Frode da 12,5 milioni col traffico di cellulari

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Frode da 12,5 milioni
importando cellulari
Operazione della Guardia di finanza di Biella
Sotto inchiesta una società di Gaglianico

(31 mar) Una frode fiscale per oltre 12 milioni e mezzo di euro basata sull’importazione e la vendita di migliaia di telefoni cellulari e prodotti ad essi collegati attraverso società fittizie, è stata scoperta dalla Guardia di finanza di Biella. L’amministratore delegato di questa società, un cinquantenne originario di Biella, è stato alla fine denunciato per i reati di “dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di fatture soggettivamente inesistenti” e di “indebita compensazione di Iva” con riferimento a condotte tenute nei periodi di imposta decorsi dal 2003 al 2007.

Frode da 12,5 milioni
importando cellulari
Operazione "Bellerofonte" della Guardia di finanza
Nei guai amministratore di una società di Gaglianico

(31 mar) Una frode fiscale per oltre 12 milioni e mezzo di euro basata sull’importazione e la vendita di migliaia di telefoni cellulari e prodotti ad essi collegati attraverso società fittizie, è stata scoperta dalla Guardia di finanza di Biella che ha indagato per mesi in stretta collaborazione con altri reparti delle Fiamme gialle sul territorio nazionale e con i corrispettivi corpi degli stati europei ed extraeuropei da cui il traffico è partito o è transitato. Al centro dell’inchiesta è finita una società operante nel settore della telefonia con sede legale a Biella e base operativa a Gaglianico. L’amministratore delegato di questa società, un cinquantenne originario di Biella, è stato alla fine denunciato per i reati di “dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di fatture soggettivamente inesistenti” e di “indebita compensazione di Iva” con riferimento a condotte tenute nei periodi di imposta decorsi dal 2003 al 2007. L’operazione, denominata “Bellerofonte” (dall’eroe che in groppa al mitico Pegaso uccise la Chimera), è stata condotta dal Nucleo di Polizia tributaria di Biella coordinato dal tenente colonnello Paolo Maurizio Cianciotta. Tutto è nato dall’ipotesi che la società biellese fosse coinvolta in un meccanismo fraudolento improntato sull’ormai collaudato sistema detto “frode carosello” in qualità di soggetto che utilizzava fatture soggettivamente inesistenti. Oltre al danno al Fisco, la società avrebbe operato in modo da produrre concorrenza sleale nei confronti delle altre società operanti nello stesso settore, importando cellulari delle marche più note dai mercati paralleli per poi piazzarli - in quanto non gravati del costo dell’imposta dovuta - a prezzi concorrenziali.

v.ca.

31 marzo 2009

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