"Dobbiamo spiccare il volo da Cerrione"
Il Biellese, terra di industrie legate al settore del tessile, si trova ora in un momento di crisi; sembra essersi verificato un piccolo Medioevo determinato sia dal diffondersi della delocalizzazione delle industrie sia dalla crisi globale di quest’ultimo periodo. Un modo per uscirne è guardare avanti e non tentare di ritornare sui vecchi passi.
Il Biellese, terra di industrie legate al settore del tessile, si trova ora in un momento di crisi; sembra essersi verificato un piccolo Medioevo determinato sia dal diffondersi della delocalizzazione delle industrie sia dalla crisi globale di quest’ultimo periodo. Un modo per uscirne è guardare avanti e non tentare di ritornare sui vecchi passi.
Il nostro territorio biellese è particolarmente vario nonostante non sia così ampio, e andrebbe valorizzato. Abbiamo una conformazione morfologica del territorio che va dall’alta montagna alla pianura, ci sono centri storicamente rilevanti e in grado di soddisfare tante esigenze, come Biella, Cossato o Vigliano; abbiamo un lago balneabile con le relative attività (Viverone), ma quanto vorrei “sponsorizzare” è l’aeroporto di Cerrione.
L’aeroclub è presente dal 1927, mentre la scuola di volo dal 1931. Entrambi sono cresciuti fino a raggiungere l’attuale livello. Infatti l’Fto di Biella (Flight Training Organization, riconosciuto da Enac a livello europeo) è apprezzato dagli aviatori del nord Italia grazie ai suoi bassi costi, uniti ad un’efficienza ed operatività che ben si distinguono da altre scuole.
Il problema è che, invece, nel Biellese è poco conosciuto dalla popolazione e scarsamente sfruttato. Un aeroporto è una risorsa importante che andrebbe sviluppata e mantenuta perché, favorendolo, si garantirebbe un accrescimento all’intero territorio circostante, attività manifatturiere comprese.
Cristian Martini
4ª E Liceo Scientifico Tecnologico