Giannini: «Date tempo alla riforma»

Giannini: «Date tempo alla riforma»
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BIELLA - «Ministro, lei ha un profilo Facebook?». Stefania Giannini: «Ho chiuso quello personale, ma è attivo quello istituzionale». «Ed è su Twitter?». «Mi piace di più. È il colpo di pistola che, nel mondo classico, dava il letterato che voleva lanciare un messaggio breve e forte». «E ha WhatsApp?». «Confesso, quello produce assuefazione». «Fa uso di emoticon?». «Abuso di emoticon. Sono la versione mignon della vignetta. Lei fa la sintassi degli emoticon?».

Questo il benvenuto che è stato rivolto al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, ospite del Salone dell’orientamento universitario che si è svolto sabato, a Città Studi. Il siparietto di battute è servito per rendere più accogliente l’atmosfera di quello che, come annunciato dall’associazione organizzatrice “Bi Young”, è stato strutturato come confronto del ministro “a tu per tu” con gli studenti delle scuole superiori e dell’università. L’incontro, durante il quale le domande erano riservate con precedenza agli studenti, è stata occasione di dialogo su temi che, per la maggior parte, non hanno alimentato il dibattito pubblico. E il ministro si è destreggiata bene tra un quesito e l’altro. Anche a cosa di impopolarità.  

Il suo motto: «La scuola è una scuola per tutti e per ognuno». Pungente Marianna dello Scientifico che le ha fatto notare un comune sentire: l’arretratezza della scuola rispetto al mondo del lavoro. E che, in questo, la “Buona Scuola” non pare invertire la marcia. «Occorre un progetto educativo particolare, ma non mi scandalizzerei sul fatto che la scuola continua a seguire un metodo che ha fatto sì che fossero formati i tuoi genitori, ad esempio. Mi scandalizzerei, invece, sul fatto che la scuola non è mai stata motore di innovazione, ma vagone trainato. Detto questo, sapresti immaginare di quali mestieri avrà bisogno la società fra 20 anni? Non li vedi oggi, li vedrai fra qualche anno. E così sarà per ciò che abbiamo fatto con la “Buona Scuola”».

Aurora dell’Alberghiero: tirocini retribuiti? «No», fa il ministro: in Italia devono restare diffusi e flessibili, non finalizzati all’avviamento al lavoro ma alla formazione. Fasce Isee che escludono candidati? Si diano i fondi delle borse di studio alle Università. Laurea triennale senza senso? No, anzi «non ha mai acquisito il valore che doveva. Il meccanismo si è inceppato, soprattutto per le Facoltà umanistiche. Se è così, per Economia, è colpa della tua Università». Ma il ministro non fa sconti neanche agli studenti: «Il 40 per cento è fuori corso. O i percorsi sono strutturati male o va rifatta la propria agenda». È piaciuta poco, poi, la risposta sull’alternanza scuola-lavoro in Università: «Manca, è vero. Ma non è, questo, un legame dovuto».

Dell’attualità “calda”, il ministro, fa un accenno: «Chiedo l’asticella alta della lingua straniera, al concorso? Questo è il motore del cambiamento».

Giovanna Boglietti

Leggi di più sull’Eco di Biella di lunedì 1 febbraio 2016

BIELLA - «Ministro, lei ha un profilo Facebook?». Stefania Giannini: «Ho chiuso quello personale, ma è attivo quello istituzionale». «Ed è su Twitter?». «Mi piace di più. È il colpo di pistola che, nel mondo classico, dava il letterato che voleva lanciare un messaggio breve e forte». «E ha WhatsApp?». «Confesso, quello produce assuefazione». «Fa uso di emoticon?». «Abuso di emoticon. Sono la versione mignon della vignetta. Lei fa la sintassi degli emoticon?».

Questo il benvenuto che è stato rivolto al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, ospite del Salone dell’orientamento universitario che si è svolto sabato, a Città Studi. Il siparietto di battute è servito per rendere più accogliente l’atmosfera di quello che, come annunciato dall’associazione organizzatrice “Bi Young”, è stato strutturato come confronto del ministro “a tu per tu” con gli studenti delle scuole superiori e dell’università. L’incontro, durante il quale le domande erano riservate con precedenza agli studenti, è stata occasione di dialogo su temi che, per la maggior parte, non hanno alimentato il dibattito pubblico. E il ministro si è destreggiata bene tra un quesito e l’altro. Anche a cosa di impopolarità.  

Il suo motto: «La scuola è una scuola per tutti e per ognuno». Pungente Marianna dello Scientifico che le ha fatto notare un comune sentire: l’arretratezza della scuola rispetto al mondo del lavoro. E che, in questo, la “Buona Scuola” non pare invertire la marcia. «Occorre un progetto educativo particolare, ma non mi scandalizzerei sul fatto che la scuola continua a seguire un metodo che ha fatto sì che fossero formati i tuoi genitori, ad esempio. Mi scandalizzerei, invece, sul fatto che la scuola non è mai stata motore di innovazione, ma vagone trainato. Detto questo, sapresti immaginare di quali mestieri avrà bisogno la società fra 20 anni? Non li vedi oggi, li vedrai fra qualche anno. E così sarà per ciò che abbiamo fatto con la “Buona Scuola”».

Aurora dell’Alberghiero: tirocini retribuiti? «No», fa il ministro: in Italia devono restare diffusi e flessibili, non finalizzati all’avviamento al lavoro ma alla formazione. Fasce Isee che escludono candidati? Si diano i fondi delle borse di studio alle Università. Laurea triennale senza senso? No, anzi «non ha mai acquisito il valore che doveva. Il meccanismo si è inceppato, soprattutto per le Facoltà umanistiche. Se è così, per Economia, è colpa della tua Università». Ma il ministro non fa sconti neanche agli studenti: «Il 40 per cento è fuori corso. O i percorsi sono strutturati male o va rifatta la propria agenda». È piaciuta poco, poi, la risposta sull’alternanza scuola-lavoro in Università: «Manca, è vero. Ma non è, questo, un legame dovuto».

Dell’attualità “calda”, il ministro, fa un accenno: «Chiedo l’asticella alta della lingua straniera, al concorso? Questo è il motore del cambiamento».

Giovanna Boglietti

Leggi di più sull’Eco di Biella di lunedì 1 febbraio 2016

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