E’ morto Forgnone Firmò il patto del ’45

E’ morto Forgnone <BR> Firmò il patto del ’45
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Leonardo Forgnone, durante la Resistenza operaio tessile al Cotonificio Poma di Miagliano, era l’ultimo firmatario ancora in vita dello storico “Contratto della montagna”, siglato fra sindacati operai e rappresentanti industriali al Quadretto di Selve Marcone il 29 marzo 1945. Forgnone, testimone del Novecento (era nato l’8 novembre 1909 a Batna, Algeria francese) è morto sabato nella sua casa di Andorno Micca. Accudito dai figli Franca e Giorgio con parenti e nipoti, Leonardo Forgnone aveva ben 103 anni e una mente ancora lucida. I funerali avranno luogo oggi  alle ore 10,30 partendo dall’abitazione di via Cavalieri di Vittorio Veneto 65; dopo la messa la salma verrà tumulata nel  cimitero di S. Giuseppe di Casto. 

La storia.  Una lunga vita, quella di Leonardo Forgnone, a dispetto del medico di Batna, nell’Algeria francese, dove il padre faceva il falegname a servizio di un’azienda edile, medico che aveva consigliato la famiglia di tornare ad Andorno Micca perché il piccolo appena nato non godeva di buona salute. E ad Andorno, Leonardo era cresciuto, si era sposato, aveva avuto due figli, e ha continuato con vitalità fino alla vigilia dei cent’anni, quando ebbe  una caduta, a muoversi da solo in perfetta autonomia. «La sua lunga vita - ha scritto Marco Neiretti, che ne ha custodito le vicende politico-sindacali -  è stata contrassegnata dall’impegno sociale e umanitario. Le tappe fondamentali nella scuola, nel lavoro, nel sindacato, nella società civile». Infatti, dopo la licenza commerciale conseguita ad Andorno presso l’Istituto “Giulio Cesare Rama”, ove insegnava il giovane Giuseppe Pella, Leonardo, che già andava ad ore al Cappellificio Cervo,  lavorò per lunghi anni ai Cotonifici Poma di Miagliano, e poi , dopo la parentesi al sindacato, alla Scardassi di Biella. Alla Poma, formò un combattivo gruppo cattolico antifascista con Nino Rapa e Francesco Colombo. «Ma il suo impegno - ha aggiunto Neiretti - non si limitò a quel periodo. Per circa due anni, Leonardo operò a tempo pieno da sindacalista attivo nella Camera del Lavoro di Biella, rappresentando la corrente democratico-cristiana nel sindacato unitario. Di quella corrente era stato il co-fondatore, come lo sarà della Cisl con Ettore Bonardo e altri amici. Pure partecipò alla fondazione delle Acli biellesi, che presiederà negli anni ’70 e di cui era presidente onorario». Sul piano nazionale Leonardo Forgnone fu consigliere della Fiot, il sindacato tessile unitario, e dell’amministrazione centrale delle Acli. Consigliere comunale di Andorno, componente degli organi direttivi provinciali della Democrazia Cristiana biellese, Forgnone fondò e presiedette l’Associazione donatori d’organi della Valle del Cervo e fu volontario dell’Oftal. Era stato  pure presidente onorario dell’Aior, l’associazione dei decorati del valore al Merito della Repubblica, di cui era cavaliere ufficiale. 

Il Patto della montagna. Della vicenda storica del “Patto della Montagna” Forgnone fu protagonista di primo piano: rappresentante democristiano insieme a Colombo. Quell’atto è diventato storia, citato nella motivazione della medaglia d’oro a Biella per la Resistenza. «Un riconoscimento che è stato la gioia più grande per me», aveva confidato  a cent’anni al giornalista Mario Pozzo che l’aveva intervistato per Eco. Meno ore di lavoro, parità di paga fra uomini e donne, riconoscimento degli straordinari: una lunga serie di contratti di vallata in deroga alla ferree leggi del regime di guerra dettate dal mussoliniano governo della Repubblica di Salò e dagli occupanti del Reich hitleriano, tante conquiste di cui Forgnone andava fiero.  Nel 2009 al Quadretto i cent’anni di Forgnone furono ricordati da un pranzo con sindacalisti e industriali, mentre la vita e l’esperienza pubblica  del testimone del secolo sono poi diventate un film dal titolo “Leonardo Forgnone, dalla parte del bene comune” realizzato dalle Acli.

Roberto Azzoni

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