Funghi, no dell’Uncem alle nuove regole
Ogni frutto ha la sua stagione, recita il proverbio. Ma, secondo l’Uncem (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani) del Piemonte, ogni fungo ha il suo angolo di territorio, e il suo legittimo cercatore. L’obiezione muove alla vigilia della nuova stagione di raccolta dei funghi epigei, ovvero i funghi più comuni, caratterizzata da nuove norme in materia, disposte dalla Regione. E che si possono sintetizzare con quella che l’Uncem chiama la “liberalizzazione” con la quale è stato “espropriato il territorio della fruizione di un prodotto di alto valore”.
L’oggetto del contendere sarebbe il tesserino regionale unico, che la Regione ha reso valido per l’intero territorio piemontese. Insomma, raccolta senza campanilismi. Una liberalizzazione, appunto, che - secondo Lido Riba, presidente Uncem Piemonte - toglie il valore locale della tessera dei fungaioli. Ma c’è di più: si tratta della rivendicazione di un ruolo. Che ripropone le «Comunità montane come luogo dove ritirare il bollettino per il versamento del costo del tesserino annuale», quando oggi - stabilito il costo di 30 euro - si può ricorrere a bollettino postale, bonifico bancario e persino pagamento in contanti. Se da un lato, quindi, l’Uncem sostiene l’introduzione dell’eliminazione della marca da bollo sul titolo per la raccolta, rivendica per sé la facoltà di occuparsi dei tesserini e degli incassi del versamento, passati agli Enti parco: «I proventi potranno essere usati sul territorio per interventi di miglioramento ambientale. Non si espropri la montagna di queste possibilità», la critica di Riba.
Giovanna Boglietti
Ogni frutto ha la sua stagione, recita il proverbio. Ma, secondo l’Uncem (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani) del Piemonte, ogni fungo ha il suo angolo di territorio, e il suo legittimo cercatore. L’obiezione muove alla vigilia della nuova stagione di raccolta dei funghi epigei, ovvero i funghi più comuni, caratterizzata da nuove norme in materia, disposte dalla Regione. E che si possono sintetizzare con quella che l’Uncem chiama la “liberalizzazione” con la quale è stato “espropriato il territorio della fruizione di un prodotto di alto valore”.
L’oggetto del contendere sarebbe il tesserino regionale unico, che la Regione ha reso valido per l’intero territorio piemontese. Insomma, raccolta senza campanilismi. Una liberalizzazione, appunto, che - secondo Lido Riba, presidente Uncem Piemonte - toglie il valore locale della tessera dei fungaioli. Ma c’è di più: si tratta della rivendicazione di un ruolo. Che ripropone le «Comunità montane come luogo dove ritirare il bollettino per il versamento del costo del tesserino annuale», quando oggi - stabilito il costo di 30 euro - si può ricorrere a bollettino postale, bonifico bancario e persino pagamento in contanti. Se da un lato, quindi, l’Uncem sostiene l’introduzione dell’eliminazione della marca da bollo sul titolo per la raccolta, rivendica per sé la facoltà di occuparsi dei tesserini e degli incassi del versamento, passati agli Enti parco: «I proventi potranno essere usati sul territorio per interventi di miglioramento ambientale. Non si espropri la montagna di queste possibilità», la critica di Riba.
Giovanna Boglietti