Expo 2015: «Occasione per Biella»
«Nel commercio, l’occasione è tutto» diceva Honorè de Balzac. Così, quella offerta con manageriale generosità al sistema Biella da Enrico Pazzali, amministratore delegato di Fiera Milano SpA, può considerarsi tale, sempre che il messaggio lanciato dal consesso del Lions Host, riunitosi al circolo Sociale giovedì scorso, venga recepito e tradotto in fatti. “Biella-Fiera Milano SpA. Prospettive e Sinergie in previsione di Expo 2015” questo il tema discusso da Pazzali, invitato a Biella grazie all’idea di una sua collaboratrice, la biellese Rebecca Capellaro, recepita dal presidente del club di servizio Cesare Gallo.
Rivoluzione. Pazzali è un manager in ascesa, parla con la verve e la chiarezza di chi ha libertà di esprimere il proprio pensiero, forte di un bagaglio di esperienze e conoscenze di primo livello. Sarebbe un ottimo oratore per la politica che cerca volti nuovi, ma oggi ha di fronte a sè la sfida di dirigere e sviluppare una delle aziende cardine per lo sviluppo dell’economia italiana che procede incontro al decisivo appuntamento con l’Expo 2015. «Il 2008, a causa dello scandalo Lehman Brothers, ha cambiato il mondo, la nostra vita e la nostra pelle, dobbiamo capire che occorre riposizionare il nostro stile di vita e le nostre aspettative - spiega Pazzali -. I nostri nonni hanno costruito questo Paese, i nostri padri lo hanno quasi distrutto, ora tocca alla nuova generazione tornare ai valori dei nostri nonni. L’Italia possiede un patrimonio unico al mondo, l’italian life style è invidiato soprattutto da quei Paesi che ci fanno concorrenza. Sapete perchè la Ferrari vende tante auto in Cina? Perchè guidandone una, un cinese può sentirsi italiano. Su questo dobbiamo puntare per ricostruire la nostra economia».
Cambiare gli schemi. E l’agonizzante Biella che cosa può fare per aprirsi al mondo? «Può fare molto - continua Pazzali -. Per venire qui da Milano ci si mette un’ora e mezza di macchina, questo non è un fatto positivo. Ma bisogna reagire e cercare alternative. In Fiera il treno non si fermava, abbiamo fatto in modo che lo facesse, andando a trattare e pagando il servizio. Non posso credere che il sistema Biella, unito, non possa permettersi, ad esempio, un treno diretto che nei sei mesi di Expo possa portare nel Biellese alcune migliaia di visitatori». E qui viene il punto: anche se fosse, che cosa li porteremmo a fare? La risposta è servita: «Stimiamo che circa venti milioni di persone visiteranno l’Expo - prevede Pazzali -. E’ ragionevole pensare che l’utente medio dopo cinque, sei ore di visita ne abbia le tasche piene ed è in quel momento che Biella può intercettare un pubblico da attirare, ovvio che bisogna essere “sexy” e offrire un pacchetto visita pronto, che può essere veicolato anche dall’Expo stesso».
Saper fare. Ovvio che servito il 30, non possa essere pronto il 31: tour negli outlet tessili, Santuario d’Oropa con le sue 700 stanze al fresco in un periodo in cui a Milano si creperà dal caldo, la Burcina, il Ricetto, tutte mete ovvie, anche se Pazzali suggerisce anche l’asso nella manica del Biellese: «L’invasione cinese è scontata ed io sono più che certo che se Biella aprisse le porte delle sue fabbriche, dei suoi lanifici per visite guidate, ci sarebbe la corsa all’adesione. Sta a voi costituire un tavolo di lavoro che possa approntare un pacchetto competitivo nei confronti di altri distretti che si preparano a fare lo stesso». Che cosa ci lascerà l’Expo? Pazzali è chiaro: «Noi non vi daremo un euro. Vi diamo però la grande opportunità di sfruttare un’occasione unica di aprirvi al mondo, intercettando persone provenienti da diversi Paesi. Se riuscirete ad attirarli da voi, sarete stati bravi. Se riuscirete a farli tornare lo sarete ancora di più. Mi offro da tramite verso l’Expo per fornirvi una corsia preferenziale. Questo continente è in letargo - chiude Pazzali -, e lo sarà per almeno qualche anno e ciò che stiamo facendo noi come Fiera potete farlo anche voi: andiamo a cercare affari/visitatori dove c’è ricchezza e quindi domanda, lontano dall’Europa. Una strada che Biella, con le sue eccellenze e i suoi imprenditori, può fare sua».
Gabriele Pinna
pinna@primabiella.it