Dramma in Syria, la testimonianza di un cooperante biellese dell'Avsi

Dramma in Syria, la testimonianza di un cooperante biellese dell'Avsi
Pubblicato:
Aggiornato:

Caro Direttore, quando pubblicherai questo mio contributo probabilmente si saprà un po’ di più rispetto a questa orrenda vicenda dell’utilizzo di gas nervino per ammazzare persone. Dopodiché che ad utilizzarlo sia stato il regime siriano che smentisce, l’opposizione che accusa o che sia tutto un montaggio come tanti altri ne abbiamo visti in questi mesi, la questione non cambia: tutti i giorni in Siria muoiono persone, tutti i giorni un bambino resta senza padre. segue dalla prima pagina
(...) tutti i giorni quel bambino con la sua mamma scappa di casa e va a vivere da profugo magari qui in Libano da dove ti scrivo. Capisci, caro Direttore, che stiamo parlando di una guerra che fino ad oggi ha fatto più di 100mila morti e 6 milioni di profughi (interni ed esterni) di cui 1 milione solo in Libano? Proviamo a italianizzare questi numeri? I morti sono due volte la popolazione di Biella e la proporzione tra cittadini  libanesi e rifugiati è come se oggi  l’Italia fosse invasa da 15 milioni di senza niente. Sono numeri da tragedia, sono numeri spaventosi e non fosse che ci convivo tutti i giorni non ci crederei.
“Basta e fermatevi!” è l’appello quotidiano che il mondo dovrebbe gridare ai belligeranti e invece mentre ti scrivo ascolto il ministro degli esteri francese dire che “se sarà accertato l’uso di gas da parte del regime useremo la forza”. Ma come? Dopo tutti questi anni non capisco la lingua transalpina? No, no, ho capito benissimo: ancora una volta chi comanda pensa che la guerra la si possa fermare con un’altra guerra; ancora una volta qualcuno ci propina che alcune bombe gettate dagli aerei in nome e per conto della “primavera araba” e della democrazia sono meno distruttrici e meno cattive di altre.
Non credo che Ifraa sia molto contenta di vivere in un mondo fatto così: ha 9 mesi, è orfana di padre ammazzato in Syria quando di mesi ne aveva 6, è scappata con mamma e altri due fratelli in Libano, è arrivata in un campo profughi, vive sotto una tenda, ci sono 40 gradi all’esterno, non c’è acqua, non ci sono latrine e potrei continuare ancora per molto. Parlo di lei e non continuo con i commenti più o meno politici perché di bambini che a causa della guerra sono nello stesso stato di Ifraa ce ne sono 1 milione e non possiamo fare finta di niente, non possiamo girare la testa dall’altra parte e non sentirci chiamati in causa.
Di bambini come Ifraa nel campo profughi che aiutiamo a Marje el Kok nel sud del Libano ne abbiamo circa 500 su una popolazione totale di 1080 persone; con la campagna di raccolta fondi #10forSyria stiamo cercando di fornire di acqua il campo: vogliamo mettere una decina di grandi cisterne da 10mila litri l’una, ogni settimana rifornirle con un camion e lanciare una grande campagna per insegnare il buon utilizzo. E’ una cosa tanto semplice quanto essenziale: con l’acqua cucini, ti lavi, bevi e coltivi anche due metri quadrati di orto davanti alla tenda; senza acqua ti ammali e in questa estate 2013 viviamo tutti i giorni la paura del colera. Ecco perché sarebbe bellissimo se da Biella arrivasse quaggiù nel Sud del Libano un bel segnale per tutte queste persone che non hanno neanche più una casa.

Quindi #10forSyria e se qualcuno volesse informarsi di più può trovare sul sito www.avsi.org tutte le informazioni sulle attività di Avsi in Libano per i rifugiati siriani.
Segui #10forSyria: @FondazioneAVSI, facebook.com/fondazioneavsi Credito Valtellinese – sede Milano Stelline, Corso Magenta 59
Iban: IT04D0521601614000000005000
c/c intestato Avsi Fondazione
Causale: Siria

Marco Perini
Cooperante Avsi  in Libano

Seguici sui nostri canali