Evasione fiscale, patteggia l'assessore
Alla fine ha preferito evitare il processo e procedere con il patteggiamento a sei mesi con la condizionale, l’assessore provinciale ai Lavori pubblici, Luca Castagnetti, al centro di un procedimento penale per una presunta evasione fiscale che risale al periodo 2005-2007, quando ancora non ricopriva il ruolo pubblico attuale.
La contestazione. La Guardia di finanza contestava a Castagnetti il mancato inserimento nella dichiarazione dei redditi, per due anni consecutivi, di compensi derivanti dalla sua attività di consulente per conto di una società trentina che si occupava di prodotti per lavanderie e di compravendita di abiti da lavoro. La stessa società che l’anno dopo lo ha poi assunto.
Le somme. La cifra che secondo le Fiamme gialle non sarebbe stata dichiarata, è compresa tra i novanta e i centomila euro. Tutto avrebbe potuto concludersi con il solo procedimento amministrativo, con l’accordo pertanto tra le parti per il rientro anche in più tranche delle somme che si presume siano state distratte a tassazione.
Il reato. La Finanza ha però contestato a Castagnetti d’aver occultato o distrutto la documentazione contabile comprovante la collaborazione remunerata con la società trentina in modo da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio o del volume degli affari. Si tratta di un reato previsto dalle norme in materia di imposte sul reddito e sul valore aggiunto, per il quale è stato aperto un procedimento penale che - su consiglio del suo legale, avvocato Andrea Delmastro - Castagnetti ha deciso di chiudere con il patteggiamento al minimo della pena.
La verifica. Gli esperti della Compagnia di Biella della Guardia di finanza avevano attivato la verifica fiscale nei confronti di Castagnetti in seguito a un controllo incrociato della documentazione contabile in possesso della società trentina.
Le dichiarazioni. L’assessore non si sottrae alle proprie responsabilità: «Ho commesso una stupidaggine che ho ammesso e che sto ancora pagando ratealmente - spiega Castagnetti -. Tengo comunque a precisare che la contestazione nulla ha a che vedere con il mio attuale incarico in Provincia in quanto risale a parecchio tempo prima rispetto alla nomina ad assessore. Non si tratta inoltre di un’evasione voluta in quanto per quei compensi sono state emesse regolari fatture e ritenute d’acconto. Mancava semplicemente nella dichiarazione il cumulo dei redditi per il doppio ruolo che ricoprivo in quel periodo, di amministratore di una società e di consulente per conto di un’altra società della quale, è giusto ribadirlo, sono poi diventato dipendente. E’ stata solo una cavolata che sto attualmente pagando...».