«Diga: il Biellese è stato lasciato solo»
VALSESSERA - «Governo e Regione hanno lasciato solo il Biellese». Sono dure le parole con cui Wilmer Ronzani, ex deputato, ex consigliere regionale Pd e da sempre strenuo oppositore del progetto di ampliamento della diga in Alta Valsessera, fotografa lo status quo di una vicenda che, nonostante l’apparente silenzio, non ha ancora trovato una sua conclusione, «continuando quindi - chiarisce Ronzani - a minacciare il territorio».
A finire nel mirino dell’ex parlamentare è stata, nei giorni scorsi, un’intervista rilasciata dal sottosegretario Pd, il vercellese Luigi Bobba, il quale per la prima volta ha definito il progetto di nuovo invaso promosso dal Consorzio di bonifica della Baraggia «inadeguato». «Si tratta di una dichiarazione che contiene forti ambiguità o, meglio, che svela un retropensiero - fa notare Ronzani - Un retropensiero non nuovo, per la verità, per chi come me, in alcune occasioni, ha avuto modo di discutere con lui del progetto». E chiarisce: «Bobba giudica inadeguato il progetto della diga sul Sessera: peccato che in questi anni egli non sia stato tra coloro che l’hanno contestato, proponendone uno diverso, forse perché un progetto alternativo, nel momento in cui si parte dal presuposto che nuovi invasi "servano a prescindere", avrebbe potuto riguardare la vicina Valsesia». «Egli dichiara che il progetto presentato dal Consorzio è inadeguato - aggiunge -, ma anche che i cambiamenti climatici, anzichè suggerire un radicale ripensamento delle politiche di irrigazione, giustificano la realizzazione di nuovi invasi. Una contraddizione in termini, che dimostra anche come l’esperienza di Expo non abbia insegnato proprio nulla, nonostante abbia sottolineato come la sfida sia rappresentata da un nuovo modello di irrigazione».
Sulla base di tutto questo, la stoccata alle alte sfere istituzionali. «L’unico elemento di vera opposizione al progetto della diga - spiega Ronzani - è oggi rappresentato dal ricorso presentato dai soggetti del territorio. I politici locali, ad ogni livello, hanno fatto la loro parte per dire no al nuovo invaso, e tanto ha fatto anche il consiglio regionale grazie alla mozione del consigliere Barazzotto, ma di fatto Governo e Regione, sia con Cota sia con Chiamparino, non hanno mai ritenuto di doversi opporre al progetto. Col risultato che gli atti autorizzativi che andavano compiuti a livello ministeriale sono stati compiuti, e se mai si decidesse un finanziamento all’opera, questa potrebbe partire». «Insomma - conclude Ronzani - Stato e Regione non hanno bloccato il progetto pur avendone la possibilità e gli strumenti, nonostante lo si giudichi, ma forse anche questa è solo propaganda, inadeguato».
Veronica Balocco
VALSESSERA - «Governo e Regione hanno lasciato solo il Biellese». Sono dure le parole con cui Wilmer Ronzani, ex deputato, ex consigliere regionale Pd e da sempre strenuo oppositore del progetto di ampliamento della diga in Alta Valsessera, fotografa lo status quo di una vicenda che, nonostante l’apparente silenzio, non ha ancora trovato una sua conclusione, «continuando quindi - chiarisce Ronzani - a minacciare il territorio».
A finire nel mirino dell’ex parlamentare è stata, nei giorni scorsi, un’intervista rilasciata dal sottosegretario Pd, il vercellese Luigi Bobba, il quale per la prima volta ha definito il progetto di nuovo invaso promosso dal Consorzio di bonifica della Baraggia «inadeguato». «Si tratta di una dichiarazione che contiene forti ambiguità o, meglio, che svela un retropensiero - fa notare Ronzani - Un retropensiero non nuovo, per la verità, per chi come me, in alcune occasioni, ha avuto modo di discutere con lui del progetto». E chiarisce: «Bobba giudica inadeguato il progetto della diga sul Sessera: peccato che in questi anni egli non sia stato tra coloro che l’hanno contestato, proponendone uno diverso, forse perché un progetto alternativo, nel momento in cui si parte dal presuposto che nuovi invasi "servano a prescindere", avrebbe potuto riguardare la vicina Valsesia». «Egli dichiara che il progetto presentato dal Consorzio è inadeguato - aggiunge -, ma anche che i cambiamenti climatici, anzichè suggerire un radicale ripensamento delle politiche di irrigazione, giustificano la realizzazione di nuovi invasi. Una contraddizione in termini, che dimostra anche come l’esperienza di Expo non abbia insegnato proprio nulla, nonostante abbia sottolineato come la sfida sia rappresentata da un nuovo modello di irrigazione».
Sulla base di tutto questo, la stoccata alle alte sfere istituzionali. «L’unico elemento di vera opposizione al progetto della diga - spiega Ronzani - è oggi rappresentato dal ricorso presentato dai soggetti del territorio. I politici locali, ad ogni livello, hanno fatto la loro parte per dire no al nuovo invaso, e tanto ha fatto anche il consiglio regionale grazie alla mozione del consigliere Barazzotto, ma di fatto Governo e Regione, sia con Cota sia con Chiamparino, non hanno mai ritenuto di doversi opporre al progetto. Col risultato che gli atti autorizzativi che andavano compiuti a livello ministeriale sono stati compiuti, e se mai si decidesse un finanziamento all’opera, questa potrebbe partire». «Insomma - conclude Ronzani - Stato e Regione non hanno bloccato il progetto pur avendone la possibilità e gli strumenti, nonostante lo si giudichi, ma forse anche questa è solo propaganda, inadeguato».
Veronica Balocco