Discarica di Cavaglia?, ecco come crescera?
CAVAGLIA? - La partita si gioca sui tavoli della Conferenza dei servizi, in programma in Provincia per il 16 giugno. Ma il tassello che mancava, quello che ha dato a Cosrab il mandato ufficiale, e? arrivato. E sara? determinante. I sindaci hanno detto si? all’ampliamento della discarica di Cavaglia?, un progetto da piu? parti osteggiato ma che alla fine, complici i voti favorevoli del capoluogo e di Cossato, ha ottenuto il via libera verso il tavolo tecnico. E’ probabile che l’idea raccolga ora un sostanziale via libera, ma Cosrab tiene a precisare di non aver voluto spingere in nessuna direzione. «Noi abbiamo semplicemente illustrato ai sindaci quali erano le tre ipotesi plausibili: non abbiamo incitato nessuno a votare alcunche?. La scelta e? stata loro. Semplicemente, pero?, il progetto di ampliamento resta innegabilmente il piu? sostenibile e il piu? ragionevole anche in un’ottica di lungo termine, sotto l’aspetto ambientale ed economico», spiega Alessandro Pizzi, vicepresidente della nuova guardia alla guida di Cosrab. Nelle intenzioni dell Consorzio, infatti, quella dei rifiuti resta una partita da giocare soprattutto guardando avanti. «E guardando ovunque, in tutti i paesi - puntualizza Pizzi -. Perche? solo una sempre piu? diffusa cultura della corretta differenziazione potra? portarci a conferire in discarica una sempre minor quantita? di materiali totalmente inerti, dunque in grado di non inquinare piu?».
Le ipotesi sul tavolo dell’assemblea Cosrab erano, come detto, tre. «E la premessa era storia - chiarisce Pizzi - tra aprile e maggio 2017 la discarica di Cavaglia? sara? esaurita. Non ci stara? piu? nulla. Per allora sara? quindi necessario disporre di un’alternativa». I sindaci dovevano dunque decidere dove conferire i rifiuti solidi urbani, circa 33mila tonnellate all’anno ad oggi, prodotte da tutto il Biellese. Una delle idee era quella, semplicemente, di portare tutti i rifiuti a Torino: dal 2004 al 2007 il Biellese ha infatti ricevuto («per una scelta meramente economica», puntualizza il vicepresidente Cosrab) rifiuti da altre province per abbassare i costi di smaltimento. «L’accordo prevedeva che fossero poi loro, per quattro anni, ad accogliere i nostri - chiarisce Pizzi -, ma le regole col tempo sono cambiate». Al di la? delle nuove imposizioni di legge, che chiedono alle Province l’autosufficienza in materia di gestione rifiuti, il costo del trasporto sarebbe passato sulle tasche dei cittadini, sommato pero? al costo del precedente trattamento, senza il quale non sarebbe stato possibile trasferire altrove i rifiuti. Un salasso, che il territorio biellese, con i suoi sindaci, «non poteva permettersi».
Stessa sorte per il progetto caro al sindaco di Salussola, Carlo Cabrio, il quale proponeva di realizzare una discarica al Brianco. «Un progetto ricco di controindicazioni - puntualizza Pizzi -: intanto perche? la falda acquifera scorre a 9 metri di profondita? anziche? a 30, e poi per la presenza di vincoli ambientali». Il tutto senza calcolare che il Piano regionale appena approvato impedisce la costruzione di nuove discariche.
Con undici no (Mongrando, Borriana, Ponderano, Viverone, Candelo, Salussola, Massazza, Verrone, Benna, Cavaglia? e Rosazza), cinque astensioni (Mottalciata, tavigliano, Occhieppo Inferiore, Muzzano, Graglia) e quattro uscite dall’aula (Andorno, Curino, Occhieppo Superiore e Piatto), alla fine l’assemblea dei sindaci Cosrab ha scelto il futuro della gestione rifiuti locale. La terza ipotesi in campo. Ampliare la discarica di Cavaglia?, secondo il filone del progetto presentato da Asrab, la societa? pubblico-privata che gestisce il polo tecnologico. «Un progetto che, nella sua formula originale, garantirebbe altri sette anni di attivita? della discarica - chiarisce il vice- presidente Cosrab -, ma che, nelle nostre intenzioni, potrebbe consentire di prolungare almeno del doppio, e paradossalmente per sempre, l’uso di quegli spazi». Come? «Arrivando in tre anni a raggiungere l’obiettivo della percentuale zero di elementi biodegradabili nei rifiuti solidi urbani, di oltre il 70% di raccolta differenziata, dell’abbandono del ricorso allo smaltimento in discarica dei rifiuti recuperabili, e del raggiungimento di un valore procapite di produzione di indifferenziato inferiore a 150 kg annui». «Insomma - prosegue Pizzi - il progetto di ampliamento dovra? essere utile solo a “prendere tempo”: ad avere un luogo in cui conferire i rifiuti mentre progredisce un processo di sempre maggior consapevolezza. In modo da arrivare a portare in discarica solo ed esclusivamente inerti privi di inquinanti, che possono generare biogas e percolato». «Insomma - chiude - si potrebbe arrivare in tre anni a una discarica a impatto zero, avviando al contempo un osservatorio con le associazioni dei cittadini per monitorare costantemente le condizioni di salubrita? ambientale». Un progetto di culturalizzazione, dunque, che secondo i nuovi volti di Cosrab potrebbe consentire di arrivare a far durare l’impianto cavagliese almeno quindici anni, «anche se con questa logica - fa notare Pizzi - si potrebbe paradossalmente arrivare a un punto nel quale non si producono piu? rifiuti indifferenziati».
