I banchi del “Santa Caterina” finiscono in Congo

I banchi del “Santa Caterina” finiscono in Congo
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BIELLA - Dopo la chiusura lo svuotamento. Il Santa Caterina, storico istituto scolastico cittadino, ieri ha vissuto un altro giorno importante della sua storia. Banchi, lavagne, materiale didattico ancora presenti nella scuola che ha cresciuto e istruito migliaia di biellesi, sono stati portati via delle tante aule presenti. Ora saranno utilizzati nella Repubblica democratica del Congo dove le suore di San Giuseppe di Torino, proprietarie dello stabile, lavorano stabilmente ormai da diversi anni. L’operazione, che ha visto protagonisti gli alpini per tutta la mattinata di ieri, ha il fine di aiutare in loco i bambini, soprattutto quelli ospiti di un orfanotrofio nei pressi di Kinshasa.

A contattare l’Ana di Biella, per chiedere un aiuto a caricare il container che via mare raggiungerà la destinazione, sono state le penne nere di Chatillon che ieri mattina si sono presentate in città per “svuotare” il Santa Caterina. «Siamo in contatto ormai da diverso tempo con suor Diomira - spiega il capogruppo di Chatillon Mario Benedetti - e abbiamo già aiutato diverse volte la comunità con cui collaborano le suore di San Giuseppe. Ecco spiegata la nostra presenza qui a Biella». Prima di affrontare il viaggio dalla Valle d’Aosta per caricare i container, il gruppo alpino di Chatillon si è messo in contatto con l’Ana di Biella. «Senza esserci praticamente mai visti - sottolinea Benedetti - abbiamo trovato un grande aiuto qui a Biella dagli alpini che hanno preparato egregiamente la logistica e tutti i permessi per poter operare. Oltre ad essere qui presenti con noi a caricare il container. Questo spirito solidaristico è da sottolineare perché non è usuale». Oltre ai banchi, alle lavagne e al materiale didattico presente ancora al Santa Caterina sono stati donati diversi pacchi di riso di aziende biellesi e parecchie piastrelle. «Perché - conclude Benedetti - la priorità è costruire». Dall’Ana di Biella, invece, giunge una richiesta: «Chi ha macchine da cucire che non utilizza più, a pedale o manovella, ce le porti in sede, le faremo avere alle popolazioni bisognose».

Enzo Panelli

BIELLA - Dopo la chiusura lo svuotamento. Il Santa Caterina, storico istituto scolastico cittadino, ieri ha vissuto un altro giorno importante della sua storia. Banchi, lavagne, materiale didattico ancora presenti nella scuola che ha cresciuto e istruito migliaia di biellesi, sono stati portati via delle tante aule presenti. Ora saranno utilizzati nella Repubblica democratica del Congo dove le suore di San Giuseppe di Torino, proprietarie dello stabile, lavorano stabilmente ormai da diversi anni. L’operazione, che ha visto protagonisti gli alpini per tutta la mattinata di ieri, ha il fine di aiutare in loco i bambini, soprattutto quelli ospiti di un orfanotrofio nei pressi di Kinshasa.

A contattare l’Ana di Biella, per chiedere un aiuto a caricare il container che via mare raggiungerà la destinazione, sono state le penne nere di Chatillon che ieri mattina si sono presentate in città per “svuotare” il Santa Caterina. «Siamo in contatto ormai da diverso tempo con suor Diomira - spiega il capogruppo di Chatillon Mario Benedetti - e abbiamo già aiutato diverse volte la comunità con cui collaborano le suore di San Giuseppe. Ecco spiegata la nostra presenza qui a Biella». Prima di affrontare il viaggio dalla Valle d’Aosta per caricare i container, il gruppo alpino di Chatillon si è messo in contatto con l’Ana di Biella. «Senza esserci praticamente mai visti - sottolinea Benedetti - abbiamo trovato un grande aiuto qui a Biella dagli alpini che hanno preparato egregiamente la logistica e tutti i permessi per poter operare. Oltre ad essere qui presenti con noi a caricare il container. Questo spirito solidaristico è da sottolineare perché non è usuale». Oltre ai banchi, alle lavagne e al materiale didattico presente ancora al Santa Caterina sono stati donati diversi pacchi di riso di aziende biellesi e parecchie piastrelle. «Perché - conclude Benedetti - la priorità è costruire». Dall’Ana di Biella, invece, giunge una richiesta: «Chi ha macchine da cucire che non utilizza più, a pedale o manovella, ce le porti in sede, le faremo avere alle popolazioni bisognose».

Enzo Panelli

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