Diga, si annuncia battaglia in Europa
Era nell’aria. E pochi si illudevano che non sarebbe arrivato. Alla fine, così in effetti è andata: il Ministero dell’Ambiente, lunedì, ha emanato il decreto di Via sul progetto di rifacimento dell’invaso sul torrente Sessera. Trentasette pagine di puro burocratese per dire, in sostanza, che l’iter per la realizzazione della nuova diga voluta dal Consorzio di Bonifica della Baraggia biellese e vercellese può procedere. Durissima la reazione del territorio: dalle sedi politiche a quelle ambientaliste, è un coro di “no” dallo spirito battagliero. Sul piede di guerra il Comitato “Custodiamo la Valsessera”, che annuncia l’inizio della fase del contenzioso amministrativo ed europeo. «Una battaglia onerosa e tecnicamente impegnativa, con tempi molto stretti», spiegano i rappresentanti. E proprio per questo - aggiungono - «non ci arrendiamo e confidiamo nel sostegno di tutti coloro, singoli cittadini o amministrazioni pubbliche, che in questi anni si sono espresse contrariamente alla previsione di tale opera».
Il documento. Di fatto, il documento, sottoscritto dai ministri dell’Ambiente e dei Beni e delle Attività culturali, approva il progetto con prescrizioni, indicando anche che l’invaso dovrà essere realizzato entro cinque anni dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, salva poi la facoltà di richiedere una proroga, ma con reiterazione della procedura di Via. Alla luce di tutto questo, il Consorzio potrà ora tornare alla carica per reperire i 320 milioni di euro necessari alla realizzazione del progetto, nonostante solo pochi mesi fa il governo avesse assicurato - su interrogazione della senatrice Nicoletta Favero - che i soldi di fatto non c’erano. Il tutto con uno spauracchio, messo in luce dall’ex consigliere regionale Pd Wilmer Ronzani, da sempre forte oppositore del progetto: «Con questo decreto tra le mani, non sarà difficile trovare un parlamentare disposto a presentare un eendamento che consenta di reperire una decina di milioni di euro per far partire i lavori».
Consiglio regionale. A poco è dunque servita la presa di posizione netta del consiglio regionale del Piemonte per bloccare l’iter ministeriale. Lo scorso mese di settembre un ordine del giorno presentato dal consigliere Pd Vittorio Barazzotto e votato favorevolmente a larga maggioranza in aula assieme ad un analogo documento discusso dal Movimento 5 Stelle aveva, di fatto, impegnato la Regione a farsi portavoce, a Roma, sulla contrarietà della realizzazione dell’invaso. Barazzotto, in accordo con il collega di Sel Marco Grimaldi e il vice presidente del Consiglio Regionale, il vercellese Gabriele Molinari (Scelta Civica per Chiamparino) sta preparando un’interrogazione alla giunta per conoscere i dettagli di quanto è stato fatto e chiedere un ulteriore impegno per il futuro. Spiega Barazzotto: «Sapevo, quando ho discusso in aula l’odg, che la pratica al Via fosse già in stato avanzato di valutazione. D’altra parte era, ed è tuttora chiaro, come i precedenti Consigli Regionali non avessero posto un reale veto alla realizzazione della diga, di fatto avallandone la prosecuzione amministrativa». Barazzotto, assieme ai sottoscrittori dell’ordine del giorno, prosegue comunque la sua battaglia: «Le mie convinzioni non cambiano di un centimetro: oggi che il Governo ci dice di voler rivedere i Consorzi di bonifica, concedere la realizzazione di un invaso che non serve, e che dovrebbe venire finanziato con oltre 300milioni di euro di soldi pubblici, è una contraddizione in termini. Specie quando oggi il nostro territorio, martoriato dalle alluvioni, avrebbe ben altre necessità urgenti, come sistemare strade e fiumi. So che l’associazione Custodiamo la Valsessera inizierà le pratiche di ricorso e avrà sin da ora la mia totale disponibilità oltre che solidarietà».
Veronica Balocco