e all’esperienza maturata nel frattempo dai tre del Team Dragon.
Valter Caneparo

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