Gianadda: «L’arte aperta a tutti»

Gianadda: «L’arte aperta a tutti»
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BIELLA - «Per fare quello che ho fatto nella mia vita bisogna essere un po' matto e un po' italiano».  Léonard Gianadda, occhi cerulei e fisico imponente che non svela certo gli ottanta anni passati, si aggira sorpreso e sorridente nelle nuovissime sale di Palazzo Gromo Losa dove da sabato scorso sono esposte le 90 immagini, tutte in bianco e nero, che testimoniano la sua passione per i viaggi, la conoscenza di terre e popoli, l'arte e la bellezza delle città e delle rovine antiche del Mediterraneo. 

L'omaggio a Gianadda, presidente della Fondazione di Martigny, in Svizzera, dedicata al fratello Pierre morto in un incidente aereo a Bari, è stato pensato come evento di inaugurazione per il completamento  del grande complesso architettonico di Corso del Piazzo, restaurato grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella dall'architetto Luisa Bocchietto con il contributo dell'imprenditore Emanuele Rosa.    

Nei 650 metri quadrati del cantinato, diviso in più sale luminose e moderne, sono state sistemate le immagini fotografiche che Gianadda scattò ormai 60 anni fa, quando si era appassionato al lavoro di reporter, e che solo in questi ultimi anni sono state esposte in Francia, in Russia (il museo Puskin le ha assolutamente volute e le ha fatte girare su tutto il territorio, compresa la Siberia) e in Italia, toccando le città di Padova, Domodossola e Varese. 

Ora, grazie anche al Rotary Club di Vallemosso, a Biella possiamo ammirare il lavoro di questo mecenate le cui origini risalgono comunque al nostro territorio: il nonno era infatti nativo di Curino, in Valsessera, 25 km dal capoluogo, dove vivono ancora oggi le cugine. 

Oltre all’inaugurazione della mostra sabato si è tenuta ufficialmente anche la firma del protocollo d'intesa tra la Fondazione Pierre Gianadda di Martigny e la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella: prevede la realizzazione di progetti comuni di contenuto culturale come eventi, concerti e mostre, attraverso il prestito di opere d'arte, immagini fotografiche e materiali culturali diversi, favorendo la circolazione degli artisti. Se Biella ha offerto gratuitamente gli spazi per la mostra di foto di Gianadda “Il Mediterraneo degli anni '50”, l'autore e presidente della Fondazione di Martigny svela  di possedere una fantastica collezione di 225 foto di Cartier-Bresson da poterci prestare in futuro per una mostra che già si preannuncia unica.     

La mostra “L'uomo e l'opera & Il Mediterraneo degli anni '50” è visitabile fino al 17 maggio a Palazzo Gromo Losa, dal giovedì alla domenica dalle 15,30 alle 19.

Luisa Benedetti

Leggi l’articolo integrale sull’Eco di Biella di lunedì 13 aprile 

BIELLA - «Per fare quello che ho fatto nella mia vita bisogna essere un po' matto e un po' italiano».  Léonard Gianadda, occhi cerulei e fisico imponente che non svela certo gli ottanta anni passati, si aggira sorpreso e sorridente nelle nuovissime sale di Palazzo Gromo Losa dove da sabato scorso sono esposte le 90 immagini, tutte in bianco e nero, che testimoniano la sua passione per i viaggi, la conoscenza di terre e popoli, l'arte e la bellezza delle città e delle rovine antiche del Mediterraneo. 

L'omaggio a Gianadda, presidente della Fondazione di Martigny, in Svizzera, dedicata al fratello Pierre morto in un incidente aereo a Bari, è stato pensato come evento di inaugurazione per il completamento  del grande complesso architettonico di Corso del Piazzo, restaurato grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella dall'architetto Luisa Bocchietto con il contributo dell'imprenditore Emanuele Rosa.    

Nei 650 metri quadrati del cantinato, diviso in più sale luminose e moderne, sono state sistemate le immagini fotografiche che Gianadda scattò ormai 60 anni fa, quando si era appassionato al lavoro di reporter, e che solo in questi ultimi anni sono state esposte in Francia, in Russia (il museo Puskin le ha assolutamente volute e le ha fatte girare su tutto il territorio, compresa la Siberia) e in Italia, toccando le città di Padova, Domodossola e Varese. 

Ora, grazie anche al Rotary Club di Vallemosso, a Biella possiamo ammirare il lavoro di questo mecenate le cui origini risalgono comunque al nostro territorio: il nonno era infatti nativo di Curino, in Valsessera, 25 km dal capoluogo, dove vivono ancora oggi le cugine. 

Oltre all’inaugurazione della mostra sabato si è tenuta ufficialmente anche la firma del protocollo d'intesa tra la Fondazione Pierre Gianadda di Martigny e la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella: prevede la realizzazione di progetti comuni di contenuto culturale come eventi, concerti e mostre, attraverso il prestito di opere d'arte, immagini fotografiche e materiali culturali diversi, favorendo la circolazione degli artisti. Se Biella ha offerto gratuitamente gli spazi per la mostra di foto di Gianadda “Il Mediterraneo degli anni '50”, l'autore e presidente della Fondazione di Martigny svela  di possedere una fantastica collezione di 225 foto di Cartier-Bresson da poterci prestare in futuro per una mostra che già si preannuncia unica.     

La mostra “L'uomo e l'opera & Il Mediterraneo degli anni '50” è visitabile fino al 17 maggio a Palazzo Gromo Losa, dal giovedì alla domenica dalle 15,30 alle 19.

Luisa Benedetti

Leggi l’articolo integrale sull’Eco di Biella di lunedì 13 aprile 

 

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