Diocesi in lutto per la scomparsa di don Macco, decano dei sacerdoti

Diocesi in lutto per la scomparsa di don Macco, decano dei sacerdoti
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BIELLA - Dall’alto dei suoi 96 anni, era il decano dei sacerdoti biellesi. Il canonico Giuseppe Macco, parroco emerito della Cattedrale di Santo Stefano, è morto martedì scorso all’ospedale di Ponderano, dove si trovava ricoverato da una settimana a causa di una polmonite. Il funerale, celebrato dal vescovo di Biella, Gabriele Mana (alla cerimonia interverranno anche molti religiosi della Curia), avrà luogo in Duomo oggi pomeriggio alle 15.30.

Nato a Carpignano Sesia, in provincia di Novara, il 24 dicembre del 1919, il giovane Giuseppe Macco aveva frequentato le medie e il Ginnasio alle scuole dei salesiani al Santuario della Madonna dei Laghi di Avigliana, nel Torinese, ed era entrato in Seminario, a Biella, nel 1937, all’età di 18 anni. Quindi, il 29 giugno del ‘44, l’ordinazione, insieme con altri undici preti. Era stato viceparroco a Pettinengo dal ‘44 al ‘46, quando era poi stato nominato vicerettore del Seminario di Biella, dove si era occupato dell’Economato dal ‘50 al ‘68, realizzando parecchi progetti, tra cui l’edificio di via don Minzoni che ospita il teatro del Seminario e i due piani in cui oggi trovano accoglienza i sacerdoti anziani e invalidi.
Dal 1955 al 1966 era stato nominato rettore del Seminario Minore (all’epoca in cui don Ferraris era rettore del Seminario Maggiore). Nel frattempo, dal ‘52 al ‘55, era stato assistente diocesano della Gioventù maschile di Azione Cattolica (e della Gioventù femminile, sempre di Azione Cattolica, dal ‘55 al ‘68).
Dal novembre del 1966 aveva affiancato monsignor Giuseppe Stefano Botta nella parrocchia del Duomo e, due anni più tardi, era diventato canonico del Capitolo della Cattedrale, ricevendo poi, nel ‘70, la nomina ad arciprete della Cattedrale, dove sarà parroco per 25 anni (cinque lustri nei quali realizzerà diversi progetti e iniziative, compreso il nuovo oratorio), fino al ‘95, anno delle dimissioni per raggiunti limiti d’età.

Da quando si era ritirato a vita privata, il parroco emerito della Cattedrale viveva nella casa parrocchiale del Duomo. Proprio in una delle stanze dell’edificio, situata sullo stesso piano dell’alloggio abitato da don Macco, nel luglio di due anni fa si era sviluppato un incendio che aveva reso inagibili alcuni locali: il canonico e la sua badante erano stati soccorsi con un respiratore dai vigili del fuoco, prima di essere affidati alle cure del personale medico del 118. Per entrambi, fortunatamente, il brutto episodio si era chiuso senza conseguenze, a parte un grande spavento.
In quello stesso anno, nemmeno un mese prima, don Giuseppe Macco era stato festeggiato dalla comunità parrocchiale di Santo Stefano e dalla Curia per il settantesimo anniversario dell’ordinazione.

«Per permettere ai fedeli di portare l’ultimo saluto al decano dei sacerdoti del Biellese - dice un commosso don Carlo Gariazzo, parroco della Cattedrale, che lo ricorda come “un sant’uomo” - ancora domani mattina (oggi per chi legge, ndr) la salma del canonico resterà esposta in Duomo, in attesa del funerale, previsto nel pomeriggio».
Lara Bertolazzi

BIELLA - Dall’alto dei suoi 96 anni, era il decano dei sacerdoti biellesi. Il canonico Giuseppe Macco, parroco emerito della Cattedrale di Santo Stefano, è morto martedì scorso all’ospedale di Ponderano, dove si trovava ricoverato da una settimana a causa di una polmonite. Il funerale, celebrato dal vescovo di Biella, Gabriele Mana (alla cerimonia interverranno anche molti religiosi della Curia), avrà luogo in Duomo oggi pomeriggio alle 15.30.

Nato a Carpignano Sesia, in provincia di Novara, il 24 dicembre del 1919, il giovane Giuseppe Macco aveva frequentato le medie e il Ginnasio alle scuole dei salesiani al Santuario della Madonna dei Laghi di Avigliana, nel Torinese, ed era entrato in Seminario, a Biella, nel 1937, all’età di 18 anni. Quindi, il 29 giugno del ‘44, l’ordinazione, insieme con altri undici preti. Era stato viceparroco a Pettinengo dal ‘44 al ‘46, quando era poi stato nominato vicerettore del Seminario di Biella, dove si era occupato dell’Economato dal ‘50 al ‘68, realizzando parecchi progetti, tra cui l’edificio di via don Minzoni che ospita il teatro del Seminario e i due piani in cui oggi trovano accoglienza i sacerdoti anziani e invalidi.
Dal 1955 al 1966 era stato nominato rettore del Seminario Minore (all’epoca in cui don Ferraris era rettore del Seminario Maggiore). Nel frattempo, dal ‘52 al ‘55, era stato assistente diocesano della Gioventù maschile di Azione Cattolica (e della Gioventù femminile, sempre di Azione Cattolica, dal ‘55 al ‘68).
Dal novembre del 1966 aveva affiancato monsignor Giuseppe Stefano Botta nella parrocchia del Duomo e, due anni più tardi, era diventato canonico del Capitolo della Cattedrale, ricevendo poi, nel ‘70, la nomina ad arciprete della Cattedrale, dove sarà parroco per 25 anni (cinque lustri nei quali realizzerà diversi progetti e iniziative, compreso il nuovo oratorio), fino al ‘95, anno delle dimissioni per raggiunti limiti d’età.

Da quando si era ritirato a vita privata, il parroco emerito della Cattedrale viveva nella casa parrocchiale del Duomo. Proprio in una delle stanze dell’edificio, situata sullo stesso piano dell’alloggio abitato da don Macco, nel luglio di due anni fa si era sviluppato un incendio che aveva reso inagibili alcuni locali: il canonico e la sua badante erano stati soccorsi con un respiratore dai vigili del fuoco, prima di essere affidati alle cure del personale medico del 118. Per entrambi, fortunatamente, il brutto episodio si era chiuso senza conseguenze, a parte un grande spavento.
In quello stesso anno, nemmeno un mese prima, don Giuseppe Macco era stato festeggiato dalla comunità parrocchiale di Santo Stefano e dalla Curia per il settantesimo anniversario dell’ordinazione.

«Per permettere ai fedeli di portare l’ultimo saluto al decano dei sacerdoti del Biellese - dice un commosso don Carlo Gariazzo, parroco della Cattedrale, che lo ricorda come “un sant’uomo” - ancora domani mattina (oggi per chi legge, ndr) la salma del canonico resterà esposta in Duomo, in attesa del funerale, previsto nel pomeriggio».
Lara Bertolazzi

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