Funicolare appesa a un filo

Funicolare appesa a un filo
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Fune o ascensore inclinato? Il dilemma che riguarda il futuro della funicolare continua a far discutere. Uno dei simboli biellesi per eccellenza, la funicolare del Piazzo, inaugurata nel 1885, è allo scadere del ventennale dopo il quale dovrà essere fatta una revisione.

 Esattamente il 26 maggio. Il mezzo che ad oggi trasporta 509 passeggeri al giorno per un totale di 182 corse, e che nel 2014 è stata utilizzato da 186.168 persone, è stato messo sotto esame venerdì scorso in un’assemblea pubblica tenutasi nei locali di palazzo Ferrero al Piazzo. I rappresentanti del Comune presenti, il sindaco Marco Cavicchioli, l’assessore Stefano La Malfa, Graziano Patergnani dirigente dei lavori pubblici e Fabrizio Merlo presidente del consiglio comunale, nelle vesti di moderatore della serata, hanno esposto i pro e i contro di entrambe le soluzioni. Anche se le impressioni dei presenti sono state che la propensione da parte del Comune sia quella di sostituire la storica struttura con quella più moderna, un po’ come ha fatto la città di Parigi a Montmartre. Ma i cittadini sono per la maggior parte contrari, non accettando di sacrificare la sorveglianza, la sicurezza e la storia della città.

La revisione è stata il fulcro della discussione, Patergnani durante la sua illustrazione ha spiegato: «Con l’approssimarsi della revisione siamo orientati a valutare gli interventi e a disporre il progetto di revisione, ammesso di trovare i pezzi di ricambio che ad oggi sono in gran parte fatti da artigiani, perché originali non sono più disponibili delle nostre dimensioni. L’intervento di sostituzione delle parti elettriche costerebbe circa 450mila euro e 1 milione 200mila euro cambiando anche le cabine. I costi di gestione sono così suddivisi: 220mila versati all’Atap, 60mila di ammortamento revisione ventennale e 52.153 di compensazione tariffaria».  Cambiare la motrice quindi, mettere l’ascensore inclinato, secondo l’amministrazione comunale avrebbe altre condizioni: «Gli ascensori sarebbero due – ha spiegato Patergnani –, il funzionamento, a chiamata, potrebbe essere: indipendente, sincronizzato come ora o in contemporanea. In questo modo se uno dei due viene fermato per manutenzione, l’altro può continuare a funzionare. Il costo della sostituzione della motricità più le cabine e il rifacimento si aggira intorno a 1 milione e 200mila euro, più una gestione annua da 30mila euro. Se optassimo per l’ascensore non ci sarebbe l’obbligo della vigilanza, quindi del personale, e dovremmo integrare le telecamere. All’interno della cabina ci sarebbe un interfono per le chiamate d’emergenza. Inoltre, per evitare che rimanga ferma nel caso dovesse rompersi senza nessuno dentro, bisognerà integrare dei controlli per il funzionamento. La Regione in questi giorni ci ha chiesto di presentare delle proposte per utilizzare i ribassi d’asta».

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