Emergenza caprioli tra incidenti e danni
(19 apr) Emergenza caprioli, soprattutto per gli incidenti stradali. Tre solo negli ultimi quattro giorni. Dal mondo dei cacciatori, la crescita esponenziale della specie, in termini numerici, era emersa da tempo. Ora anche le cifre ne danno conferma. Sono infatti diverse decine gli incidenti stradali avvenuti tra automobilisti e caprioli dallinizio dellanno, sempre più spesso in località di pianura, segno di una popolazione in espansione. Emergenza caprioli, soprattutto per gli incidenti stradali. Tre solo negli ultimi quattro giorni. Dal mondo dei cacciatori, la crescita esponenziale della specie, in termini numerici, era emersa da tempo. Ora anche le cifre ne danno conferma. Sono infatti diverse decine gli incidenti stradali avvenuti tra automobilisti e caprioli dallinizio dellanno, sempre più spesso in località di pianura, segno di una popolazione in espansione. Un fatto che desta preoccupazione, perché si aggiunge allemergenza cinghiali, tuttaltro che risolta. Gli agricoltori infatti continuano a lamentare danni, con alcune concentrazioni degli animali nelle zone di Magnano e di Torrazzo, piuttosto che a Mottalciata. Ma non solo.
«Però i piani di abbattimento stanno dando risultati apprezzabili» dicono gli assessori Guido Dellarovere e Pier Giorgio Fava, con deleghe rispettivamente allagricoltura e alla caccia, tra laltro entrambi cacciatori. «Ciò non significa che il problema sia stato risolto. Tuttaltro - aggiungono sulla stessa lunghezza donda -. Diciamo che il pronto intervento ha consentito un contenimento numerico della specie, che per anni ha registrato una crescita costante. I risultati sono quindi buoni, ma non definitivi rispetto ai tanti guasti che i cinghiali creano ancora in giro per il Biellese».
Sul fronte dellagricoltura, i problemi che possono creare i caprioli sono inferiori rispetto a quelli causati dai cinghiali, che distruggono tutto ciò che trovano al loro passaggio, poiché si spostano sostanzialmente per brucare cibo. La caccia al capriolo non è facile. Spiega ancora Fava: «Lanimale privilegia zone aperte, ma vicine a parchi, nelle quali può rifugiarsi e dove i cacciatori non possono entrare. Un problema che abbiamo anche con i cinghiali... Oltrepassano i confini dei nostri comuni, entrando del Torinese, e le nostre squadre sono costrette a bloccarsi». Il comandante provinciale del Corpo Forestale dello Stato, Alessandra Stefani, spiega: «Gli avvistamenti dei caprioli sono aumentati moltissimo. Fare censimenti però è difficile. Gli spostamenti in pianura ritengo possano essere determinati dalla ricerca di cibo, che la presenza di neve a quote medie rende più difficile in questo periodo, nonostante la primavera sia iniziata da tempo. Tanti avvistamenti, quindi, non significano automaticamente una crescita esponenziale. Lespansione dei caprioli, comunque, è un fenomeno innegabile». Sempre in tema di ripopolamento, secondo alcuni osservatori, laumento dei cervi in Valsessera ha portato alla presenza di alcune centinaia di capi nella zona; nel 1996 ne erano stati immessi una trentina. «Difficile fare stime esatte, perché i cervi sono animali sfuggenti e timidi, ma la cifra è approssimativamente credibile» spiega la guardia ecologica Alessandro Castello. Scetticismo allo stato puro per Daniele Gamba, di Legambiente: «Gli ambientalisti hanno rinunciato da tempo a partecipare alle attività dei vari organi ed enti preposti, perché numericamente in minoranza rispetto ai cacciatori, che godono di poteri e di privilegi concessi dallo Stato. Io non posso entrare in un fondo per fotografare un fiore, un cacciatore sì, perché ha un fucile in mano... Censimenti? Li fanno i cacciatori, spesso gonfiando le cifre. E poi come soluzione dicono: ci pensiamo noi... Con i pescatori cè un dialogo, sulla base di un rispetto della natura, che con i cacciatori è sempre stato impossibile».
19 aprile 2010