«Discariche e falde: servono vincoli»

«Discariche e falde: servono vincoli»
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CAVAGLIA' - Il Movimento Valledora raccoglie l’eco delle polemiche sollevate in Regione dal Movimento 5 Stelle sul tema cave e discariche (con l’accusa al Pd di aver causato la mancata approvazione del divieto di ampliare e realizzare nuovi impianti in aree di ricarica delle falde profonde, utilizzate per il consumo umano) e, in attesa di conoscere i vincoli che impediscono proprio la nascita di altre discariche su falda, approfitta per tracciare un quadro della situazione in Valledora. Non solo.  Lamentando la continua estromissione del Movimento stesso da tavoli e Osservatori ufficiali sul tema, tira in ballo ancora una volta la Regione, accusandola, «con la scusa delle competenze», di non porre «alcun vincolo normativo nelle aree di ricarica delle falde, come è la Valle Dora».

Su questo tema il Movimento ricorda, in particolare, un incontro organizzato dall’Osservatorio del comune di Tronzano Vercellese, «cui ha partecipato anche l’onorevole Luigi Bobba - scrive -, in cui lo stesso ha confermato la competenza sulle discariche in capo alla regione (a sostegno del fatto che la mancanza di competenza risulta argomento dibattuto di dubbia interpretazione) e che la proposta di legge 2017 ribadisce che l’individuazione dei siti è di competenza regionale. Quantunque fosse vero, noi reputiamo la competenza in materia di acqua destinata al consumo umano in capo alla Regione, come è ovvio che sia». Ma le cose sembrerebbero non stare esattamente così. Sulla questione  prende infatti posizione il consigliere regionale Vittorio Barazzotto che, sollecitato da Eco, spiega: «Invito, come già fatto altre volte in passato, l’associazione ad un incontro nel quale mi offro, assieme al collega Rossi, di spiegare nuovamente il delicato tema che viene, purtroppo, sovente semplificato o mal compreso. Il disegno di legge regionale n. 217 "Norme in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani" che è stato da poco licenziato in V Commissione ed ora dovrà passare al vaglio del Consiglio regionale, al momento prevede la costituzione di un unico Ato regionale, formato, salvo modifiche al disegno, dai presidenti dei consorzi provinciali. Di fatto si passerà da una serie di Ato provinciali ad un organismo unico regionale rappresentativo di tutti i territori. Questo nuovo soggetto avrà il compito di gestire le funzioni inerenti gli impianti di smaltimento presenti sull’intero territorio regionale, sempre nell’ambito di quanto previsto dalla normativa nazionale».

Situazione. Ma qual è oggi la situazione discariche a Cavaglià (cui si aggiungono poi quelle presenti sul territorio di Alice Castello)? E’ la domanda cui il Movimento risponde nella nota, spiegando che i due impianti (discarica a urbani Asrab e discarica speciali non pericolosi A2A) «continuano ad ampliarsi: quello destinato ai rifiuti speciali (area privata) è grande più del doppio rispetto al vicino impianto per rifiuti urbani (cioè indifferenziati)». «Si sente parlare di emergenza immondizia biellese - scrivono gli ambientalisti, per voce di Anna Andorno -, ma intanto, silenziosamente, cresce anche il rischioso impianto per rifiuti speciali che costituisce una risorsa estremamente importante in termini di introiti». 

Veronica Balocco 

CAVAGLIA' - Il Movimento Valledora raccoglie l’eco delle polemiche sollevate in Regione dal Movimento 5 Stelle sul tema cave e discariche (con l’accusa al Pd di aver causato la mancata approvazione del divieto di ampliare e realizzare nuovi impianti in aree di ricarica delle falde profonde, utilizzate per il consumo umano) e, in attesa di conoscere i vincoli che impediscono proprio la nascita di altre discariche su falda, approfitta per tracciare un quadro della situazione in Valledora. Non solo.  Lamentando la continua estromissione del Movimento stesso da tavoli e Osservatori ufficiali sul tema, tira in ballo ancora una volta la Regione, accusandola, «con la scusa delle competenze», di non porre «alcun vincolo normativo nelle aree di ricarica delle falde, come è la Valle Dora».

Su questo tema il Movimento ricorda, in particolare, un incontro organizzato dall’Osservatorio del comune di Tronzano Vercellese, «cui ha partecipato anche l’onorevole Luigi Bobba - scrive -, in cui lo stesso ha confermato la competenza sulle discariche in capo alla regione (a sostegno del fatto che la mancanza di competenza risulta argomento dibattuto di dubbia interpretazione) e che la proposta di legge 2017 ribadisce che l’individuazione dei siti è di competenza regionale. Quantunque fosse vero, noi reputiamo la competenza in materia di acqua destinata al consumo umano in capo alla Regione, come è ovvio che sia». Ma le cose sembrerebbero non stare esattamente così. Sulla questione  prende infatti posizione il consigliere regionale Vittorio Barazzotto che, sollecitato da Eco, spiega: «Invito, come già fatto altre volte in passato, l’associazione ad un incontro nel quale mi offro, assieme al collega Rossi, di spiegare nuovamente il delicato tema che viene, purtroppo, sovente semplificato o mal compreso. Il disegno di legge regionale n. 217 "Norme in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani" che è stato da poco licenziato in V Commissione ed ora dovrà passare al vaglio del Consiglio regionale, al momento prevede la costituzione di un unico Ato regionale, formato, salvo modifiche al disegno, dai presidenti dei consorzi provinciali. Di fatto si passerà da una serie di Ato provinciali ad un organismo unico regionale rappresentativo di tutti i territori. Questo nuovo soggetto avrà il compito di gestire le funzioni inerenti gli impianti di smaltimento presenti sull’intero territorio regionale, sempre nell’ambito di quanto previsto dalla normativa nazionale».

Situazione. Ma qual è oggi la situazione discariche a Cavaglià (cui si aggiungono poi quelle presenti sul territorio di Alice Castello)? E’ la domanda cui il Movimento risponde nella nota, spiegando che i due impianti (discarica a urbani Asrab e discarica speciali non pericolosi A2A) «continuano ad ampliarsi: quello destinato ai rifiuti speciali (area privata) è grande più del doppio rispetto al vicino impianto per rifiuti urbani (cioè indifferenziati)». «Si sente parlare di emergenza immondizia biellese - scrivono gli ambientalisti, per voce di Anna Andorno -, ma intanto, silenziosamente, cresce anche il rischioso impianto per rifiuti speciali che costituisce una risorsa estremamente importante in termini di introiti». 

Veronica Balocco 

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