I biellesi d’Inghilterra pro Europa

I biellesi d’Inghilterra pro Europa
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In Gran Bretagna si vota a favore della permanenza o delluscita dallUnione Europea. Un referendum il cui risultato potrebbe avere molte conseguenze e ricadute a livello internazionale.

Joy Elizabeth Avery e suo marito Peter sono inglesi e sono tra i 46,5 milioni di cittadini di Sua maesta? che hanno diritto al voto. «Siamo venuti ad abitare a Valle Mosso undici anni fa», spiega la donna, insegnante e traduttrice di inglese e tedesco. Entrambi hanno gia? partecipato al referendum, per posta. «Abbiamo votato a favore della permanenza in Europa. E incrociamo le dita... », dice. Per Joy Elizabeth e? normale questa spaccaturabritannica, con una grossa fetta della nazione favorevole alla Brexit: «La storia - afferma - ci insegna che il Regno Unito non si e? mai sentito parte dellEuropa, del continente. Chi vuole uscire dallUe fa leva sulla questione dei migranti e sul desiderio di riappropriarsi della sovranita? nazionale; in realta?, non fa altro che fare disinformazione, diffonde, cioe?, informazioni non vere. Ecco perche? mi auguro che la Gran Bretagna resti in Europa. Se cosi? non dovesse essere, penso che io e mio marito ci decideremo a richiedere, dopo tanti anni, la nazionalita? italiana. Cosa che, peraltro, avevamo comunque gia? in mente di fare».

Non votera? in quanto non cittadina britannica, anche se da dodici anni vive nel Regno Unito e da undici risiede a tutti gli effetti a Birmingham, dove lavora in un hotel, la trentunenne Francesca Pesce. «Limpressione - dice - e? che il Paese sia spaccato a meta? tra chi e? a favorevole e chi e? contrario alla Brexit, e non mi sembra che il tragico omicidio dei giorni scorsi della deputata laburista Jo Cox abbia spostato l’ago della bilancia in favore di questi ultimi. In definitiva, credo che la differenza la fara? il voto dei londinesi. Non e? chiaro che cosa potrebbe accadere se vincessero i “si?” (cioe? i “leave”), ma e? indubbio che ne deriverebbero forti ripercussioni economiche: alcune grandi compagnie, infatti, hanno gia? annunciato l’intenzione di trasferirsi all’estero in caso di uscita della Gran Bretagna dall’Europa. E ci sara?, molto probabilmente, un moltiplicarsi di richieste di cittadinanza, per garantirsi la permanenza oltremanica, perche? non si sa mai...». 

Leggi il servizio integrale sull'Eco di Biella di giovedì 23 giugno 2016 

In Gran Bretagna si vota a favore della permanenza o dell’uscita dall’Unione Europea. Un referendum il cui risultato potrebbe avere molte conseguenze e ricadute a livello internazionale.

Joy Elizabeth Avery e suo marito Peter sono inglesi e sono tra i 46,5 milioni di cittadini di Sua maesta? che hanno diritto al voto. «Siamo venuti ad abitare a Valle Mosso undici anni fa», spiega la donna, insegnante e traduttrice di inglese e tedesco. Entrambi hanno gia? partecipato al referendum, per posta. «Abbiamo votato a favore della permanenza in Europa. E incrociamo le dita... », dice. Per Joy Elizabeth e? normale questa “spaccatura” britannica, con una grossa fetta della nazione favorevole alla Brexit: «La storia - afferma - ci insegna che il Regno Unito non si e? mai sentito parte dell’Europa, del continente. Chi vuole uscire dall’Ue fa leva sulla questione dei migranti e sul desiderio di riappropriarsi della sovranita? nazionale; in realta?, non fa altro che fare disinformazione, diffonde, cioe?, informazioni non vere. Ecco perche? mi auguro che la Gran Bretagna resti in Europa. Se cosi? non dovesse essere, penso che io e mio marito ci decideremo a richiedere, dopo tanti anni, la nazionalita? italiana. Cosa che, peraltro, avevamo comunque gia? in mente di fare».

Non votera? in quanto non cittadina britannica, anche se da dodici anni vive nel Regno Unito e da undici risiede a tutti gli effetti a Birmingham, dove lavora in un hotel, la trentunenne Francesca Pesce. «L’impressione - dice - e? che il Paese sia spaccato a meta? tra chi e? a favorevole e chi e? contrario alla Brexit, e non mi sembra che il tragico omicidio dei giorni scorsi della deputata laburista Jo Cox abbia spostato l’ago della bilancia in favore di questi ultimi. In definitiva, credo che la differenza la fara? il voto dei londinesi. Non e? chiaro che cosa potrebbe accadere se vincessero i “si?” (cioe? i “leave”), ma e? indubbio che ne deriverebbero forti ripercussioni economiche: alcune grandi compagnie, infatti, hanno gia? annunciato l’intenzione di trasferirsi all’estero in caso di uscita della Gran Bretagna dall’Europa. E ci sara?, molto probabilmente, un moltiplicarsi di richieste di cittadinanza, per garantirsi la permanenza oltremanica, perche? non si sa mai...». 

Leggi il servizio integrale sull'Eco di Biella di giovedì 23 giugno 2016 

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