Fusioni in Valsessera, molti sindaci frenano

Fusioni in  Valsessera, molti sindaci frenano
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TRIVERO - «È un po’ un paradosso, la questione della fusione in Valsessera: i comuni più grandi e ricchi, come Trivero e Pray, sarebbero favorevoli, quelli che invece sembrano accontentarsi, dicendosi che va bene così, sono proprio i comuni più piccoli. Noi, come Trivero, rientriamo orograficamente in Valsessera oppure potremmo passare con la Valle di Mosso, in ogni caso sarebbe bello ridisegnare il territorio con comuni sufficientemente ampi e popolati. Ma i primi a non esserne convinti sono alcuni amministratori».

Il sindaco di Trivero, Massimo Biasetti (nella foto), commenta così l’esito dell’incontro pubblico sul tema delle fusioni, che l’ha visto promotore con il primo cittadino di Pray, Gian Matteo Passuello. Biasetti si dice «stufo di sentir ripetere che le cose non vanno, quando poi non si fa nulla per cambiarle». E in più in un periodo di possibilità per il quale, ed è questo il caso, i tempi stringono: «Quando le fusioni saranno obbligatorie, i soldi messi a disposizione non ci si saranno più. I primi comuni che le faranno saranno i più avvantaggiati». Ecco perché l’intenzione è quella di dare il via al rinnovamento: «Bisogna avere un progetto. I soldi non sono tutto, ma se gestiti bene possono portare a un grande beneficio. Unendo Trivero e Pray, ad esempio, si avrebbe a disposizione un contributo straordinario di 1 milione di euro l’anno per i prossimi dieci anni. E poi, dalla Regione circa 30 euro a persona. A questo si aggiunge che non avremmo l’impegno del patto di stabilità». Il riferimento è a quanto previsto dalla Legge di Stabilità 2016, che prevede 30 milioni di euro per i fondi incentivanti per le Unioni e l’aumento dei contributi per le fusioni. In particolare, il contributo straordinario ai comuni nati da fusioni «è elevato al 40 per cento dei trasferimenti erariali attribuiti per l’anno 2010». Con un limite: che non superi 2 milioni di euro per ciascun beneficiario. Sia Biasetti che Passuello citano Crosa e Lessona, che hanno portato testimonianza dei benefici della fusione, riflessasi sui servizi come sullo sgravio fiscale. «Ci volevano due donne sindaco per riuscirci», è la constatazione, un tantino amara di Massimo Biasetti. «Bisogna lavorare con chi ci crede», aggiunge Gian Matteo Passuello, deluso dall’assenza di numerosi amministratori, che non hanno partecipato all’incontro. «Su 26 invitati, non si arrivava a 10. Solo mettendoci assieme possiamo avere un peso; altrimenti, chi fa sentire la voce sono quasi sempre, come emerso nel caso Seab, Biella e Cossato».

Giovanna Boglietti  

Leggi di più sull’Eco di Biella di sabato 5 marzo 2016

TRIVERO - «È un po’ un paradosso, la questione della fusione in Valsessera: i comuni più grandi e ricchi, come Trivero e Pray, sarebbero favorevoli, quelli che invece sembrano accontentarsi, dicendosi che va bene così, sono proprio i comuni più piccoli. Noi, come Trivero, rientriamo orograficamente in Valsessera oppure potremmo passare con la Valle di Mosso, in ogni caso sarebbe bello ridisegnare il territorio con comuni sufficientemente ampi e popolati. Ma i primi a non esserne convinti sono alcuni amministratori».

Il sindaco di Trivero, Massimo Biasetti (nella foto), commenta così l’esito dell’incontro pubblico sul tema delle fusioni, che l’ha visto promotore con il primo cittadino di Pray, Gian Matteo Passuello. Biasetti si dice «stufo di sentir ripetere che le cose non vanno, quando poi non si fa nulla per cambiarle». E in più in un periodo di possibilità per il quale, ed è questo il caso, i tempi stringono: «Quando le fusioni saranno obbligatorie, i soldi messi a disposizione non ci si saranno più. I primi comuni che le faranno saranno i più avvantaggiati». Ecco perché l’intenzione è quella di dare il via al rinnovamento: «Bisogna avere un progetto. I soldi non sono tutto, ma se gestiti bene possono portare a un grande beneficio. Unendo Trivero e Pray, ad esempio, si avrebbe a disposizione un contributo straordinario di 1 milione di euro l’anno per i prossimi dieci anni. E poi, dalla Regione circa 30 euro a persona. A questo si aggiunge che non avremmo l’impegno del patto di stabilità». Il riferimento è a quanto previsto dalla Legge di Stabilità 2016, che prevede 30 milioni di euro per i fondi incentivanti per le Unioni e l’aumento dei contributi per le fusioni. In particolare, il contributo straordinario ai comuni nati da fusioni «è elevato al 40 per cento dei trasferimenti erariali attribuiti per l’anno 2010». Con un limite: che non superi 2 milioni di euro per ciascun beneficiario. Sia Biasetti che Passuello citano Crosa e Lessona, che hanno portato testimonianza dei benefici della fusione, riflessasi sui servizi come sullo sgravio fiscale. «Ci volevano due donne sindaco per riuscirci», è la constatazione, un tantino amara di Massimo Biasetti. «Bisogna lavorare con chi ci crede», aggiunge Gian Matteo Passuello, deluso dall’assenza di numerosi amministratori, che non hanno partecipato all’incontro. «Su 26 invitati, non si arrivava a 10. Solo mettendoci assieme possiamo avere un peso; altrimenti, chi fa sentire la voce sono quasi sempre, come emerso nel caso Seab, Biella e Cossato».

Giovanna Boglietti  

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