Gli agricoltori: «Basta parlare solo di dighe»
Gli agricoltori: «Basta parlare solo di dighe» Il Consorzio Ovest Sesia: alternative agli invasi |
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Gli agricoltori: «Basta parlare solo di dighe» |
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Arrivano proprio dagli agricoltori le possibili alternative alla lotta senza “se” e senza “ma” che il Consorzio di bonifica della Baraggia porta avanti da anni per la costruzione di nuove dighe nel Biellese. L’associazione di irrigazione Ovest Sesia, la stessa che qualche anno fa al Baraggia si era unita per un fugace “matrimonio” terminato dopo solo poco tempo, ha infatti affermato sabato mattina di avere una posizione diversa da quella dei vecchi soci. «Negli ultimi anni, il dibattito sul problema della carenza idrica si è appiattito sulla contrapposizione “manichea” diga sì-diga no - ha affermato il direttore Luca Bussandri all’agriturismo La Regina, nel corso dell’assemblea che ha presentato il neonato Distretto irriguo Villanova-Mottalciata -. Ma i nuovi invasi, in realtà, rappresentano solo una delle possibili alternative. L’altra possibilità è valutare quello che il sistema irriguo ha già a disposizione, e poi muoversi per valorizzarlo e potenziarlo». |
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Non a caso, l’esito dell’assemblea, cui hanno preso parte numerosi agricoltori del Biellese e del Vercellese oltre ai rappresentanti istituzionali, ha chiarito che è proprio quest’ultima la strada che il Consorzio intende perseguire per risolvere i propri problemi. A fare da portavoce delle istanze dell’associazione è stato il sindaco di Villanova Gianni Bosio. «Non vogliamo neppure addentrarci nel dibattito sulle dighe - ha affermato rivolgendosi al presidente della Provincia Sergio Scaramal, all’assessore provinciale all’Agricoltura Giuseppe Graziola, al consigliere provinciale Orazio Scanzio e ai parlamentari Gilberto Pichetto e Roberto Simonetti -. Vogliamo piuttosto chiedere interventi che riteniamo già oggi fattibili, e che a nostro avviso possono permettere gli agricoltori di concludere serenamente le annate agrarie». Gli interventi ipotizzati vanno dalla realizzazione della già nota conduttura (progetto del consorzio Baraggia, a onor del vero) sull’Elvo, per aumentare la portata della diga dell’Ingagna, alla captazione di acqua dalla cosiddetta ”tubazione numero 5” di Massazza alla Roggia Marchesa, sino al superamento («che non significa abolizione», ha specificato Bussandri) dei diritti di derivazione gratuiti che dal Medioevo ricadono sul presente con effetti deleteri. «Il tutto sulla base di un rinnovato impegno, da parte degli stessi agricoltori, «a ridurre al minimo il proprio fabbisogno». Doppia, alla luce di questo, la soddisfazione del presidente Scaramal. «Mi compiaccio innanzitutto per la fusione tra il Distretto irriguo di Mottalciata e Luce Libera di Villanova e per la conseguente nascita del Distretto di Mottalciata-Villanova - ha dichiarato -. Annovererei questa tra le “buone pratiche” che devono essere prese d’esempio anche da altri e che denotano una rara capacità di guardare lontano, superando contrapposizioni e diffidenze». Ma non solo. Scaramal ha dimostrato di apprezzare anche le richieste avanzate dall’Ovest Sesia: «Se sarà possibile incrementare l’acqua dell’Ingagna lo faremo - ha dichiarato - e lo stesso dicasi per gli altri progetti. Quanto ad una nova diga, se servirà la si farà, ma starà agli organi competenti valutare dove e come. Di certo queste non sono decisioni che può imporre chi la deve anche costruire». D’accordo su tutta la linea l’assessore Graziola, il quale ha detto anche due parole sul ruolo della Provincia: «Il compito dell’amministrazione - ha affermato - è far sì che i benefici tra i vari distretti vadano livellati. Se ciascuno pensa solo a risolvere i problemi a colpi di ricerca di fondi per se stesso, non si va da nessuna parte». Sul fatto che la diga debba essere al centro di decisioni condivise e non “calate dall’alto” si è detto d’accordo anche il senatore Gilberto Pichetto, a lungo segretario del Distretto irriguo di Mottalciata: «Quelli sono temi che vanno affrontati valutando seriamente necessità e modalità - ha spiegato -. Ma un aspetto non va sottovalutato: i Canali Vanoni e Gavazzina, tra le principali fonti di irrigazione della zona, provengono dalla provincia di Torino. E’ paradossale che il Biellese, terra ricca di acqua, non sia in grado di approvvigionare la propria agricoltura». E mentre Scanzio ha ricordato al pubblico che «quel che serve davvero è una seria manutenzione del sistema irriguo e idrico», Simonetti ha chiuso i lavori con un appello: «Auspico che la stessa unione di intenti dimostrata dal Consorzio per risolvere i propri problemi possa coinvolgere anche altre realtà», ha detto. Chiarendo subito dopo che il pensiero era rivolto anche e soprattutto all’industria tessile. Veronica Balocco 16 febbraio 2009 |