Veronica Balocco
CAVAGLIA? - La partita si gioca sui tavoli della Conferenza dei servizi, in programma in Provincia per il 16 giugno. Ma il tassello che mancava, quello che ha dato a Cosrab il mandato ufficiale, e? arrivato. E sara? determinante. I sindaci hanno detto si? all’ampliamento della discarica di Cavaglia?, un progetto da piu? parti osteggiato ma che alla fine, complici i voti favorevoli del capoluogo e di Cossato, ha ottenuto il via libera verso il tavolo tecnico. E’ probabile che l’idea raccolga ora un sostanziale via libera, ma Cosrab tiene a precisare di non aver voluto spingere in nessuna direzione. «Noi abbiamo semplicemente illustrato ai sindaci quali erano le tre ipotesi plausibili: non abbiamo incitato nessuno a votare alcunche?. La scelta e? stata loro. Semplicemente, pero?, il progetto di ampliamento resta innegabilmente il piu? sostenibile e il piu? ragionevole anche in un’ottica di lungo termine, sotto l’aspetto ambientale ed economico», spiega Alessandro Pizzi, vicepresidente della nuova guardia alla guida di Cosrab. Nelle intenzioni dell Consorzio, infatti, quella dei rifiuti resta una partita da giocare soprattutto guardando avanti. «E guardando ovunque, in tutti i paesi - puntualizza Pizzi -. Perche? solo una sempre piu? diffusa cultura della corretta differenziazione potra? portarci a conferire in discarica una sempre minor quantita? di materiali totalmente inerti, dunque in grado di non inquinare piu?».
Le ipotesi sul tavolo dell’assemblea Cosrab erano, come detto, tre. «E la premessa era storia - chiarisce Pizzi - tra aprile e maggio 2017 la discarica di Cavaglia? sara? esaurita. Non ci stara? piu? nulla. Per allora sara? quindi necessario disporre di un’alternativa». I sindaci dovevano dunque decidere dove conferire i rifiuti solidi urbani, circa 33mila tonnellate all’anno ad oggi, prodotte da tutto il Biellese. Una delle idee era quella, semplicemente, di portare tutti i rifiuti a Torino: dal 2004 al 2007 il Biellese ha infatti ricevuto («per una scelta meramente economica», puntualizza il vicepresidente Cosrab) rifiuti da altre province per abbassare i costi di smaltimento. «L’accordo prevedeva che fossero poi loro, per quattro anni, ad accogliere i nostri - chiarisce Pizzi -, ma le regole col tempo sono cambiate». Al di la? delle nuove imposizioni di legge, che chiedono alle Province l’autosufficienza in materia di gestione rifiuti, il costo del trasporto sarebbe passato sulle tasche dei cittadini, sommato pero? al costo del precedente trattamento, senza il quale non sarebbe stato possibile trasferire altrove i rifiuti. Un salasso, che il territorio biellese, con i suoi sindaci, «non poteva permettersi».
Stessa sorte per il progetto caro al sindaco di Salussola, Carlo Cabrio, il quale proponeva di realizzare una discarica al Brianco. «Un progetto ricco di controindicazioni - puntualizza Pizzi -: intanto perche? la falda acquifera scorre a 9 metri di profondita? anziche? a 30, e poi per la presenza di vincoli ambientali». Il tutto senza calcolare che il Piano regionale appena approvato impedisce la costruzione di nuove discariche.
Con undici no (Mongrando, Borriana, Ponderano, Viverone, Candelo, Salussola, Massazza, Verrone, Benna, Cavaglia? e Rosazza), cinque astensioni (Mottalciata, tavigliano, Occhieppo Inferiore, Muzzano, Graglia) e quattro uscite dall’aula (Andorno, Curino, Occhieppo Superiore e Piatto), alla fine l’assemblea dei sindaci Cosrab ha scelto il futuro della gestione rifiuti locale. La terza ipotesi in campo. Ampliare la discarica di Cavaglia?, secondo il filone del progetto presentato da Asrab, la societa? pubblico-privata che gestisce il polo tecnologico. «Un progetto che, nella sua formula originale, garantirebbe altri sette anni di attivita? della discarica - chiarisce il vice- presidente Cosrab -, ma che, nelle nostre intenzioni, potrebbe consentire di prolungare almeno del doppio, e paradossalmente per sempre, l’uso di quegli spazi». Come? «Arrivando in tre anni a raggiungere l’obiettivo della percentuale zero di elementi biodegradabili nei rifiuti solidi urbani, di oltre il 70% di raccolta differenziata, dell’abbandono del ricorso allo smaltimento in discarica dei rifiuti recuperabili, e del raggiungimento di un valore procapite di produzione di indifferenziato inferiore a 150 kg annui». «Insomma - prosegue Pizzi - il progetto di ampliamento dovra? essere utile solo a“prendere tempo”: ad avere un luogo in cui conferire i rifiuti mentre progredisce un processo di sempre maggior consapevolezza. In modo da arrivare a portare in discarica solo ed esclusivamente inerti privi di inquinanti, che possono generare biogas e percolato». «Insomma - chiude - si potrebbe arrivare in tre anni a una discarica a impatto zero, avviando al contempo un osservatorio con le associazioni dei cittadini per monitorare costantemente le condizioni di salubrita? ambientale». Un progetto di culturalizzazione, dunque, che secondo i nuovi volti di Cosrab potrebbe consentire di arrivare a far durare l’impianto cavagliese almeno quindici anni, «anche se con questa logica - fa notare Pizzi - si potrebbe paradossalmente arrivare a un punto nel quale non si producono piu? rifiuti indifferenziati».
Veronica Balocco